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 2024  febbraio 03 Sabato calendario

Il Sudafrica si divide sull’«asta Mandela»

Un conto è il secchiello del ghiaccio che gli regalò Bill Clinton, prezzo base 24 mila dollari, un conto la chiave della sua cella. La coperta donatagli da Barack e Michelle Obama forse si poteva anche vendere senza rimpianti, mentre la «carta d’identità» emessa nel 1993, dove ancora compariva come luogo di nascita il Transkei (una regione sulla mappa geografica dell’apartheid) si sarebbe dovuta tenere. Invece stop: dopo anni di polemiche e di pressing da parte del governo sudafricano, Guernsey’s ha annunciato che l’asta prevista per il 22 febbraio a New York non si farà. Una settantina di oggetti appartenuti a Nelson Mandela non andranno dispersi e per il momento resteranno dov’erano: negli armadi o comunque nelle disponibilità di Makaziwe Mandela, 69 anni, una delle due figlie ancora in vita dell’uomo che sconfisse l’apartheid, premio Nobel per la Pace proprio nel 1993. L’Agenzia per il patrimonio l’ha spuntata a furor di popolo sull’intraprendente Maki. E come spesso accade in Sudafrica, perdono tutti.
Forse un compromesso «alla Mandela» non avrebbe scontentato nessuno. Dal 2021 Maki ha sempre detto che i proventi dell’asta sarebbero andati alla costruzione di un parco per onorare il padre della patria nella sua Qunu, dove è cresciuto e dove è sepolto. Se davvero fosse stato questo il punto, il governo di Pretoria avrebbe potuto finanziare il parco della memoria, e magari trovare spazio per alcuni dei settanta cimeli (magari escludendo il clintoniano champagne cooler): le camicie sgargianti della vecchiaia, alcune lettere scritte in carcere, gli occhiali Ray-Ban che difendevano gli occhi di Madiba, rimasti offesi dalla luce accecante nella cava di Robben Island. D’altra parte la famiglia di Nelson, prima ancora che lui morisse a 95 anni nel 2013, è stata teatro di furibonde lotte giudiziarie per l’eredità (soprattutto finanziaria) di Tata Mandela. Maki e Zenani in testa: le ultime eredi rimaste, dopo la scomparsa di Zindzi per Covid, attorniate da decine di nipoti e bisnipoti. Ciascuna rappresenta un’ala della dinastia: Maki figlia di Evelyn, la prima moglie. Zenani figlia della seconda, Winnie.
Oggetti
Il documento di identità, camicie, occhiali, una coperta di Obama e il secchiello del ghiaccio dono di Clinton
L’Agenzia del Patrimonio sostiene che i preziosi reperti saranno tutelati per le future generazioni. Nobile causa. Ma il governo sudafricano dovrebbe anche tutelare le generazioni presenti (tra pochi mesi ci sono le elezioni). La disoccupazione giovanile è al 60%. Con il secchiello di Clinton una famiglia povera di Flat Caps, Città del Capo, campa un paio d’anni almeno.