Corriere della Sera, 28 gennaio 2024
Intervista a Claudia Gerini
Quanto conta l’amore per Claudia Gerini?
«Quello per le figlie, gli amici è aria per respirare, è ciò che mi fa sentire non solo viva, ma potente. In particolare, l’amore per Linda e Rosa, le mie due figlie, è una spinta gigante per dare il massimo sul lavoro e come persona. Poi, c’è l’amore per i personaggi che interpreto: li capisco, li giustifico, gli do dignità. Infine, amo la gente: sono quella che parla con la fruttivendola, con il tassista… Gli altri mi interessano tutti, mi piace ascoltarli. Ecco, forse, per me, l’amore è ascolto».
E l’amore di coppia cos’è?
«Non ho mai in mente un uomo ideale. Per me, l’amore è un’entità che ti coglie, non lo scegli, arriva e ti prende. Si presenta non quando lo vuoi ma quando sei pronto ad accoglierlo, se non sei distratto e sei lì ad allacciarti la scarpa. Quando sento dire: non so se lo amo, dico: allora, non è amore; se ami, lo sai. È come se si spalancassero le finestre tutte insieme, tutto è più bello, colorato, vuoi condividere, dare tutto. L’amore, quello sano, è qualcosa che ti fa essere migliore. E i brividi che dà, la contentezza che provi, la sensazione di non vedere l’ora di raccontare qualcosa alla persona che ami sono gli stessi a tutte le età».
Ma se l’amore ha una volontà propria, non può capitare anche quello sbagliato, tormentato?
«Ho avuto anche io quelli che pensavo fosse amore e invece era un calesse. Però, fin da ragazzina, sono stata guidata dalla passione del mio lavoro e questo mi ha consentito di tenermi lontana da situazioni che potevano farmi soffrire. Semmai, mi è successo di vivere amori in cui stavo in una bolla, volevo stare cheek to cheek con la persona del momento e ho trascurato le amicizie. Dopo no, piuttosto, ho trascinato l’altro coinvolgendolo nella mia vita».
Questo amor proprio ce l’ha innato e se l’è costruito?
«Ho un approccio gioioso alla vita da quando sono nata e, crescendo, ho via via messo da parte i comportamenti che non mi facevano stare bene, tipo: essere troppo disponibile, non dire di no per accontentare qualcuno. Più di tutto, l’amor proprio si è rafforzato diventando madre, con la protezione del nucleo, stando in un progetto di vita più grande, ma non sono mai stata autodistruttiva. Sono sempre stata attenta a non farmi male, forse perché sono sempre stata abituata ad avere una responsabilità professionale».
La responsabilità di qualcosa Claudia l’ha sempre avuta. Ha fatto 70 film, una quindicina di serie tv, una regia, ha vinto un David di Donatello. Ora, è al cinema nella commedia Sicilian Holyday – Sciacca, un sogno fatto in Sicilia di Michela Scolari. Su Netflix, sarà la cattiva di Sara, la nuova serie tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni. Di prossima uscita anche il noir Il Corpo, diretto da Vincenzo Alfieri. Ha finito di girare anche U.S. Palmese dei Manetti Bros.
Prima di esplodere col successo di Viaggi di nozze, ha iniziato con gli spot a 15 anni e mezzo, a 16, ha fatto il primo film, Roba da ricchi di Sergio Corbucci, poi, Non è la Rai. Se le chiedi che ragazzina è stata, risponde «tranquilla e felice e che aveva un sogno».
Neanche i primi amori l’hanno destabilizzata?
«Già allora, se vedevo la gelosia, scappavo subito. Nessuno poteva dirmi non fai questo o quello, né poteva succedere che amassi talmente tanto qualcuno da rinunciare a un’opportunità di lavoro per lui. La mia realizzazione non l’ho mai messa dietro a nessun amore. E non potrei amare un uomo che non ha il piacere di vedermi realizzata. Infatti, ho il radar per evitare narcisisti ed egocentrici».
Il primo fidanzatino?
«A 16 anni, l’amore del liceo: ero proprio innamorata persa, è stato romantico, lui era diventato il mio migliore amico, il mio buddy che mi ha poi condotto nel magico mondo dell’amore fisico».
Ha avuto una storia con Gianni Boncompagni, che era più grande di lei e, in anni recenti, un compagno più giovane: la differenza d’età non conta?
«No, se c’è un sentimento forte. Ma forse, salvo Woody Allen con Soon-Yi, la differenza d’età finisce poi per sentirsi nel lungo raggio».
Carlo Verdone col quale ebbe un flirt dopo «Sono pazzo di Iris Blond», ha detto che, per carattere, non avreste potuto stare insieme a lungo.
«A 25 anni, avevo una vita un po’ disordinata proprio come Iris Blonde. Io volevo viaggiare, ballare al Dc10 di Ibiza, lui era in una fase più riflessiva. Ma siamo stati sempre amici e lo siamo ancora».
Diceva che non ha mai in mente un uomo ideale e infatti i papà delle sue figlie sono molto diversi: Alessandro Enginoli un manager in giacca e cravatta, Federico Zampaglione un artista più rockettaro.
«Due pianeti lontanissimi. Sono stati incontri di anime che hanno tirato fuori qualcosa che non potevo fare a meno di vivere. Poi, si fanno delle scelte, ma l’importante è rimanere amici, bisogna voler bene ai padri dei propri figli e io mi ricordo sempre di cosa mi ero innamorata in loro».
L’amore per sempre è stato un’ambizione?
«Lo è stata e lo è, perché so che esiste».
Ora, è innamorata?
«Sono in una relazione molto felice e appagante».
Con Riccardo Sangiuliano, il manager di Generali col quale è stata fotografata di recente?
«L’avevo conosciuto tanti anni fa, poi ci siamo rivisti a una festa. Quella sera, abbiamo ballato moltissimo. Questa cosa mi è piaciuta. Ci frequentiamo da sei mesi. Uscivo da due anni passati per la prima volta sola e con lui mi è tornata la voglia di condividere. Per me, la coppia è qualcosa di allegro in cui si chiacchiera, ci si diverte, si fanno cose insieme e, in cui, soprattutto, anche per piacere all’altro, cerchi di continuo di tirare fuori il meglio di te».
Lei, in amore si butta o va coi piedi di piombo?
«Molti dicono “ho ricevuto delusioni” e si chiudono a riccio, io butto avanti il cuore. Ci s’innamora se non si ha paura di soffrire e di uscire dalla propria comfort zone e se non avviciniamo le persone col pregiudizio».
Ha mai sofferto per non essere stata amata o per essere stata tradita?
«Si soffre anche quando si lascia. Ho sofferto quando cercavo di capire se rilanciare o chiudere una relazione, se era una crisi superabile».
Quindi, non è mai stata lasciata?
«Mai. Ho tutti dieci in pagella».
Ride perché sa che è un caso unico?
«Non diciamolo… Non si sa mai. Magari stavo per essere mollata e ho solo anticipato io la decisione».
Non mi dica che non è stata neanche tradita…
«Ma lo sarò stata mille volte, solo che non l’ho saputo. Anche perché sono una che si fida e non controlla».
E lei, invece, ha tradito?
«Lo ammetto. È successo quando l’amore si era un po’ afflosciato, infatti, dopo, ci siamo lasciati».
Una volta, ha detto che il tradimento sessuale è sopravvalutato.
«L’ho detto io? Oggi, non lo ridirei, sono in un altro momento emotivo. Non potrei mai tradire e mai perdonare».