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 2024  gennaio 30 Martedì calendario

"IL MIO SUPERUOMO? L’INTELLIGENZA DI FELLINI, LA PRESTANZA FISICA A LETTO DI CRAXI. LA PERSONALITÀ DI BERLUSCONI” - L'INTERVISTA DEL 2012 A SANDRA MILO BY GIANCARLO DOTTO – “BETTINO CRAXI? L’HO LASCIATO IO QUANDO ERA ANCORA PADRONE DELL’ITALIA. NON L’HO CERCATO QUANDO CADDE IN DISGRAZIA. FORSE HO FATTO MALE…” – "FELLINI? UN INCANTATORE DI SERPENTI. MI SONO FATTA MOLTO MALE IN AMORE" - "A MASTROIANNI PIACEVA TROPPO LA GRAPPA. ALBERTO SORDI, INVECE, NON L’HO MAI AMATO" - L’ATROCE SCHERZO SUL FIGLIO CIRO IN DIRETTA: “DISSERO CHE M’ERO INVENTATA IO LO SCHERZO. MI RITROVAI FUORI DALLA RAI” – VIDEO -



Giancarlo Dotto per "Diva e Donna" – Intervista del 2013

Non è un’allucinazione, ma le somiglia molto. Centinaia di gatti spiritati che sbucano ovunque, dagli oleandri, sopra e sotto le panchine di cemento, il muso dentro le ciotole sparse, che si allisciano sontuosi nel giardino di casa, una villa nella campagna a sud di Roma.

Ci scorta Ciro in persona, jeans, t-shirt e infradito, Ciro proprio lui, il figlio prediletto invocato in diretta televisiva dalla mamma in lacrime. Due pantere nere di alabastro all’entrata, sul tavolino una grande stella dei venti in cristallo Swarovski, tende lilla nel salotto, i suoi ritratti alle pareti, le foto con i figli. E poi la scia inconfondibile, “Womanity” di Thierry Mugler. Vado pazzo per Sandra Milo e per il suo profumo. Anche per la sua voce vado pazzo.

“Eccomi”, fa lei radiosa, sbattendo le ciglia da Minnie, dentro una maglia alla marinara e un completo giacca e pantaloni blu. Donna spiritosa, sentimentale e acutissima, altro che Sandrocchia.  “Vuoi una fetta della torta con lo zucchero di canna cucinata da Azzurra?”. La voglio. Azzurra è proprio lei, la figlia miracolata, nata prematura, salvata da una suora. Oggi è una bella ragazza che cucina torte eccellenti. Gatti anche sul divano. Due, per la precisione, di spalle che amoreggiano sul tetto e guardano alla luna, ricamati sul cuscino. Non mi resta che trarre le conclusioni.

Hai una passione smodata per i gatti. “Li odio. Quelli che hai visto sono tutti gatti abbandonati. Gli abbiamo dato da mangiare e, nel frattempo, si sono moltiplicati. Il cuscino l’ha ricamato Deborah, l’altra mia figlia”. Da quanti anni la scelta di vivere in campagna? “Dodici. Qui c’è l’aria buonissima dei Castelli e siamo a mezz’ora dal centro. Quando sono arrivata non c’era nemmeno una pianta, allora le ho piantate tutte io (ride come sa ridere solo Sandra Milo). Vivo con Ciro, Azzurra e la ragazza di Ciro, poi c’è Deborah, la più grande, che abita per conto suo. Sta a Roma, è una bravissima inviata per “La vita in diretta”. Ha seguito il processo di Perugia”.

Che idea ti sei fatta?  “Che è meglio un colpevole libero piuttosto che un innocente in prigione. Quei due ragazzi, però, non mi hanno conquistato il cuore per la loro simpatia. Amanda? Parlano solo di lei. Lei ha uno sguardo che io non ho voglia di vedere. Ha quegli occhi così…”. Hai visto le immagini di Gheddafi linciato e assassinato? “Ho visto e ci ho pianto sopra a vederle”.

Tu sei nata in Tunisia, sei un po’ araba. “Ma ci ho vissuto solo tre anni e sono venuta via. Non mi sento araba per niente”.

(…)

Dimmi di tuo figlio Ciro. La tua fuga dalla diretta televisiva resta l’icona della madre straziata. “Non era mai successo: un demente che telefona annunciando una disgrazia alla poveraccia che sta lì in diretta. Mio figlio Ciro correva forte in moto, aveva sempre incidenti, non ci pensai un attimo a scappare via”. Perfettamente in tema, il programma si chiamava “L’amore è una cosa meravigliosa”. “Ciro l’ha vissuta malissimo quella storia. Per anni i ragazzi gli hanno fatto il verso, lo sfottevano: “Ciro, Ciro!” e lui reagiva facendo a botte. Oggi è un quarantenne tranquillo che vive con me e la sua bellissima fidanzata”. Da lì, per un bel po’ sei sparita dalla televisione. “Tipica storia all’italiana. All’inizio tutti a consolarmi, a dirmi “poverina”, incluso il presidente di allora Cossiga. Dopo un po’, cominciarono a dire che m’ero inventata io lo scherzo. Mi ritrovai fuori dalla Rai”.

