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 2024  gennaio 27 Sabato calendario

L’ascesa di Vattani


RomaTra i grandi marmi bianchi della Farnesina, in queste ore, i diplomatici bisbigliano in modo meno discreto del solito. Nelle loro discussioni si sussurra soprattutto il nome di Mario Vattani, promosso giovedì sera in Consiglio dei ministri al ruolo di «ambasciatore di grado», la più alta carica delle carriere diplomatiche. È la premier Giorgia Meloni ad averlo voluto rendere ambasciatore a vita, consigliata soprattutto – raccontano – dal suo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.Le feluche ne parlano, dunque. E quando lo fanno il loro tono si fa aspro, perché nella rosa di nomi presentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani a Palazzo Chigi «c’erano anche persone con più anni di ruolo e punteggi più alti di Vattani», racconta una fonte a La Stampa. Nessuno, neppure tra i suoi detrattori, mette in dubbio «l’intelligenza e le qualità lavorative di Vattani», ma lungo i grandi corridoi del ministero degli Esteri scivola facilmente il sospetto che quella nomina sia arrivata «seguendo non un criterio di merito, ma di fedeltà politica». Non si sarebbe guardato a sufficienza – viene spiegato – il punteggio ottenuto con gli anni di servizio e le operazioni svolte da «ministro plenipotenziario di I classe» (il grado precedente a quello di ambasciatore), che Vattani aveva ottenuto nemmeno un anno fa, «anche se – si ammette con un pizzico di amarezza – è qualcosa che si è già visto in passato». Uno scontento che investe anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che proprio di fronte agli ambasciatori, riuniti al ministero poche settimane fa, assicurava che con lui nessuno avrebbe fatto carriera bussando alle porte giuste.Lontano dalla Farnesina e dai suoi delicati equilibri interni, in Parlamento, le opposizioni guardano invece all’opportunità politica di questa scelta. Nel mirino viene messo il credo mai nascosto da Vattani, il «console fasciorock», che si conquistò questo non invidiabile soprannome suonando con la sua band «SottoFasciaSemplice» ad un evento organizzato dal movimento di matrice neofascista CasaPound, durante il quale avrebbe sfoggiato un braccio teso dal palco. E lui, in fondo, per difendersi rivendicava la sua posizione: «Non ho fatto il saluto romano su quel palco, ma non dico nemmeno di non averlo mai fatto in vita mia». Ecco, quindi, che «di fronte alla Giornata della Memoria, è uno schifo che questo Paese venga rappresentato da gente che non capisce che cosa vuol dire fare quel saluto romano», dice prendendo la parola alla Camera il vicecapogruppo dell’Alleanza verdi-sinistra, Marco Grimaldi. «Dopo l’amichettismo arriva il cameratismo: invece di essere rimosso da ogni incarico è stato promosso ad ambasciatore di grado». La definisce una nomina «scandalosa» anche il responsabile esteri del Pd, Peppe Provenzano, di fronte alla quale «abbiamo già presentato alla Camera un’interpellanza urgente». Per di più, fa notare Provenzano, «ieri hanno promosso tutti maschi, ed è uno scandalo anche questo».I Dem si augurano, quindi, che per lo meno Vattani «resti fuori ruolo». Invece, per lui, potrebbe esserci un incarico prestigioso dietro l’angolo. L’attuale ambasciatore a Tokyo Gianluigi Benedetti tra non molto andrà in pensione, lasciando vuota una poltrona di prestigio su cui Vattani avrebbe già posato gli occhi, anche in virtù del suo matrimonio con una donna giapponese e della sua esperienza come console a Osaka. «Questo segno di fiducia da parte del governo», dice non a caso Vattani, «mi è di grande supporto per il mio incarico attuale come Commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka». E sente di voler quindi «dedicare questa nomina alla mia famiglia, da cui ho imparato il valore dell’impegno per la propria Nazione». —