La Stampa, 2 febbraio 2024
Lo strano caso dei furti di libri russi in tutta Europa
Che si tratti di operazioni legate tra di loro non è ancora sicuro, ma i furti di antichi libri russi avvenuti negli ultimi mesi in tutta Europa sembrano far parte di un unico piano, probabilmente ordito a Mosca stando al modus operandi con il quale sono avvenuti. L’ultima vittima è la Bibliothèque nationale de France (Bnf), che questa settimana ha annunciato di aver sporto denuncia per essere stata derubata lo scorso autunno di alcuni testi, senza dare troppi dettagli. A ricostruire i fatti ci ha pensato Le Monde: otto edizioni originali o molto rare delle opere dello scrittore e poeta ottocentesco russo Aleksandr Puškin e una del suo contemporaneo Michail Lermontov sono state sottratte dalla collezione della biblioteca pubblica francese e sostitute con delle copie. Un colpo da 450 mila euro, sul quale è stata aperta un’indagine. Ad insospettire l’Ufficio della lotta contro il traffico di beni culturali (Ocbc) è un ricercatore quarantenne, che tra marzo e ottobre avrebbe consultato più volte i testi sottratti, prima che un altro indiziato facesse dei rilievi sul posto.
Eppure, la direzione della Bnf era stata avvisata dai colleghi della Biblioteca universitaria delle lingue e civilizzazione (Bulac) e della Diderot a Lione, vittime di rapine avvenute con modalità simili, per le quali sono stati arrestati tre cittadini georgiani.
Il padre fondatore della letteratura contemporanea russa è stato però saccheggiato insieme ai titoli di altri illustri connazionali, tra cui Nicolas Gogol e Aleksej Kru?ënych, anche dagli scaffali delle biblioteche di Varsavia, Ginevra, Tartu e Riga. Tutti pezzi di grande valore, che farebbero gola a qualsiasi bibliofilo disposto a sborsare decine di migliaia di euro per arricchire la propria libreria. Come quelli pagati ad un’asta in Russia, dove è stato battuto uno dei libri rubati in Polonia. La pista dei furti commissionati da Mosca al momento sembra essere quella privilegiata, soprattutto alla luce delle sanzioni che potrebbero aver reso difficile la vita ai collezionisti russi.
Ma le razzie dei grandi classici russi in giro per l’Europa, esplose con l’inizio della guerra in Ucraina, potrebbero avere anche delle ragioni nazionaliste. Puškin è stato più volte citato da Vladimir Putin nei suoi discorsi come uno scrittore emblematico per la nazione. E da quel momento, i suoi libri sono andati letteralmente a ruba