Corriere della Sera, 24 gennaio 2024
È finito l’effetto «Donald» sui media Usa
Il sito Semafor paragona i comizi di Trump 2024 alle rock band sulla breccia da mezzo secolo che continuano a fare tour per lanciare un nuovo album. Di nuovo, in realtà, c’è poco: non creano più e i fan vengono per risentire i vecchi successi. Sul New York Times Michelle Goldberg sostiene che l’ipervigilanza dei progressisti di 4 e 8 anni fa che fece impennare la domanda di informazione politica sta lasciando il campo alla depressione e alla rassegnazione, a un rifugiarsi nel proprio privato. Dal 2016 l’avventura presidenziale dell’immobiliarista arrivato alla Casa Bianca è stata l’incubo della stampa e delle tv mainstream, ma anche il loro balsamo economico: in tempi di crisi di ascolti e di copie vendute, ha prodotto una salutare spinta che ha fatto impennare audience, abbonamenti, rating tv, click. Tre mesi fa molti professionisti dell’informa-zione, allarmati dal riemergere della candida-tura Trump, si consolavano con la speranza di un nuovo effetto-traino di The Donald per un mercato dell’informazione di nuovo stagnante. Non è andata così: pubblico delle reti americane all news (le progressiste Msnbc e Cnn, ma anche la trumpiana Fox) dimezzato rispetto al precedente ciclo elettorale mentre i dibattiti televisivi hanno fatto perdere soldi a chi li ha organizzati. Certo, senza primarie democrati-che per via della ricandida-tura di un presidente in carica e con quelle repubblicane dominate da Trump, non era facile tenere alto l’interesse. Ma ora sono in tanti a sostene-re che la situazione è molto cambiata: se in passato l’avanzata di Trump coi suoi modi brutali spingeva i progressisti alla militanza, la sensazione è che, otto anni dopo, la delusione stia producendo, soprattutto tra i giovani, disinteresse. Concorda il nuovo Ceo del Washington Post, Will Lewis: quest’anno non ci sarà una spinta Trump per i media, «dobbiamo andare a cercarci gli abbonati altrove». Tanto più che lo stesso Trump, già sulla bocca di tutti e con la nomination repubblicana in tasca, sembra meno affamato di attenzione dei media. Che possono solo sperare su nuove esplosioni delle sue ossessioni egocentriche.