Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 27 Sabato calendario

Quanto potrà resistere Olaf Scholz

   
Quanto a lungo potrà resistere Olaf Scholz? L’indice di popolarità è sceso a 17 punti, mai così in basso per un Cancelliere. Meno del 20% dei tedeschi giudica che sia ancora in grado di guidare la coalizione al governo.

Il suo partito, l’Spd, nei sondaggi è sceso al 13%, la metà rispetto al settembre del ’21, quando vinse le elezioni con una rimonta quasi al fotofinish grazie proprio a Scholz. Era considerato il miglior allievo di Angela Merkel, di sinistra ma pragmatico, capace di conquistare voti al centro. Vinse contro la base del partito che guardava a sinistra. Lo scelsero come candidato solo dopo un’umiliante selezione, durata mesi.
Ma Scholz, 66 anni a giugno, al potere ha deluso. È titubante nell’aiutare l’Ucraina, fino a farsi insultare dall’ambasciatore di Kiev a Berlino: «è una vile lumaca». E lui risponde: devo prima pensare alla sicurezza dei miei tedeschi. Dovrebbe far da arbitro tra i liberali e i verdi in contrasto su tutto, ma non si impone con la dovuta energia.
Al Cancelliere tocca l’ultima parola, che esita a pronunciare, e in due anni l’Spd ha perso 30mila tesserati, scesi a 365mila, ai tempi di Willy Brandt e Helmut Schmidt erano un milione. Sempre colpa sua?
Scholz fa mea culpa, è lui il capo, dovrebbe dare fiducia agli elettori: ci sono Kommunikationsprobleme, ammette, il governo funziona meglio di quanto si voglia credere. Ma il pubblico lo fischia quando va a vedere la partita della nazionale di palla a mano ai campionati europei. L’abbandona anche Christian Lindner, 44 anni, ministro delle finanze e leader dei liberali. L’invitò al suo matrimonio, erano amici, al di là dell’età e della politica.

Ora Lindner prende le distanze, preoccupato per il suo piccolo partito, che nei sondaggi scende al 5%, qualche migliaio di voti in meno e l’Fdp tra due anni non entrerebbe al Bundestag. Lindner sta attento ai conti, i verdi vorrebbero spendere senza limiti.
Di compromesso in compromesso, si perde tempo, e si cambia rotta troppo spesso. La Germania entra in recessione mentre avanza l’Afd il partito dell’estrema destra, nonostante le manifestazioni popolari contro i neonazisti. Se si votasse domani, il Cancelliere sarebbe Friedrich Merz, il leader dell’opposizione cristianodemocratica.
Se Scholz cadrà, sarà per una congiura di palazzo, fatto fuori da una rivolta dei suoi socialdemocratici. La Germania è uno Stato Federale, un governo centrale debole mette in pericolo i politici locali, nelle regioni e nei comuni. Manuela Schwesig, premier socialdemocratica nel Meclemburgo, Land dell’est, prende le distanze da Scholz. Nella ex Ddr, l’Spd è scesa al 5%, e anche meno.
Steffen Krach, presidente dell’Spd ad Hannover, denuncia la mancanza di una linea politica, Scholz deve riprendere la guida con energia. Philipp Türmer, capo degli Jusos, i giovani socialisti (fino ai 35 anni), ammonisce: rischiamo di fare la fine dei socialisti francesi, come in Francia il pericolo non sono gli elettori ma il governo. Kevin Hönicke, dell’Spd berlinese, giudica: nelle crisi serve un Cancelliere che stia al timone.

In Germania ha sempre prevalso il cosidetto Bonuskanzler, chi è al potere gode di un vantaggio dovuto alla carica. Solo due Cancellieri hanno perso le elezioni, e per un soffio: Helmut Kohl, logorato da 16 anni alla guida della Germania, battuto nel ’98 da Gerhard Schröder, a sua volta sconfitto per poche migliaia di voti nel 2006 da Angela Merkel. Ma Scholz non ha carisma, riconoscono i compagni, nel ’21 vinse per gli errori dell’avversario, il cristianodemocratico Armin Laschet.
Che fare? Come una squadra di calcio cambiare allenatore? Scholz si dimetta a favore di Boris Pistorius, ministro della Difesa, l’unico che ottiene la sufficienza nei sondaggi, oppure un rimpasto al governo. Ma non basterebbe.
Provocare una crisi, e formare una Große Koalition con la Cdu? Merz non accetterebbe di venire in soccorso del rivale. Le elezioni anticipate sarebbero un regalo all’estrema destra. Paradossalmente, Scholz è troppo debole per farlo cadere, anche perché i compagni sanno che non è tutta colpa sua. La squadra è debole, via Olaf non saprebbero che fare.