Corriere della Sera, 28 gennaio 2024
In morte di Bruno Segre
Avvocato, giornalista, partigiano, difensore dei diritti civili, laico custode della memoria e della democrazia. Bruno Segre, morto ieri mattina a Torino all’età di 105 anni, era tutto questo e molto altro. A dare l’annuncio è stato il figlio Spartaco, ma Segre, pochi giorni fa, aveva voluto dettare anche il comunicato da diffondere alla stampa: «È improvvisamente deceduto a Torino il compagno avvocato Bruno Segre, noto quale difensore degli obiettori di coscienza in anni lontani facendo approvare la legge che istituì il servizio civile». Laureato in giurisprudenza nel 1940, essendo figlio di un genitore ebreo, non aveva potuto esercitare la professione forense a causa delle leggi razziali. Era entrato nella Resistenza con il nome «Elio», aveva conosciuto il carcere e combattuto nelle valli cuneesi. Dopo la Liberazione aveva iniziato la sua carriera giornalistica e, nel 1949, aveva fondato la testata indipendente L’incontro. Fu uno dei promotori della legge sul divorzio e protagonista di molte altre battaglie. «Sono fiero di tutto quello che ho fatto e in particolare di aver combattuto il fascismo in ogni modo», aveva dichiarato Segre nella sua ultima intervista al Corriere della Sera. «Con la morte di Bruno Segre perdiamo un punto di riferimento nella lotta per i diritti», ha dichiarato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Mentre il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha ricordato la sua «difesa dei valori, della democrazia, della libertà e dell’antifascismo. La sua scomparsa è un ulteriore monito».