Corriere della Sera, 28 gennaio 2024
Schlein: «Meloni come Wanna Marchi»
CASSINO Un sit in davanti alla Rai per difendere la libertà di informazione: Elly Schlein lancia l’iniziativa da Cassino, la prima delle sei tappe previste per preparare la campagna delle Europee. Una mossa a sorpresa, di cui era all’oscuro anche gran parte dei dirigenti dem. Un’iniziativa che ricorda più le proteste dei Radicali che le classiche manifestazioni dem. «Faremo un sit in alla Rai per difendere il pluralismo e la qualità dell’informazione. E invitiamo tutte le opposizioni. Si è oltrepassato il segno, dall’editto bulgaro siamo giunti al modello ungherese», dice la segretaria. Per Schlein è giunto il tempo di unire le forze d’opposizione contro «questa destra». Fratoianni le dà ragione e propone una grande manifestazione unitaria.
Dunque, da Cassino, che ieri ricordava l’ottantesimo anniversario del bombardamento della città, Schlein attacca frontalmente Meloni. Una strategia, quella dello scontro quotidiano con la premier, che mira a polarizzare la campagna elettorale e che sembra preparare il duello delle Europee. «Mi hanno segnalato – tuona Schlein – un titolo di ieri nella tv pubblica (la polemica riguarda il Tg1, ndr) che diceva: “Mille euro in più per gli anziani, si voterà l’8 e il 9 giugno”. Raccontano che agli anziani andranno mille euro, invece è una sperimentazione che coinvolge circa 25 mila persone. Una propaganda becera, sulla pelle degli anziani». Quindi la segretaria lancia l’ultimo affondo: «Meloni sembra diventata la regina delle televendite, facendo concorrenza a Wanna Marchi. Ma la tv pubblica non può essere Telemeloni».
Fiorello dice che mi sento sola? Mi sento ot-timamente accompa-gnata. A lui mando un caro saluto e un abbraccio, spero tanto di vederlo presto
La platea si spella le mani, tra i presenti, però, serpeggiano due interrogativi. Non riguardano la premier bensì l’addio di Smeriglio al gruppo di Strasburgo, che, come sottolinea Bettini, ha lasciato «l’amaro in bocca», e le decisioni della leader sulla sua candidatura alle Europee. La prima domanda resta inascoltata. In pubblico Schlein non ne vuole parlare, in privato, con i suoi, dice: «Smeriglio non ha lasciato il Pd perché non era iscritto». Ma è soprattutto sulla candidatura della segretaria che si incentrano gli interrogativi dei più. In platea i parlamentari sono pochi: Orfini, Zingaretti e Mancini. Poi ci sono tre eurodeputate: Laureti, Covassi e l’ex M5S Rondinelli. Nemmeno loro sanno se Schlein si candiderà. Marta Bonafoni, che organizza gli eventi preparatori delle Europee, non si fa sfuggire nulla. Però chi conosce bene Schlein sostiene che tutto è già pronto e che gli attacchi quotidiani a Meloni sono il trampolino di lancio della corsa. L’unico vero problema è il timing: Schlein non intende decidere dopo Meloni.
La candidatura
La segretaria non ha sciolto le riserve, chi la conosce è certo: non deciderà dopo Meloni
La segretaria sa che la sua candidatura può dare fastidio a molti. Nel Nord-Ovest Cecilia Strada avrebbe chiesto l’elezione sicura e un buon posto in lista. Nel Nord-Est a Bonaccini non farebbe piacere essere secondo dietro la segretaria. Nel Centro Zingaretti e Nardella scalpitano. Al Sud De Luca ed Emiliano potrebbero giocarle qualche scherzetto. Ma lei non si scoraggia: un successo personale alle europee porrebbe fine ai tentativi di logoramento della leadership che sono in corso. E Schlein, per far capire che non ha intenzione di cedere, ripete a tutti: «Io non mollo». E a Fiorello che la prende in giro per la sua solitudine replica così: «Mi sento ottimamente accompagnata». Si riferisce ai militanti, che accorrono a ogni sua iniziativa, non certo ai dirigenti del Pd...