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 2023  dicembre 28 Giovedì calendario

Biografia di Wolfgang Schäuble

Wolfgang Schäuble (1942-2023). Uno degli esponenti di maggior rilievo dell’Unione Cristiano-democratica (Cdu), il più importante partito di centrodestra tedesco. Ministro in diversi governi e parlamentare per 51 anni, dal 1972 alla morte. «L’ultimo suo incarico politico era stato quello di presidente del Bundestag, ma tutti lo ricordano come l’uomo dell’austerity, il potente e inflessibile ministro delle Finanze che, dal 2009 al 2017, aveva fatto dello stato di salute dei conti pubblici la stella polare della politica economica tedesca ed europea. Per questo è stato molto odiato e incompreso. Eppure, senza Schäuble l’Europa di oggi è impensabile. Nato nel 1942, dopo gli studi in giurisprudenza si dedica all’avvocatura, ma ben presto sceglie la politica come professione. A trent’anni, nel 1972, Schäuble viene eletto per la prima volta al Bundestag, dove resterà deputato fino alla sua morte. Dagli anni Ottanta è sempre al centro della scena politica tedesca, occupando una serie di posizioni parlamentari e governative. Da ministro dell’Interno, nel 1990, definisce il contratto di adesione tra la Germania dell’Est e dell’Ovest. Il 12 ottobre dello stesso anno cade vittima di un attentato, che lo costringe per il resto della vita sulla sedia a rotelle e i cui effetti contribuiranno a sbarrargli la strada verso il cancellierato. Durante la crisi economico-finanziaria, da ministro delle Finanze di Angela Merkel, si pone tre obiettivi: garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche tedesche, proteggere la stabilità delle finanze pubbliche degli altri stati europei, ed evitare che le misure emergenziali finiscano per travolgere le fondamenta delle istituzioni comuni. Per comprendere le sue posizioni, bisogna ripercorrerne il pensiero. E già questo è un elemento importante: Schäuble non era un politico di quelli che seguono l’opinione pubblica o che oscillano a ogni stormir di sondaggi. Era un uomo profondo, che aveva maturato nel tempo opinioni articolate sia sulla situazione concreta del suo paese e dell’Europa, sia su quelli che avrebbero dovuto essere i caposaldi di una costruzione solida e capace di resistere alle intemperie […]. Da giurista esperto di contratti, il suo approccio si basa sull’idea che le regole prime si negoziano, ma poi si applicano: nulla è più distruttivo, nel lungo termine, del lasciar intendere che gli accordi possono essere continuamente rimodellati secondo le convenienze. Ecco allora il senso della sua durezza nei confronti dei paesi in crisi col debito pubblico, e in particolare la Grecia, che lui avrebbe preferito vedere uscire o almeno sospendere dall’euro in una sorta di esperimento controllato […]. Schäuble venne trattato da menagramo perché metteva in guardia contro un rischio che molti si rifiutavano di vedere. La storia gli darà tutti i meriti che la cronaca gli ha negato» [Stagnaro, Foglio].