Come nasce questa favola della Milo svampita? “Era l’epoca in cui le donne intelligenti dovevano essere brutte per forza. Belle e intelligenti non le sopportava nessuno. Il cervello l’ho usato divertendomi a recitare una parte che non era la mia. Fu Maurizio Costanzo un giorno a dare la notizia: “Guardate che la Milo è intelligente”. Da lì sono diventata intelligente. Fui ingaggiata anche come autrice da Giovanni Minoli”. Facevi le interviste più strane. “Una volta Minoli mi commissiona un pezzo su Garibaldi. Mi ritrovai il giorno prima senza ospiti. Lui s’infuriò: “Arrangiati, io voglio il pezzo!”. Mi feci portare un cavallo in studio e intervistai il cavallo di Garibaldi, doppiato da un attore fuori scena”.

A proposito di Garibaldi, hai amato Bettino Craxi. “L’ho lasciato io quando era ancora padrone dell’Italia. Non l’ho cercato quando cadde in disgrazia. Forse ho fatto male, ma glielo avevo detto più volte di non fidarsi di molti che lui considerava amici. Ho preso però le sue difese pubblicamente. Ma, dei miei cari estinti, l’unico con cui parlo ancora è Federico Fellini”. Parli con Federico Fellini? “Gli parlo quando sono nei guai e gli dico: “Non mi hai mai aiutato in vita, ma adesso devi farlo. Comodo andarsene via così e lasciarmi qui”. Funziona. Trova sempre il modo di farmi capitare delle cose belle. E’ il mio protettore”. I felini in cortile e Fellini nel cuore. “L’amore della mia vita. Per diciassette anni è stata festa meravigliosa dei sensi, fuori da ogni assillo quotidiano, l’affitto, il telefono, i conti da pagare. Quando andavo da lui, nel suo appartamento in via Sistina, non riuscivo a prendere l’ascensore. Non ce la facevo ad aspettare. Dovevo salire di corsa. Arrivavo e la porta già era aperta e lui lì, emozionato come me, le gambe che ci tremavano. Questo per anni”.

Hai lavorato con Mastroianni e con Sordi. “Marcello è l’unico attore che ho amato. Non fisicamente, ma come persona. Non era pigro come dicono. Se si rompeva il ferro da stiro era lui che lo portava a riparare, non Flora. Amava la vita. Aveva solo un difetto, gli piaceva troppo la grappa. Alberto, invece, non l’ho mai amato. L’ho frequentato poco e non avevo nessun desiderio di farlo”. I politici di ieri. “Un nome, Pietro Nenni. Ero socialista già a dodici anni, quando ho letto per la prima volta Marx ed Engels. Nenni mi scrisse un biglietto a mano, bellissimo, per ringraziarmi quando seppe che avevo votato per lui. Mi scrisse anche quando ero ricoverata in clinica, massacrata di botte da Moris Ergas.  Il nostro è stato un amore platonico, affidato alle lettere. Amavo molto anche Enrico Berlinguer. Una persona bellissima”.

(…) Tu hai ancora voglia? “L’uomo mi manca in senso fisico, per il resto dormo benissimo da sola. Mi piacerebbe averlo, l’uomo, prima di addormentarmi”. Ti hanno mai proposto di fare politica? “Il primo fu Ugo La Malfa. Mi disse: “venga con me, faremo grandi cose”. Rifiutai. Io non so fingere e mi fa schifo chi lo fa, come faccio a far politica? No, non fa per me”. Dimmi di te, della donna che sei e che sei stata. “Non mi sono mai privata di niente. Mi sono concessa a tutte le passioni, senza calcoli e senza riserve. Mi sono fatta molto male in amore”.

Masochismo femminile? “Dolore di madre. Ho avuto dei mariti con uno scarsissimo senso paterno. Che usavano i figli come ostaggi per recuperare la madre. Per la mia prima figlia Deborah, avuta da Moris Ergas, ho affrontato quarantaquattro processi e sono finita in Israele quando c’era la guerra, a dormire per terra in un kibbutz, tra le donne soldato armate di mitra”. Il tuo Caino privato? “Ho subito violenze assurde dagli uomini che ho amato. Se sei molto amata, sei anche molto odiata. Chi ama arriva a odiare la causa della sua dipendenza. Ora, per fortuna, non ho più storie d’amore”.

Sandra Milo oggi. “Una donna fortunata che ha trovato l’equilibrio. Riesco a comprendere di più i miei figli e le persone che amo. E’ come se avessi un’anima allargata”. Il tuo superuomo. “L’intelligenza di Fellini, la voce di Bettino e la sua prestanza fisica a letto. L’umanità di Nenni e Berlinguer. La fantasia di Franco, un mio fidanzato di quando ero giovane, che mi spingeva nei territori eccitanti del peccato, quando ancora avevo il senso del peccato. La personalità di Berlusconi. Uno che fa sempre quello che vuole. La generosità? Non ho mai conosciuto uomini generosi”.