Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 31 Mercoledì calendario

Intervista a Gregorio Paltrinieri


Greg fino in fondo. «Dopo le Olimpiadi di Parigi avrò 30 anni. Non sono uno che va alle gare per partecipare». Paltrinieri smette?Presto per dirlo. Ha ancora molta fame da placare. Il primo morso è alla 10 km di acque libere ai Mondiali di nuoto in Qatar (2-18 febbraio). La maratona olimpica all’Old Port di Doha è in programma il 4 febbraio e mette in palio i Giochi per i primi 13 classificati (non si contano i tre atleti che hanno già il biglietto in tasca per la Francia). Greg di fatto è già qualificato avendo strappato il pass individuale nei 1500 stile in piscina.Ma certo non è uno cui piace fare passerella. Nuoterà per pescare per l’Italia una carta in più, l’altra proverà a prenderla Domenico Acerenza. Ai campionati di Fukuoka a luglio scorso, il campione di Carpi andò via prima, sofferente nel fisico, rinunciando alle 30 vasche nel cloro dopo un brutto 800 (ultimo) e una settimana di mare aperto al di sotto delle aspettative.Volò a Milano dove la sua fidanzata spadista, Rossella Fiamingo, sbagliò il suo assalto nella finale a squadre per l’oro.«Capita di fare passi falsi. Ci abbiamo pensato un giorno, poi ci siamo goduti le vacanze e a settembre abbiamo ricominciato ad allenarci. A volte la gente immagina situazioni drammatiche inesistenti. A me semplicemente scoccia se faccio gare brutte, ma l’800 in Giappone era totalmente falsato, quello non ero io, stavo male. Ma già il giorno dopo a Milano non mi interessava niente di quello che avevo fatto.Sono convinto di quello che voglio.Mai dubitato di me e di noi».Pregi e difetti di essere coppia tra sportivi di alto livello?«Camminiamo su due binari differenti e per fortuna ci incontreremo a Doha, lei ha una gara di coppa. Siamo molto diversi io e Ros, ed è un bene. Lei metodica e schematica, io vorrei ma mi faccio prendere dalla creatività del momento. Impariamo l’uno dall’altra».Se rinascesse, farebbe il mezzofondista?«Per la fatica che si fa quotidianamente, ci sono sport più allettanti. Comunque sì, lo rifarei: a me piace competere, è quello che mi tiene legato al nuoto».A quali e quante medaglie punta a Parigi?«Difficile da dire adesso. Spero di essere ancora competitivo su tutte e tre le distanze».La 10 km sarà nella Senna.«Un palcoscenico scintillante. Ci ho già nuotato, ma in un altro punto rispetto al percorso olimpico. È un fiume molto largo, imponente. E anche se l’acqua è sporca, preferisco nuotare in un’atmosfera elettrica alcentro di Parigi, che in un bacino anonimo. Certo, le Olimpiadi tornano in Europa e tra la gente. Ma preoccupano le guerre attorno così come non è ideale gareggiare dove i russi non vanno e se vanno non partecipano gli ucraini. Lo sport dovrebbe unire. Da atleta farei qualsiasi cosa per essere a Parigi, nella culla dell’arte, mi vengono in mente mille pittori e mille film, un posto ideale per esprimere le proprie idee, che nel nostro caso è la nostra forza».Si sente forte?«Fisicamente sto a posto, sono stato bene tutto l’inverno, anche grazie al fatto che ho saltato gli Europei in vasca corta, la prima gara internazionale che non faccio dal 2011. Col mio allenatore, Fabrizio Antonelli,stiamo provando a risparmiare energie e focalizzarci su degli obiettivi».Basta al Greg onnivoro?«Quando nuoto 16 km al giorno per svariate settimane arrivo a livelli di stress da cui iniziano i guai fisici.Anche se la mia indole mi porta sempre a fare di più, non reggo i regimi di un tempo. Il mio corpo si è stancato e usurato tanto. Devo contenermi, fare delle scelte. Anche a Doha vedrò se fare tutte le gare.L’obiettivo dell’anno è Parigi».Le piacerebbe essere il portabandiera?«A me non è stato detto niente, anche se il mio nome salta spesso fuori. È un ruolo importante, sarebbe un piacere e un onore immensi rappresentare tutti gli sportivi italiani».Sente di essere un personaggio al di là della vasca?Alla Pellegrini, Tamberi, Goggia e Sinner?«Da piccolo non tifavo il più forte ma quello che diceva cose che mi stuzzicavano, che mi facevano pensare. Tra i grandi amavo Tomba, quando lo ascoltavo mi veniva voglia di sciare. Se io ispiro i bambini a nuotare, è un risultato. Sono orgoglioso del progetto Dominate the water per avvicinare la gente a conoscere il fondo e a occuparsi della tutela dell’ambiente, in futuro vorremmo trasformarlo in qualcosa di più grande. Gli sportivi possono trasmettere valori. Gimbo lo sento spesso, con Sofi siamo simili, le pressioni ci danno una spinta in più.Sinner non lo conosco ma mi piace moltissimo (Gli ha fatto gli auguri prima della finale e poi ha postato una storia con la foto di Jannik sdraiato sul campo, ndr).Mai dovremmo sentirci invincibili quando vinciamo e mai dovremmo sentirci finiti quando qualcosa va male».Il nuoto si sta allargando ad altri mondi.«Si sta globalizzando, molti possono allenarsi all’estero e gli stranieri vengono da noi: nel mio gruppo ne sono passati tanti e ora ci sono tre francesi, una tedesca, una dell’Ecuador. Ungheresi e brasiliani.A me piace questo scambio di culture».La Nazionale azzurra cosa può fare ai Giochi?«A differenza del passato abbiamopiù punte e un valore medio più alto. Prima si parlava solo di Federica, di me e Detti per le medaglie. Ora c’è un Ceccon fortissimo e unico per quante gare può fare bene, ci sono Martinenghi, Pilato, Burdisso, Quadarella. Tanti a giocarsela».Lei giocherà ancora dopo Parigi?«Ancora non ho deciso, ci sarà il tempo necessario per farlo. Avrò 30 anni. Ho sempre pensato che per come sono cresciuto, per tutte le gare che ho fatto e le situazioni in cui sono stato, trovarmi a dover solo partecipare mi starebbe stretta. Mi piace più competere per la vittoria che nuotare. Quello che mi tiene attaccato a questo sport è poter vincere. Farò le mie riflessioni vedendo come va Parigi».Un film o un libro su cui riflette?«Ho appena finitoIl Codice da Vinci e iniziato a leggere Autobiografia di uno yogi,il libro preferito di Steve Jobs che mi incuriosisce molto.Come riuscire a uscire dal proprio corpo in modo che nessuno ci tocchi? Io avevo fatto una specie di training autogeno alle Olimpiadi di Rio, chiudevo gli occhi, in silenzio, e riuscivo a estraniarmi senza sentire niente ma stando lì».Fu oro. Altre suggestioni?«Ho visto il filmLa società della nevesul disastro aereo sulle Ande. Mi immaginavo di essere uno di loro e mi chiedevo come avrei potuto reagire da sopravvissuto. Dove trovi la forza di andare avanti?».