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 2023  dicembre 30 Sabato calendario

Biografia di Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd

Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, nato a Riyad (Arabia Saudita) il 31 dicembre 1935 (88 anni). Settimo re dell’Arabia Saudita, in carica dal 23 gennaio 2015.
Vita Venticinquesimo figlio di re ʿAbd al-ʿAzīz (1875-1953) e di Ḥaṣṣa Āl Sudayrī (1900-1969). «Dopo gli studi alla Prince School, istituita dal padre re Abdulaziz per fornire istruzione ai suoi figli, Salman debutta in politica a soli 19 anni ricoprendo prima il ruolo di vicegovernatore di Riad, poi quello di governatore. In carica per circa 50 anni, Salman contribuisce allo sviluppo della capitale che si trasforma ben presto da cittadina nel deserto a metropoli dinamica al centro della penisola arabica. Abile, diplomatico e accomodante, il principe saudita viene nominato ministro della Difesa nel 2011 e, fino alla sua ascesa al trono, rafforza i legami tra Arabia Saudita e diversi attori arabi e internazionali. Nel 2012 diventa Vice Primo Ministro e, con la morte del fratello Nayef, principe ereditario del regno. Una nomina che accoglie importanti consensi per la continuità con la linea promossa dal fratellastro, il re Abdullah. E così, quando nel gennaio 2015 l’anziano sovrano malato da molto tempo muore, Salman diventa il settimo re dell’Arabia Saudita, custode delle due Sacre Moschee» (Marianna Di Piazza) • «Considerato pragmatico nei confronti degli oppositori, ha come buoni amici molti giornalisti, tra cui anche qualche liberale. E un’aura di modernità gli viene per il figlio Sultan, nel 1985 sullo Shuttle il primo astronauta islamico della Storia. Però la sua ultima azione da governatore della Mecca fu una brutale retata contro i mendicanti, e le molte società di beneficienza che ha sponsorizzato hanno anche favorito l’emergenza di jihadisti in molte aree del mondo. Lui stesso lo ha ammesso, promettendo che in futuro avrebbe fatto più controlli. Quanto alla democrazia, si dice contrario a una sua introduzione rapida non per ragioni religiose ma sociali: l’Arabia Saudita è composta da molte tribù, e in caso di pluripartitismo ognuna si farebbe il proprio partito» (Maurizio Stefanini) • «In quasi mezzo secolo da governatore di Riad, Salman aveva trasformato poco più di un grande accampamento beduino in una metropoli da sette milioni di abitanti. Nel frattempo era stato il primo a finanziare i mujaheddin afghani nella loro guerra contro gli occupanti sovietici: 25 milioni di dollari l’anno. Famoso per la sua onestà, per i buoni rapporti con l’Occidente, per essere il padre di Sultan, il primo astronauta musulmano in orbita nel 1985 col Discovery, e del più giovane Khaled, il primo pilota saudita a bombardare le postazioni dell’Isis in Iraq, Salman e la sua famiglia controllano la gran parte dei giornali sauditi. Famiglia in questo caso è intesa come sotto-famiglia. C’è quella grande dei 22mila principi al Saud, figli, nipoti e pronipoti di Abdulaziz, il fondatore della nazione; ci sono le decine più influenti, come quella di Salman, ognuna delle quali fa capo a uno dei poco meno di 50 figli di Abdulaziz; e le migliaia di altri eredi minori, frutto di matrimoni misti, eredi progressivamente sbiaditi ma sempre consanguinei rivendicativi del fondatore» • Tre mesi dopo essere salito sul trono, il 29 aprile 2015, ha emanato 34 decreti regi. «Una rottamazione mai vista a Riad. Una rivoluzione di palazzo. Fuori i dinosauri della seconda generazione dei Saud: dentro i giovani leoni della terza. A casa un ministro degli Esteri che stava là dal 1975, il vecchio Al Faisal: avanti con l’ex ambasciatore a Washington, Al Jubeir, 53 anni, che sarà il primo di sangue non reale a coprire quella carica. Dall’Arabia felix all’Arabia ferox: il placido re Salman ha uno scatto d’orgoglio e caccia quasi tutti. Scegliendosi anche quel che più gli preme: un nuovo erede. È così costretto a dimettersi “di sua volontà” il principe-fratello Muqrin: a succedergli in prima linea non sarà nemmeno qualcuno del ramo cadetto, ma addirittura il principe-nipote Nayef, ministro dell’Interno e gran mastino dell’antiterrorismo. Questo finché non verrà poi il turno del principe-figlio di re Salman, Mohammad Bin Salman, trentenne, che solo quattro mesi fa era un perfetto sconosciuto ed è già diventato ministro della Difesa: continuerà a coordinare i bombardamenti sui ribelli sciiti nello Yemen