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 2024  febbraio 03 Sabato calendario

TUTTI I GUAI CON LA GIUSTIZIA DI VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA – NELLA SUA TURBOLENTA VITA, IL FIGLIO DELL’ULTIMO RE D’ITALIA È STATO COINVOLTO IN DIVERSI SCANDALI E INCHIESTE, DA VALLETTOPOLI AL TRAFFICO D’ARMI. MA È STATO CONDANNATO SOLO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI (6 MESI CON LA CONDIZIONALE) – LA VICENDA PIÙ CLAMOROSA È QUELLA DEL 19ENNE DIRK HAMER, COLPITO DA UN PROIETTILE SULL’ISOLA DI CAVALLO: INCARCERATO, VITTORIO EMANUELE FU POI PROSCIOLTO. SALVO VANTARSI, A DISTANZA DI ANNI, DI AVER “FREGATO I GIUDICI” IN UN’INTERCETTAZIONE IN CARCERE… – VIDEO

La storia recente di Vittorio Emanuele di Savoia – morto questa mattina a Ginevra all’età di 86 anni – lo vede coinvolto in diverse cronache giudiziarie e scandali: Vittorio Emanuele è però sempre stato prosciolto dalle accuse più gravi, condannato solo per porto abusivo di armi da fuoco a 6 mesi con la condizionale.

Negli anni '70 venne indagato per traffico internazionale di armi in alcuni paesi mediorientali che erano sotto embargo. L'indagine finì con un'archiviazione. Vittorio Emanuele era intermediario d'affari per conto della Agusta e, grazie all'amicizia con lo scià di Persia Reza Pahlavi, proprio in quegli anni si era occupato della compravendite di elicotteri tra l'Italia, l'Iran e altri paesi arabi.

La vicenda più clamorosa riguarda l’accusa di avere ferito il 19 enne Dirk Hamer, sparando dalla sua barca ormeggiata sull’isola di Cavallo: il giovane morì dopo 4 mesi. Era il 18 agosto del 1978 e sull'isola in Corsica ci fu una sparatoria in seguito al furto del gommone di Vittorio Emanuele che esplose due colpi di carabina.

Fu arrestato perché – disse l’accusa – uno dei proiettili aveva colpito la coscia dello studente tedesco di 19 anni Dirk Geerd Hamer, figlio di Ryke Geerd Hamer, che stava dormendo in una barca vicina, il Mapagia della famiglia Leone. Dirk Geerd Hamer morì nel dicembre dello stesso anno dopo una lunga agonia.

La difesa sostenne la presenza di altre persone che avrebbero sparato durante la colluttazione, poi fuggite e mai identificate dalla gendarmeria francese. Anche il calibro e il rivestimento dei proiettili che ferirono il giovane risultarono diversi da quelli in dotazione alla carabina di Vittorio Emanuele.

Nel novembre del 1991 fu prosciolto dalla Camera d'accusa parigina dall'ipotesi di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale per «porto abusivo d'arma da fuoco fuori dalla propria abitazione».

Nel 2006 nell’inchiesta su Vallettopoli, fu intercettato con una microspia a vantarsi di «averli fregati» sull’omicidio Hamer, ammettendo di avere sparato un colpo che poi andò a segno sulla gamba di quel povero ragazzo. Anche dall’accusa di Vallettopoli però Vittorio Emanuele ne uscì senza conseguenze, difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno. Per i 7 giorni di carcere ingiusti nel 2015 fu anche risarcito dallo Stato italiano con un indennizzo di 40 mila euro.

Nel 2006 il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, su richiesta del pm Henry John Woodcock, ne ha ordinato l'arresto con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

L’indagine riguardava il casinò di Campione d'Italia: finì agli arresti domiciliari a Roma, in una casa ai Parioli della famiglia Fabbri, ma il Tribunale del Riesame revocò la restrizione imponendo il solo divieto di espatrio. Dopo una lunga vicenda giudiziaria è stato assolto da ogni accusa. Il 23 febbraio 2015 Vittorio Emanuele di Savoia ha ottenuto un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente.