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 2023  dicembre 23 Sabato calendario

Biografia di Charles Ng (Ng Chi-tat)

Charles Ng (Ng Chi-tat), nato a Hong Kong (all’epoca facente parte dell’Impero britannico) il 24 dicembre 1960 (63 anni). Assassino seriale. Condannato a morte in quanto giudicato responsabile di 11 omicidi, compiuti insieme al suo complice Leonard Lake (1945-1985). «Puoi gridare e piangere quanto vuoi, come tutte le altre, ma non ti servirà a niente. Siamo insensibili, per così dire» (Charles Ng a una delle sue vittime, in uno dei nastri in cui erano state registrate le torture) • «Charles Chi-tat Ng è nato a Hong Kong il 24 dicembre 1960 da Kenneth Ng e Oi Ping. Era il più giovane dei tre figli e l’unico maschio. I suoi genitori erano entusiasti che il loro ultimo figlio fosse un maschio e lo ricoprirono di attenzioni. Kenneth era un rigido fautore della disciplina e […] ricordava costantemente a Charles che una buona istruzione era il suo biglietto per il successo e una vita felice. Ma Charles era più interessato ad apprendere le arti marziali, in modo da poter seguire le orme del suo vero eroe, Bruce Lee. […] Charles risultò essere uno studente pigro: lo dimostravano i bassi voti che riceveva. Kenneth trovava l’atteggiamento di suo figlio inaccettabile e si arrabbiava così tanto con Charles che lo picchiava con un bastone. All’età di 10 anni Charles Ng divenne ribelle e distruttivo. Fu sorpreso a rubare una foto dalla casa di uno dei suoi pochi amici. Non gli piacevano i bambini occidentali e li picchiava quando le loro strade si incrociavano. Ma, quando appiccò un incendio in una delle aule dopo aver maneggiato sostanze chimiche vietate agli studenti, l’amministratore della scuola decise di espellerlo. Kenneth non poteva accettare che suo figlio fosse un tale fallimento. Prese accordi per mandarlo in un collegio in Inghilterra dove suo fratello lavorava come insegnante. Non molto tempo dopo il suo arrivo, Ng fu sorpreso a derubare un compagno di classe. Poi fu sorpreso a taccheggiare in un negozio locale. Ng fu espulso dalla scuola e rimandato a Hong Kong» (Charles Montaldo). «Ng arrivò negli Stati Uniti dalla natia Hong Kong nel 1978 con un visto studentesco per frequentare il college di Notre Dame vicino a San Mateo. Studiava biologia, ma abbandonò gli studi dopo il primo anno a causa dei voti bassi, ha detto» (Daniel Yi). «Ciondolò fino all’ottobre 1979, quando fu condannato a pagare un risarcimento per essere fuggito dopo aver causato un incidente automobilistico. Invece di pagare, Ng scelse di arruolarsi nei Marines e mentì sulla sua domanda di arruolamento, affermando di essere cittadino statunitense e che il suo luogo di nascita era Bloomington, Indiana. Le autorità militari ci credettero e lo arruolarono. Dopo un anno nei Marines, Ng era diventato caporale, ma la sua carriera fu interrotta dopo un incidente nel 1981» (Montaldo). «Si scontrò con le autorità militari quando lui e altri tre soldati fecero irruzione in un deposito di armi. “Era solo un’opportunità per noi appassionati di armi di mettere le mani su cose che non si potevano ottenere nel mondo esterno”, ha detto. Invece di affrontare la corte marziale, Ng fuggì. Tornò nel Nord della California, dove incontrò Lake, un altro marine e veterano del Vietnam. “Una parte di me lo vedeva come il padre o il fratello maggiore che ho sempre desiderato”, ha detto Ng. La loro amicizia si interruppe nel 1982, quando le autorità federali fecero irruzione nella loro casa mobile e sequestrarono una grande scorta di armi ed esplosivi. Ng, ancora ricercato dai militari, fu portato davanti alla corte marziale» (Yi). Condannato, «era stato poi rinchiuso per diciotto mesi nel carcere militare di Fort Leavenworth, in Kansas, prima di essere