e, investito del ruolo d’erede dopo Nayef, studierà anche lui da sovrano […] La rivoluzione di re Salman, serve a dare un’immagine più aperta e una visione più strategica a una monarchia che si sente nel mirino: dell’Iran e del suo espansionismo dal Libano alla Siria, dall’Iraq al Bahrein e allo Yemen; dell’amico americano, sempre meno amico e sempre più disimpegnato nel Golfo, dopo l’intesa con Teheran sul nucleare; dell’Isis, comparso anche in Arabia con una cellula di 93 persone che preparavano clamorosi attentati» (Francesco Battistini) • Nel giugno 2017 ha nominato come erede al trono il figlio Muhammad Bin Salman (1985). «Ha fatto clamorosamente fuori il successore in pectore, il nipote Mohammed Bin Nayef. In una regione dove l’anzianità è un pregio, questo passaggio è apparso come una svolta. Il fatto è che l’ex principe ereditario Mohammed Bin Nayef, privato di tutti i suoi poteri, è stato di fatto recluso nel suo palazzo di Gedda. Rientrato dal colloquio in cui re Salman gli annunciava la decisione, si sarebbe trovato circondato da guardie che non erano più i suoi fedelissimi, ma uomini leali a colui che aveva preso il suo posto. Scopo della manovra sarebbe quello di prevenire ogni forma di resistenza o opposizione da parte dello spodestato che, per oltre 30 anni, ha tenuto sotto controllo tutti gli apparati di sicurezza e che gode di massima stima all’interno della famiglia reale e dei centri di poteri fondamentali. Infatti Bin Nayef è il più esperto e autorevole dei principi di Riad, l’uomo che ha fermato la diffusione di Al Qaeda nel regno e che per questo ha quasi perso la vita, scampando per miracolo a un attentato nel 2009. Eppure qualche sentore c’era: la strada al giovane sovrano Bin Salman era stata spianata almeno dall’aprile 2015, quando era stato nominato vice principe ereditario. Così, il nuovo erede Mbs, come tutti lo chiamano a Riad, si è reso protagonista di una delle più rapide ascese al potere della storia del Medio Oriente. Sotto lo sguardo del padre, da rampollo privo di ogni esperienza politica, si è trasformato in ministro della Difesa, responsabile delle politiche economiche e giovanili e titolare del contestato progetto di privatizzazione di Saudi Aramco, la più grande compagnia petrolifera del mondo, cassaforte delle ricchezze del regno» (Sabina Cuccaro) • «Tre mesi dopo essere salito al trono, il settantacinquenne re Salman bin Abdulaziz Saud ha realizzato una sorta di colpo di Stato interno alla sterminata famiglia reale che governa, tra cospirazioni di palazzo e omicidi, l’Arabia Saudita dal 1932. […]ha esautorato Al Feisal dal ministero degli Esteri, che reggeva dal 1975 ed era uno storico alleato degli Usa, sostituendolo con Adel al Juber, un tecnico, non appartenente alla casa regnante, ex ambasciatore a Washington. Così facendo, l’attuale monarca ha accelerato la transizione verso la terza nuova generazione di principi e assicurato, a meno di cataclismi politici a causa di guerre intestine ed esterne, la propria linea di discendenza per i prossimi decenni» (Roberta Zunini) • Il 27 settembre 2022 ha nominato primo ministro Mohammed bin Salman, principe ereditario. Il re, nell’ambito di un rimpasto di governo, ha poi firmato un decreto reale con cui nomina ministro della Difesa un suo secondo figlio, il principe Khalid bin Salman. Ha confermato un altro figlio, il principe Abdulaziz bin Salman, ministro dell’Energia.
Famiglia Sposato tre volte. In prime nozze con Sulṭāna bt. Turkī Āl Sudayrī, figlia dello zio materno, Turkī b. Āl Sudayrī, morta all’età di 71 anni nel 2011. Da questo matrimonio sono nati sei figli, ovvero i principi Fahd, Aḥmad, Sulṭān, ʿAbd al-ʿAzīz, Fayṣal e la principessa Ḥaṣṣa. Con la seconda moglie, Sāra bt. Fayṣal al-Sibāiʿaī, ha avuto un solo figlio. Con la terza moglie, Fahda bint Falāḥ b. Sulṭān Āl Ḥithalayn, ha avuto altri sei figli: Moḥammad, Turkī, Khālid, Nāyef, Bandar e Rākān. Il figlio maggiore Fahd è morto di infarto all’età di 47 anni nel luglio 2001.Un altro figlio, Aḥmad, è morto dopo un attacco di cuore nel luglio 2002, all’età di 43 anni. Il terzo figlio, Sulṭān, è stata la prima persona di sangue reale, il primo arabo e il primo musulmano a volare nello spazio, con lo Space Shuttle Discovery (STS-51-G) nel giugno 1985.[60]
Malattie Soffre di Alzheimer • Nell’agosto 2010 ha subito un intervento chirurgico alla colonna vertebrale negli Stati Uniti • In seguito a un ictus, non ha la piena funzionalità del braccio sinistro.