15 dicembre 2023
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Biografia di Luisa Ranieri
Luisa Ranieri, nata a Napoli il 16 dicembre 1973 (50 anni). Attrice. Da ultimo vista al cinema in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (2021) e Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek (2023). «Mi sento come Audrey Hepburn imprigionata nel corpo di Sophia Loren».
Vita «Ho avuto due famiglie. I miei genitori si sono conosciuti e sposati troppo giovani, è stato un matrimonio di grande passione anche se immaturo e difficile. Hanno avuto tre figli, dopo otto anni la separazione. Poi è arrivato Alberto, il mio secondo papà. La mia è ora una famiglia della media borghesia napoletana. Padre imprenditore e mamma Linda, una forza della natura, casalinga. Mi hanno insegnato la semplicità» (a Dario Cresto-Dina) • «Quando ha capito che voleva fare l’attrice e come ha reagito la sua famiglia? “A loro è preso un colpo. Sono cresciuta senza padre, ho perso nonno che per me era una figura molto importante, studiavo giurisprudenza ma ero in difficoltà, avevo attacchi di ansia prima degli esami. Ho incontrato un amico, che ho perso quest’anno, che in un percorso di rinascita si era iscritto a teatro e per sostenerlo sono andata con lui. È stato fatale”» (Arianna Finos) • «Ero leggermente dislessica, non riuscivo a pronunciare alcune parole. Sono dovuta andare dalla logopedista» (a Maria Laura Giovagnini) • «“Abitavo di fronte al tribunale e andavo a spiare le udienze dei processi penali”. Studiava Giurisprudenza: “Dai diciannove ai ventidue anni, con in tasca il diploma di operatrice turistica”. Dopo è stata un’altra vita. Che cosa l’affascinava del diritto? “Mi piaceva l’utopia della giustizia, potere tenere assieme una società attraverso le leggi, ma anche la ricostruzione della verità non oggettiva, ma processuale. Vedevo nel mio futuro una carriera di magistrato o di avvocato penalista. Poi ho incontrato il teatro e sono caduta nella sua trappola”. Per “colpa” di chi? “È stato un tentativo terapeutico. Ero molto timida e non riuscivo a parlare in pubblico, neppure davanti ai miei compagni di classe. Un paio di volte mi è capitato di svenire di fronte al professore di italiano che mi interrogava. All’università questo problema è aumentato e mi limitava in maniera importante. Fu un mio caro amico, Vittorio Carità, scomparso quest’anno, a portarmi assieme a lui a un corso di teatro. Vedrai, mi disse, ti guarirà”. Funzionò? “Devo ammetterlo, funzionò. Studiavo legge la mattina, lavoravo in ufficio con il mio papà al pomeriggio e la sera seguivo i corsi di teatro. A un certo punto mi prese la voglia di andare via di casa e mi trasferii a Roma. Cominciai a fare pubblicità per mantenermi gli studi. Poi qualcosa è andato storto, o dritto, e eccomi qua” […] Anto’, fa caldo…che cosa ha significato quello spot? “Beh, l’inizio di tutto”. Poi fu Pieraccioni con Il principe e il pirata. “Gli fui segnalata da una responsabile del casting che mi aveva visto in uno spettacolo al teatro Colosseo. Pieraccioni venne di persona a controllare e passai l’esame”. Poco dopo Antonioni mi scritturò per un episodio di Eros» (a Dario Cresto-Dina)s • «Il complimento più bello gliel’ha fatto un mitico direttore di produzione del cinema italiano, Claudio Mancini, che ha lavorato con i grandi, da Leone a De Sica. “Ha la falcata di Sofia Loren”. Gambe lunghe e sottili, il seno generoso, un viso irregolare illuminato dal sorriso infantile. Bellezza mediterranea lanciata anni fa da uno spot per un tè freddo (“Anto’ fa caldo”) diretto da Alessandro D’Alatri, ha stregato anche Michelangelo Antonioni (la volle protagonista de Il filo pericoloso delle cose, 2004, ndr)» (Silvia Fumarola) • Al cinema lanciata da Leonardo Pieraccioni (Il principe e il pirata, 2001). Ha recitato tra l’altro in Gli amici del bar Margherita (Pupi Avati, 2009), nei due Immaturi (Paolo Genovese, 2011 e 2012) in Allacciate le cinture (Ferzan Özpetek, 2014), Forever Young, (Fausto Brizzi, 2016), Veleno (Diego Olivares, 2017) e Napoli velata (Ferzan Özpetek, 2017). In televisione con Celentano a RockPolitik, poi nelle fiction La Omicidi con Massimo Ghini e Amiche mie (Canale 5). Ha interpretato la Callas in una fiction per Mediaset (2005) e Luisa Spagnoli in un’omonima miniserie tv (2016). Nella stagione 