Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  febbraio 03 Sabato calendario

LA CHIAMAVANO “LA PULEDRA NERA”, “LA VENERE D’EBANO”, UNA DONNONA “DI QUASI DUE METRI: PARLIAMO DI AJITA WILSON, PER UN DECENNIO SOGNO PORCELLOSO DEGLI EROTOMANI ITALIANI, E TRA LE PRIMISSIME TRANS DELL’HARD - BARBARA COSTA: “OPERATA. AJITA ERA NATA 80 ANNI FA (O 73, SI CALAVA GLI ANNI) E PER L’ANAGRAFE ERA VICTOR, O FORSE GEORGE. SE SI ARRABBIAVA LE VENIVA FUORI UNA VOCE DA PORTUALE DEL BRONX. NEL 1982 FINISCE SUI GIORNALI PER UN PASTICCIACCIO ORGIASTICO AVVENUTO A CITTÀ DI CASTELLO..." -

La chiamavano la fr*ciona, la puledra nera, la pompiera, la Venere d’ebano, era una “femmina molto femmina”, una donnona “di quasi due metri, se si arrabbiava le veniva fuori una voce da portuale del Bronx, e c’era pure pericolo che, se ti dava uno schiaffo, ti faceva molto male!”. Lei era Ajita Wilson, per un decennio sogno porcelloso degli erotomani italiani, e tra le trans primissime dell’hard… operata. Ajita era nata 80 anni fa (o 73, si calava gli anni) e per l’anagrafe era Victor, o forse George.

Nei suoi hard non le vedi mai bene il sesso, mai in primo piano, perché Ajita non aveva un sesso: lei faceva parte delle trans di una volta che assumevano ormoni per lo più sottobanco, e per passaparola. E se, li assumevano. Non seguite dai medici, non aventi nessun sostegno, le trans del passato dovevano fare tutto da sé. Ajita era una donna divenuta tale per sua inflessibile decisione, e prima di buttarsi nell’hard.

Lei era ricorsa a chirurghi macellai che le avevano siliconato il viso (ai tempi si poteva fare), e con imperizia l’avevano dotata di due seni difformi, asimmetrici, "storti". Più fonti concordano si fosse operata il sesso a Casablanca, ma 50 anni fa il cambio di genere non significava riassegnazione di sessualità. Alle trans nate maschio che lo volevano era tolto il pene e non come oggi costruito un sesso femminile perfettamente in grado di farti vivere la tua reale sessualità.

Ajita tra le gambe tolto il pene non aveva nulla, se non, perdonatemi la rozzezza, un "foro". Un inestetico simulacro di fessura vaginale che non le permetteva di avere rapporti penetrativi se non spalmandoci sopra creme su creme, e che non le faceva raggiungere l’orgasmo. Suoi colleghi e colleghe porno ricordano che Ajita lo diceva, “per me il piacere nel sesso vaginale è solo mentale”, e ovvio manco questo sui set.

Se non sappiamo nulla di certo sulla sua vita pre porno – nata negli USA sì ma dove, a New York?, a Flint?, ed era figlia di un afroamericano e di una brasiliana?, e studiava psicologia?, no, faceva la commessa?, no, era un pompiere?, o che? – la bellezza scultorea di Ajita, già operata, a metà anni 70 spunta su cover di magazine europei. Approda a Milano come modella, viene scelta per recitare in B movie italiani di allora, eros-thriller, eros-gialli, casarecci e con trame traballanti. Ajita Wilson diventa una star di questo genere nostrano. E non solo. Le sue sexy maestrie sono richieste in Austria, Spagna, Grecia, in filmetti erotici che hanno distribuzione internazionale.

E che richiamano pubblico. In video Ajita si spoglia, porta sempre una parrucca, e armeggia in scene soft, ma il suo salto all’hard vero è imprecisato. Questi film erotici avevano più versioni, e non si sa se in quelle esplicite a pornare sia Ajita o una controfigura, o se siano frame di tutt’altri porno innestati e montati. Il debutto ufficiale di Ajita nel porno italiano è in "La doppia bocca di Enrica vogliosa e impudica", e fa lesbo tosto, blow-job, hand-job, e ammucchiate. In un porno successivo, "Apocalipsis sexual", si sc*pa anale una candela.

Nelle pellicole mai è presentata come trans o ex trans: Ajita in pubblico negava recisamente il suo passato maschile. E i fan la seguivano ansanti e in tanti negli spogliarelli che Ajita girava per "Telefantasy", una tv privata romana. Seppur millantasse di essere stata all’ultimo minuto scartata per la parte di May Day in "007 – Bersaglio Mobile" (ruolo andato a Grace Jones), Ajita non è riuscita a fare il salto nel cinema di serie A, né a sfondare come cantante. 

Nel 1982 finisce sui giornali non per le conquiste che vantava (“Paolo Villaggio mi fa la corte, Ugo Tognazzi lo stesso, i produttori mi rincorrono… Fellini? Ci siamo visti più volte: mi voleva per "La città delle donne"…”), ma va in cronaca nera per un pasticciaccio confuso, orgiastico m*gnottistico, avvenuto a Città di Castello. Lei diceva che era tutta una macchinazione, era una vendetta perché aveva rifiutato un rapporto a tre con un famoso produttore e la di lui moglie. Fatto sta che viene chiamata in film porno via via più scadenti, dove lei appare via via più imbolsita.

Una mattina si sveglia, nella sua casa romana affacciata su Villa Borghese. Va a preparare il caffè. Poco dopo il suo compagno la trova morta in cucina. Aneurisma cerebrale. Rumors però collegano la scomparsa prematura di Ajita all’AIDS. Il suo ultimo porno, "Bocca bianca, bocca nera", con Marina Frajese e Gabriel Pontello, è di soli sette mesi prima. Nel porno "La perdizione di Ajita", uscito nel 1989, due anni dopo la sua morte, è presente nel titolo, e basta. Coi soldi del porno, Ajita aiutava madre e parenti negli USA. Sui set a volte portava, come spettatore, suo fratello, nato maschio, bianco, e gay.