congedato con disonore. Poco dopo si era rimesso in contatto con Lake» (John Douglas e ‎Mark Olshaker). Nel frattempo Lake, dopo aver pagato la cauzione, si era dato alla fuga, nascondendosi «in una remota capanna di proprietà dei genitori di sua moglie a Wilseyville, in California, situata ai piedi delle montagne della Sierra Nevada. Dopo il rilascio dalla prigione, Ng si ricongiunse con Lake nella capanna. Poco dopo il ricongiungimento, i due iniziarono a vivere le fantasie sessualmente sadiche e omicide di Lake. Sembravano non esserci limiti su chi i due avrebbero ucciso: l’elenco includeva il fratello di Lake, bambini, mariti e mogli e amici di Lake» (Montaldo). «Ng e Lake uccidevano gli uomini per le loro auto e le loro cose. Prolungavano la morte delle donne trasformandole in schiave sessuali. Si divertivano così tanto a degradare due donne loro vittime che ne fecero uno spettacolo su videocassetta» (Debra J. Saunders). «Il pomeriggio del 2 giugno 1985 Leonard Lake […] tornò in un negozio di ferramenta a South San Francisco per pagare una morsa che il suo amico Charles Ng aveva rubato poco prima. […] Il commesso gli chiese un documento d’identità e notò che la foto sulla patente, intestata a Robin Stapley, non era quella di Lake. Insospettito, chiamò la polizia, che era già stata informata del taccheggio avvenuto poco prima. Gli agenti arrivarono prima che Lake se ne fosse andato, e perquisirono la sua macchina, trovando nel baule una pistola calibro 22 dotata di un silenziatore illegale. Era un motivo sufficiente per arrestarlo. La targa era intestata a Lake, che nel frattempo la polizia aveva identificato grazie alle impronte digitali, ma a una successiva verifica si scoprì che l’auto apparteneva a un certo Paul Cosner, un uomo scomparso sei mesi prima, in novembre. Anche l’intestatario della patente, Robin Stapley, era stato dato per scomparso dai familiari alcune settimane prima. Interrogato dalla polizia, Lake cedette e disse che era stato Ng a rubare la morsa. Lui aveva solo voluto rimediare. Poi chiese un bicchiere d’acqua, prese due pillole e scrisse un breve messaggio per la sua famiglia. Quelle pillole erano, in realtà, pastiglie di cianuro che Lake aveva cucito nel colletto della camicia. Morì dopo quattro giorni senza riprendere conoscenza. […] La polizia capì che doveva esserci sotto qualcosa di più grave. In effetti c’era sotto molto di più. Quando perquisì l’abitazione di Lake a Wilseyville, la polizia scoprì una prigione sotterranea dietro la capanna e una fossa con frammenti di ossa bruciate che corrispondevano ad almeno undici corpi. Trovò anche i cadaveri sepolti di Stapley e di Lonnie Bond, dei vicini di Lake e Ng, e due secchi da venti litri con documenti d’identità e oggetti personali di circa venticinque persone, oltre ai diari degli ultimi due anni scritti a mano da Lake e a due videotape che documentavano lo stupro e la tortura di due donne, Brenda O’Connor e Deborah Dubs. Ng, nel frattempo, era fuggito» (Douglas e ‎Olshaker). «Gli spostamenti di Ng furono tracciati da San Francisco a Chicago a Detroit e poi in Canada. L’indagine scoprì prove sufficienti per accusare Ng di 12 capi di omicidio. Ng riuscì a evitare le autorità per oltre un mese, ma le sue scarse capacità di taccheggio lo portarono in prigione a Calgary dopo aver litigato con i poliziotti che lo avevano arrestato e aver sparato a uno di loro alla mano. Ng era detenuto in un carcere canadese, accusato di rapina, tentata rapina, possesso di armi da fuoco e tentato omicidio. Le autorità statunitensi vennero a conoscenza dell’arresto di Ng, ma, poiché il Canada aveva abolito la pena di morte, l’estradizione di Ng negli Stati Uniti fu rifiutata. Alle autorità statunitensi fu permesso di interrogare Ng in Canada, circostanza