Robinson, 25 gennaio 2024
Parlare di chimica
Immagina di dover raccontare a un amico una puntata della serie tv che hai visto recentemente. Come gliela racconteresti? La descrizione più esatta – quella assolutamente perfetta – sarebbe una tabella di pixel colorati. Momento per momento, fotogramma per fotogramma, potresti descrivergli il colore di ognuno dei 3840 per 2160 quadrettini che compongono l’immagine. Servirebbe a qualcosa? Dipende dallo scopo. Se il tuo amico è un ingegnere che progetta televisioni, forse. In tutti gli altri casi, sarebbe delirante. Probabilmente, quello che farai è descrivere una serie di personaggi e raccontare cosa fanno e come interagiscono fra loro. Dirai che Mercoledì Addams ha una specie di situationship con il ragazzo della caffetteria e che nel frattempo scopre che la sua compagna di stanza èun felino, e così via. In questo modo, il tuo amico ( o la tua amica, o * l* tu* amic*) sarà in grado di capire quello che succede.Ecco, la chimica descrive la realtà esattamente come ognuno di noi descriverebbe una serie tv – trova la risoluzione più adatta per capire quello che sta succedendo e per tentare di prevederne l’evoluzione. È chiaro che gli atomi non sono delle letterine in un quadrato, e che ogni atomo è fatto di protoni, neutroni ed elettroni, e che a loro volta queste particelle subatomiche sono composte di altre particelle ancora più minute: ma, se il tuo scopo è sapere che succede alle condizioni ordinarie, la temperatura e la pressione della vecchia madre terra, te ne puoi allegramente fregare nel 99.99% dei casi. A queste condizioni, gli atomi si scambiano fra loro e formano famiglie, clan, partiti o anche file ordinate – i chimici le chiamano molecole, complessi, polimeri. Queste molecole si formano e agiscono in maniera comprensibile e prevedibile; prevedibile a patto di conoscere il contesto, cioè l’atomo, la molecola in cui è inserito e l’ambiente nel quale opera.Ecco, questo è molto importante: cercare di prevedere o di capire il comportamento di un atomo in maniera parziale, dire “l’azoto è pericoloso” o “il mercurio è velenoso” senza dire in che molecola si trovino o in che ambiente agiscano è totalmente insensato. L’azoto, per esempio, è un atomo veramente bipolare: messo accanto a un suo omologo, nella molecola N2, è uno degli atomi più tranquilli che esistano, e N2 è una molecola stabilissima ( ce ne accorgeremmo altrimenti: il70% dell’aria che respiriamo è azoto molecolare). Se messo in compagnia di alcuni ossigeni e alcuni idrogeni forma composti noti come nitrati, ovvero le basi dei fertilizzanti; ma gli stessi nitrati, per esempio il nitrato d’ammonio, possono essere combinati con oli combustibili per dare degli esplosivi potentissimi. In compagnia di un acido organico, invece, gli azoti amminici formano i cosiddetti “amminoacidi”, le basi delle proteine; con buona pace dei filologi (“azote” significa “il senza vita”), l’azoto è essenziale per la vita stessa. Il che ci porta a un altro punto importante di questo discorso.Alcuni di voi studieranno chimica, o troveranno molta chimica nei loro corsi di studio; altri poca, altri per niente, ed è giusto che sia così. Siamo otto miliardi di persone diverse al mondo, e pretendere che tutti lo vedano con la nostra risoluzione sarebbe delirante. Non è tanto importante quello che si studia, ma come lo si studia; il che significa conoscerlo profondamente, conoscerne le potenzialità e soprattutto conoscerne i limiti. I limiti della chimica sono molti così come i limiti del linguaggio. In linguaggio naturale si possono dire in modo grammaticalmente corretto frasi prive di senso o semplicemente sbagliate, ma pochi di noi sanno resistere alla tentazione di dire la propria opinione solo perché la sanno esprimere in linguaggio corretto, e non perché sappiano realmente il significato di quello che stanno dicendo. Quest’ultimo è il punto più importante. Conoscere la chimica sta diventando sempre più urgente nella nostra vita, se non altro perché c’è un pianeta intorno a noi che ce lo ricorda, avvolgendoci nel suo crescente calore giorno dopo giorno. Se voi poteste ricordarvi una cosa sola di questo lungo discorso, vorrei che teneste a mente questo: non sapere una materia non è sbagliato. Se avete studiato filologia, siete padronissimi di non conoscere la chimica: ma, in questo caso, quando si parla di chimica la cosa giusta da fare sarebbe ascoltare e domandare – magari sfiancare chi parla di domande finché non risulta convincente o finché non trovate una falla nel suo ragionamento – ma non certo esprimere “la vostra opinione”.Ricordatevi che parlare di chimica senza sapere cosa stiamo dicendo non è solo azzardato, ma è anche dannoso. Parlare di cose che non si sanno può comunque convincere, formare opinioni, sfornare cittadini con certezze granitiche ma sbagliate, e questo in certi ambiti è eticamente spregevole. Se un giorno il nostro pianeta diventerà inabitabile prima del previsto, sarà colpa anche di quelli che hanno parlato senza sapere cosa stavano dicendo.