2012-2013 ha condotto, su Raitre, il programma Amore criminale. Nel 2005 in Cefalonia assieme a Luca Zingaretti (divenuto poi suo marito), con cui ha recitato anche in Maldamore (Angelo Longoni, 2013) e Il giudice meschino (Carlo Carlei, 2014) • Protagonista del video di Biagio Antonacci Sognami (sul set si ruppe una gamba) • Nel 2014, madrina della Mostra del Cinema di Venezia • «Una Audrey Hepburn nel corpo di Sofia Loren» (Massimo Giletti a L’Arena) • «Nella fisicità sono estroversa, solare, napoletana, mi sento più vicina alla mitica Sophia, pur non essendo un’ammaliatrice, né un sex symbol come lei. Ma dentro ho un animo malinconico, come l’irraggiungibile Silvana Mangano» • «Ho avuto la fortuna di lavorare con bravi registi e ciascuno ha lasciato tracce importanti. Da Capuano (con cui ha lavorato ne L’amore buio, 2010, ndr) ho imparato il valore della genialità, Pupi Avati mi ha insegnato a rispettare i miei tempi. E Ferzan Özpetek è riuscito nell’impresa più difficile: farmi accettare la mia fisicità, anzi esaltarla quasi come un’icona […] Il mio corpo così prorompente non corrisponde per nulla al mio carattere. Non sono una vamp, non sono una cacciatrice di uomini, non mi sento sexy. Forse è per questo che piaccio alle donne. Non si sentono minacciate dalla mia immagine» (a Giuseppina Manin) • Nell’ultimo film, Nuovo Olimpo, diretto da Ferzan Özpetek, è Titti, la cassiera di un cinema degli anni Settanta. «Titti, truccata come Mina, ironica e dolorosa, è un ruolo-regalo. “Sì. Anche se Ferzan non aveva pensato a me. Mina gli ha detto “perché non usi quella ragazza, la Ranieri, che mi piace tanto?”. Lui ci ha ragionato e mi ha chiamata. È una grande chance: il fatto che mi abbia stravolta nel viso, invecchiata, mi ha dato la possibilità di far vedere ciò che si può costruire insieme. L’idea di come Mina è venuta a lui, è un omaggio”. Titti era un’amica di Özpetek. “Sì, una donna che ha vissuto attendendo un uomo sposato e ha distrutto la propria vita stando alla finestra. Oggi le donne non sono più disposte ad aspettare. Anche perché se non l’ha ancora lasciata, difficilmente la lascerà”. Lei, come Titti, è l’amica a cui si chiama per chiedere consigli? “Sì. Mi reputano una ragazza saggia, in realtà sono solo nata vecchia. Sempre stata il porto sicuro dove andare, ho fatto pochi colpi di testa. Ero troppo una brava ragazza». Essere “suggerita” da Mina? “Come vincere un Oscar, è la nostra più grande interprete. Ha rivoluzionato l’immagine femminile. Dettava la moda, il trucco, i vestiti, ogni volta regalava un’immagine nuova e sconvolgente. L’abbiamo scelta com’era negli anni Settanta. Io sono cresciuta con la sua musica, mia madre cantava sempre Mina, e io ascolto i vecchi e nuovi brani, in auto con le mie figlie. Pezzi come Anche un uomo, Città vuota...”. Cosa dice Mina della sua Titti? “È impazzita. Ferzan mi ha fatto sentire il vocale: ‘Quella ragazza lì è stupenda… ha vent’anni negli occhi’. Mi sono emozionata”. Spazia dall’allegria infantile alla sensualità, alla malinconia dell’età. “Siamo fatti di tante cose. Oggi mi sono liberata, finalmente posso fare il mio mestiere lontana dal pregiudizio. Posso dare ai personaggi una follia, una sensualità che è una cosa che censuravo, prima”. Perché la censurava? “Perché ero giovane. Quando ho iniziato a fare cinema quelle con la mia fisicità facevano la televisione. Avevo paura che, mostrandola, diventasse uno strumento contro di me. Maturità, esperienza, successo ti danno la sicurezza di dire: vado bene perché sono così”. Era già famosa, ma con È stata la mano di Dio c’è stato un salto. “Ringrazierò Paolo per la vita. Ero già conosciuta e amata dal pubblico, ma lui ha avuto l’intuizione di darmi un personaggio che nessun altro avrebbe avuto: la zia pazza. È stato il regato più grande. Un ruolo per cui anche i più scettici, che non era il pubblico ma forse gli addetti ai lavori, hanno detto: ah, però…”. Lei lo ha ripagato dando un valore aggiunto al ruolo. Siete pari. “Il nuovo film insieme (Partenope, ndr) è una nuova grande chance. Per anni ho molto combattuto con la cecità di alcuni autori. Ho avuto una carriera all’inizio esplosiva, poi un momento più fermo. Questa rinascita a 50 anni è quasi miracolosa”. Li compie il 16 dicembre. Bilanci? “Ciò che mi interessava di più nella vita era costruire