Anteprima, 1 dicembre 2023
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Biografia di Sante Gaiardoni
Sante Gaiardoni (1939-2023). Ciclista. Pistard. «È morto Sante Gaiardoni, 84 anni, doppia medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960 nel ciclismo su pista. Quelle che si svolsero nel Velodromo all’Eur, che non c’è più. Leggendaria la sua rivalità con Antonio Maspes, sette volte campione del mondo, ma nessun oro olimpico. Sante da bimbo era irrefrenabile, il medico consigliò al padre Bepi, contadino di Villafranca, di fargli convogliare tutto l’ardore nella bicicletta. Ne trovarono una di seconda mano, senza cambio o gomme tubolari. Sante mulinava le gambe con tale furia da staccare il padre che andava in motorino. In vetrina al paese c’era una bici da corsa che costava però 17 mila lire. Lui chiese al proprietario di prestargliela per un giorno perché c’era una corsa. Fecero una scommessa, se la sarebbe tenuta in caso di vittoria. Vinse. Fra i dilettanti si ripeté 38 volte. Per la biografia completa e vincente – visto che chi legge è abbonato – consiglio di consultare la voce “Gaiardoni” nel sito cinquantamila.it» [Roberto Chiodi] • Aveva tanti amici ,«lo erano anche tanti volti dello spettacolo – come Walter Chiari e Maurizio Arena, che festeggiarono con lui il secondo titolo olimpico in una leggendaria notte in via Veneto –, per una vita di fatica e sudore ma vissuta sempre sotto i riflettori, negli anni della Dolce Vita, specie dopo le nozze nel 1963 con la cantante Elsa Quarta […]. Dopo il ritiro, il campione aprì un negozio di biciclette al Giambellino, nell’ormai ‘sua’ Milano, dove si impegnò sempre per lo sviluppo dell’uso delle due ruote a pedali, tanto da farne uno dei punti fermi del suo programma quando si candidò a sindaco nelle elezioni 2006, vinte da Letizia Moratti» [Agi] • «Era sempre al Vigo. Arrivava in tuta, si faceva fare un panino o un piatto di polenta col bollito, perché mia madre era veronese e il bollito lo faceva alla veronese e Sante diceva che gli ricordava casa, si beveva una brocchetta di rosso e poi si faceva riempire il fiasco per la cena, lo metteva in borsa, saliva in bicicletta e tornava a casa. Era simpatico. Aveva la battuta pronta, a volte la battutaccia, quella sporca, e a mia madre gli partiva la ramanzina. Mio padre invece rideva sempre. Aveva soprattutto delle gambe incredibili. Una volta, era estate, si presentò in pantaloncini e io mi sedetti al suo fianco come facevo spesso. Notai che il mio bacino era più piccolo di una sua coscia: avevo una dozzina d’anni”. Aveva gambe potenti e violente sui pedali, la sua violenza l’ha incanalata sempre e solo tutta lì. Si narra che almeno in tre occasioni spaccò il movimento centrale della bicicletta per la troppa forza. E una volta pure la bicicletta» [Sante Oltani a Giovanni Battistuzzi, Foglio].