la Repubblica, 28 gennaio 2024
Il blocco dei trattori
La rabbia è il rumore dei trattori fatti girare senza sosta intorno alla rotatoria davanti al casello dell’A1. Orte, pochi chilometri da Roma. Più di cento mezzi, ieri, schierati contro l’Europa e il governo. A contestare il Green Deal, a marcare le distanze dalla destra che – è la grande accusa – «ha aumentato le tasse agli agricoltori». E quindi l’atteggiamento muscolare: l’entrata e l’uscita dell’autostrada del Sole bloccate per due ore. La grande prova generale per una protesta ancora più eclatante, per lo meno per l’impatto che possono avere le immagini dei trattori intorno ai palazzi della politica. «C’è troppa rabbia, se il governo non dà un segnale andiamo a Roma», diceDanilo Calvani a Repubblica. È lui il coordinatore dei Cra, i Comitati riuniti agricoli-agricoltori traditi che animano la contestazione. Da Nord a Sud. A Venezia e Pescara, ma anche a Campobasso e in Sicilia, nell’entroterra di Enna. Lungo la statale 106, in Calabria.
Oggi a Torino, a piazza Castello, per un sit-in a cui parteciperà anche una delegazione degli agricoltori francesi più agguerriti, quelli che rifiutano il dialogo offerto dal primo ministro Gabriel Attal. Un malessere diffuso, alimentato da una base variegata. Dentro la C.R.A. ci sono soprattutto agricoltori, ma anche no-vax, che su Telegram rilanciano screenshot sulla protesta contro i vaccini anti Covid e il green pass. L’anima è quella delMovimento dei forconi, che nel 2013 portarono gli agricoltori in piazza. Il Tricolore, niente bandiere di partito, anche ieri. E c’era sempre Calvani a guidare la protesta. Che oggi ha toni antieuropei. «L’Europa – insiste ilcoordinatore – ci sta mettendo il cappio perché permette ai Paesi extraeuropei di importare da noi merce senza rispettare le regole, dando spazio alle multinazionali che giocano pure sulla salute dei cittadini». Toni accesie coloriti, dietro cui si cela la contrarietà per alcune scelte della Commissione europea. A iniziare dalla riforma della Pac, la politica agricola comune che ha riservato il 30% delle risorse a misure ambientali. Ma nel mirino sono finite anche la direttiva sulla riduzione dei prodotti chimici e quella sulle emissioni industriali, che puntava a includere le stalle.
«Gli agricoltori devono essere protagonisti della transizione ecologica, non imputati», sottolinea l’eurodeputato del Pd Paolo De Castro, già ministro delle Politiche agricole. Ma le ragioni della protesta hanno a che fare anche con questioni nazionali. Prima tra tutte la decisione del governo di non rinnovare, dopo sette anni, la detassazione Irpef. «Ma hanno deciso di farci pagare anche l’assicurazione sui mezzi fermi da anni e rotti», chiosa Calvani.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida si difende con un post sui social, dove mette in fila tutti i fondi stanziati per l’agricoltura. Ma è osteggiato, insieme alla premier: «Dieci anni fa Meloni e Lollobrigida venivano ai nostri presidi e ci dicevano che avevamo ragione, poi si sono messi con la Coldiretti». Già, la Coldiretti. Rinnegata, insieme a Confagricoltura e Cia. Eccola l’anima dei forconi. «Non vogliamo neppure agganciare i partiti», promette Calvani. Ma la tappa di avvicinamento, seppure “fisica”, è già in programma. Roma, Montecitorio e dintorni.