una famiglia solida e ci sono riuscita. Ho avuto la fortuna di trovare la mia metà. Questo ha arricchito la mia carriera, mi ha reso più matura. Quindi è un bilancio positivo, lo dico quasi con paura” […] Johnny Depp l’ha voluta nel suo film su Modigliani. “Depp mi ha offerto un ruolo, credo mi abbia visto in È stata la mano di Dio, ma non ne abbiamo parlato. Ci siamo soffermati sul personaggio, per lui importante. Mi hanno sorpreso la grande gentilezza, la professionalità assoluta”» (ad Arianna Finos) • Sulle scene di nudo in È stata la mano di Dio: «Sono molto timida, con l’età, ne ho 48, ho imparato a voler bene ai miei difetti. È stato difficile, ma sono stata protetta da un set blindato». «È stato più facile del set di Eros con Antonioni? «Non c’è paragone. All’epoca ero giovane, fu una esperienza traumatica. Sono stata male, durante e dopo. Mi sentivo invasa, esposta. Ero acerba come attrice e non sapevo proteggermi. La recitazione era soffocata dal corpo. Oggi ho la corteccia dell’esperienza. Ma ho grande affetto per quella ragazza e gratitudine per il maestro Antonioni, con lui ho fatto un salto professionale» (a Finos) • «Quando è cambiata la prospettiva della sua carriera? “Da cinque anni. I tanti no detti e le attese hanno portato frutti. Sono stata ferma per aspettare il ruolo giusto. È un lusso, lo so bene. Ho potuto farlo grazie a Luca, non c’era l’esigenza di andare a lavorare per portare la pagnotta a casa. Se fai solo la bellona, la moglie, non puoi aggiungere bravura, non c’è un quid in più. Fino a un certo punto pareva che non ci fossero ruoli”. Perché secondo lei? “Per i cliché, perché c’è poca fantasia. Se hai una certa fisicità è più facile incasellarti. Non è così. In Cefalonia ero la mamma di Jasmine Trinca, in Veleno, ambientato nella terra dei fuochi, non ero curata, ne La vita promessa ero ingrassatella. Mi sono invecchiata per fare Luisa Spagnoli. Non ho problemi a trasformarmi se il ruolo lo richiede, è più il regista che ha paura. Sta lì a chiedersi: ‘Come faccio ad abbassare questa fisicità?’. Ho sempre pensato che puoi esaltare o mortificare, puoi fare tutto”» (a Fumarola) • «Sono irascibile, ma mi controllo. La calma ti rende forte, la rabbia ti indebolisce. Una volta, una notissima attrice mi disse una frase mitica: “Mai urlare sul set: se sorridi ottieni tutto quello che vuoi. Io li terrorizzo tutti con un sorriso”» (a Simona Coppa).
Amori «Avevo un fidanzato, eravamo in crisi, a un certo punto in un locale lui ha guardato una cubista e io mi sono talmente arrabbiata che gli ho tirato il secchiello col ghiaccio» (a Victoria Cabello) • Legata dal 2005 a Luca Zingaretti, si sono sposati il 23 giugno 2012, celebrate al castello di Donnafugata (Ragusa). Si sono conosciuti sul set di Cefalonia. «Era sposato, ma da due anni viveva da solo in un’altra casa, separato. Non sarei andata con un uomo che non fosse sentimentalmente libero. Siamo due vasi comunicanti, in grande equilibrio. I compiti un po’ li fa uno, un po’ l’altro, senza attribuzioni rigide. Io sono cresciuta in una famiglia matriarcale e sono bella determinata, Luca pure è piuttosto toro. Ma alla fine, anziché scontrarci, ci sosteniamo sempre, anche senza bisogno di dirci o chiederci le cose» (a Marina Cappa). Hanno due figlie, Emma (9 luglio 2011) e Bianca (27 luglio 2015) • «Non temo più, come prima, di risultare “la moglie di”. La sua popolarità era schiacciante, non volevo avere facilitazioni e sembrare fuori posto. Mi sono fatta la mia strada, mollichella su mollichella. Non c’è più il pericolo che dicano: beh, è la moglie di Zingaretti. Lavoro perché sono io, la gente riconosce me non perché sono sua moglie» (a Fumarola) • Col marito Zingaretti ha fondato Zocotoco, casa di produzione teatrale (The Deep Blue Sea di Terence Rattigan, diretto da Zingaretti e interpretato dalla Ranieri), cinematografica (Vita segreta di Maria Capasso di Salvatore Piscicelli, interpretato dalla Ranieri) e televisiva (Le indagini di Lolita Lobosco di Luca Miniero, serie Rai anch’essa interpretata dalla Ranieri).
Vizi Colleziona scarpe. «Sono malata. Mi piacciono tutte: infradito, stivali, ballerine, sandali, ma di buona manifattura, raffinate. Non ho più spazio dove metterle: ho la cantina, i box pieni di scarpe e continuo a comprarne... Credo di essere arrivata a 275 paia…».