in cui Ng incolpò Lake per la maggior parte degli omicidi nel bunker, ma ammise di essere coinvolto nello smaltimento dei corpi. Il suo processo per rapina e aggressione in Canada si concluse con una condanna a quattro anni e mezzo, che trascorse studiando le leggi degli Stati Uniti. Ng si divertiva anche a disegnare vignette raffiguranti scene di omicidi, alcune delle quali contenevano dettagli di omicidi che replicavano quelli avvenuti a Wilseyville e che solo qualcuno coinvolto negli omicidi avrebbe potuto conoscere. Un altro fattore che metteva a tacere i pochi dubbi esistenti sul coinvolgimento di Ng nella follia omicida della coppia era un testimone che Ng aveva dato per morto, ma che era sopravvissuto. Il testimone identificò Ng, e non Lake, come l’uomo che aveva tentato di ucciderlo. Dopo una battaglia durata sei anni tra il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e il Canada, Charles Ng fu estradato negli Stati Uniti il 26 settembre 1991, per affrontare un processo con 12 accuse di omicidio. Ng, che aveva familiarità con le leggi americane, lavorò incessantemente per ritardare il suo processo. Alla fine, il caso di Ng diventò uno dei casi più costosi nella storia degli Stati Uniti. […] Nell’ottobre 1998, dopo 13 anni di vari ritardi e 10 milioni di dollari di costi, iniziò il processo contro Charles Chi-tat Ng. La sua squadra di difesa presentò Ng come un partecipante riluttante che era stato costretto a prendere parte alla sadica follia omicida di Lake» (Montaldo). «La difesa aveva trovato degli esperti disposti a testimoniare in difesa di Ng. […] Al processo – tenutosi in un’altra contea per evitare che le circostanze esterne potessero turbarne il regolare svolgimento – […] uno psicologo […] sostenne che il comportamento sadico di Ng originava dalla volontà di emulare Lake per compiacerlo. Ng decise anche di salire sul banco dei testimoni, permettendo così all’accusa di produrre altre prove, come i disegni in cui Ng aveva raffigurato le torture inflitte alle povere vittime insieme a Lake, disegni che teneva appesi alla parete nella sua cella» (Douglas e ‎Olshaker). «Ng ha sempre sostenuto la propria innocenza. Ha testimoniato durante il processo che Lake, che si era suicidato poco dopo essere stato arrestato, era il vero colpevole degli omicidi. “Quando Lake è morto, io ho preso il suo posto come agnello sacrificale”, ha detto Ng durante l’interrogatorio. Ma la giuria non ha creduto alla sua storia» (Yi). «L’11 febbraio 1999 Ng venne riconosciuto colpevole di undici omicidi di primo grado. Sul dodicesimo la giuria non era riuscita a emettere un verdetto unanime. Il 30 giugno il giudice John Ryan accettò la raccomandazione della giuria che invitava ad applicare la pena di morte, dichiarando: “Il signor Ng non era sottoposto ad alcuna coercizione, e non ci sono prove a sostegno del fatto che Leonard Lake esercitasse un dominio su di lui”» (Douglas e ‎Olshaker). «Charles Ng si trova nel braccio della morte della prigione di San Quentin in California. Su internet si definisce “un delfino catturato in una rete per tonni”. Continua a presentare appello contro la sua condanna a morte» (Montaldo). Il 28 luglio 2022 la Corte suprema della California ha confermato integralmente la sentenza, ma l’ultima esecuzione capitale avvenuta in un penitenziario californiano risale al 17 gennaio 2006, e dal 13 marzo 2019 una moratoria promulgata dal governatore Gavin Newsom le ha sospese a tempo indeterminato • Grande passione per gli origami, tra i suoi passatempi preferiti in carcere • Alla vigilia della sentenza, «quando gli è stato chiesto cosa pensasse delle sue prospettive, Ng […] ha detto: “La vita senza condizionale è una morte lenta, l’esecuzione è una morte secondo i loro tempi e le loro condizioni”» (Yi).