Robinson, 2 febbraio 2024
Sul bolero, da Ravel a Bruno Lauzi
Ravel compone il suo celebreBolero nel 1928 per il balletto di Ida Rubinštejn.Doveva essere unfandango ma alla fine scelse diversamente. Fu rappresentato per la prima volta all’Opéra National de Paris in sua assenza poiché impegnato altrove per obblighi contrattuali. Il vero successo arrivò nel ’30 con l’Orchestre Lamoureux diretta finalmente dall’autore. Nonostante l’audacia della composizione, 16 minuti di durata senza mai variazioni di tempo, il pubblico e gli editori ne furono talmente conquistati da richiedere al più presto la versione discografica. Il 78 gg andò a ruba, diventando uno dei più grandi successi discografici di quegli anni. Anche Toscanini lo diresse a New York nel 1930 prendendosi delle libertà che infastidirono non poco il musicista francese. Ovviamente il bolero esisteva già come genere musicale spagnolo, ma quello di Ravel ha praticamente oscurato anche i più nobili precedenti. Portiamoci avanti fino al 1961, sempre in Francia. Gilbert Bécaud consola la sua amica Elga Andersen che ha appena chiuso col suofiancé. È smarrita nel suo dolore e disarmata si rivolge a Gilbert dicendogli: Et maintenant, qu’est-ce que je vais faire?Scusa Elga, come hai detto?Aspetta che mi metto al piano. Et maintenant que je vais faire? Bolero e disperazione, bolero e abbandono, un crescendo di sentimenti sottolineati da una ritmica incalzante. Sei andato via e adesso cosa farò del tempo che rimane, mi hai lasciato la terra intera ma la terra senza te è piccola. La voce di Bécaud è un monumento, una cattedrale.Lasciamo la Francia e scendiamo giù di qualche chilometro portandoci avanti di due anni.Genova 1963. C’è un altro genietto della canzone che si cimenta con il bolero. Si chiama Bruno Lauzi, è nato ad Asmara in quella che era la colonia italiana di Eritrea. Scrive un capolavoro, forse sulle tracce di Becaud e Ravel ma senza aver bisogno di emularli. Ritornerai è un gioiello della musica italiana. Il testo anche qui sottolinea un abbandono ma mette insieme disperazione e orgoglio. Lei ritornerà ma ritroverà tutto come l’ha lasciato, perché lui è rimasto l’illuso di sempre. Non si è mosso di un millimetro. Ligure fino all’osso, Lauzi con la sua voce tagliente e sottile si muove tra dolore e riscatto, sicuro che lei si senta sola con la sua libertà. Che sia Becaud o Lauzi, c’è sempre qualcuno che va via e l’unica cosa che resta a scandire queste assenze è il ritmo incessante del bolero.© RIPRODUZIONERISERVATAMaurice Ravel Bolero (1928) Gilbert Becaud Et maintenant (1961) Bruno Lauzi Ritornerai (1963)