Corriere della Sera, 28 gennaio 2024
Delitti
Morto in casa con ferite da arma da taglio. Un giovane di 26 anni, Andrea Bossi (foto Dard), è stato trovato senza vita nella tarda mattinata di sabato nella sua abitazione di Cariate, nel Varesotto, dove viveva da solo. Secondo i primi accertamenti il gio-vane sarebbe stato accoltel-lato. Si indaga quindi per omicidio. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Fagnano Olona, raggiunti poi dal Nucleo investigativo di Varese. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Busto Arsizio. (a.c.) [CdS]
*** Claudio Tadicini per il CdS
LECCE Filmati, testimonianze e cellulare al setaccio, investigatori in cerca di riscontri. E in cerca di quella «verità» che i familiari di Roberta Bertacchi, ritrovata impiccata con la sciarpa regalatale dal fidanzato ultrà la mattina dell’Epifania a Casarano, ritengono non sia ancora venuta a galla.
I testimoni che hanno accolto l’appello della madre Marina Bonomo «a parlare», presentatisi spontaneamente in caserma, infatti, avrebbero sconfessato (in parte) il compagno su quanto accaduto la notte prima della tragedia: «In casa – le parole di quattro amici della giovane, che rimasero con Roberta fino alle 3 – c’era anche lui». E lui, Davide Falcone, trentacinquenne di Casarano, non conferma e non smentisce: «Quello che dovevo dire l’ho già detto, non ho altro da aggiungere».
È il nuovo tassello che potrebbe arricchire il «giallo» sulla morte della ventiseienne d’origine milanese, trasferitasi con madre e fratelli nel Salento sin dall’età di 9 anni, su cui carabinieri e procura indagano da settimane, ipotizzando (a oggi contro ignoti) l’accusa di istigazione al suicidio.
Che sia stato un gesto estremo è confermato dall’autopsia, ma la famiglia di Roberta – al fianco dei loro legali Silvia Romano e Luciano De Francesco – vuole sapere chi l’abbia spinta a compierlo, perché «Roberta era solare, aveva dei progetti e non avrebbe avuto motivo a togliersi la vita». E anche perché in casa sono stati trovati oggetti rotti e fuori posto.
Le nuove testimonianze sono al vaglio degli inquirenti, anche perché parrebbero smentire quanto riferito loro dal fidanzato ultrà, col quale Roberta – la sera precedente la tragedia – aveva avuto un litigio acceso in un locale della città: ascoltato a lungo la mattina del 6 gennaio dopo il rinvenimento del corpo, infatti, avrebbe riferito di averla riaccompagnata a casa e di essere poi tornato dai figli.
Secondo i testimoni, invece, dopo la lite, i due si sarebbero separati: lei sarebbe rincasata a piedi; lui, invece, l’avrebbe raggiunta più tardi e, dopo un ulteriore litigio alla presenza degli amici, se ne sarebbe poi tornato a casa sua.
Il compagno non è indagato. Al Corriere della Sera non ha voluto aggiungere nulla su quella notte, ma ha ribadito «di non avere mai fatto male a nessuno».
Il dramma di Roberta ha stravolto anche la sua vita e quella dei suoi figli. Davide Falcone smentisce di avere ricevuto minacce di morte sui social, ma si sfoga e ribadisce di avere «la coscienza pulita», aggiungendo di «essere stanco delle dicerie e di questa situazione, che mi sta distruggendo la vita: non mangio, sto male. E non è giusto». Con Roberta era fidanzato da un mese e mezzo, avevano dei progetti: «Litigavamo, ma stavamo bene insieme – dice – a maggio avremmo dovuto lasciare casa e ne stavamo cercando una insieme».