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 2024  gennaio 24 Mercoledì calendario

La fidanzata artificiale

Sally guarda dritta negli occhi. Capelli biondi, labbra carnose. Dice di essere «una ragazza provocante e divertente, con una scintilla nello sguardo». Invita a raccontarle i sogni «più selvaggi». Poi chiede: «Sai cosa farei se tu fossi proprio qui, ora?». E le dite: «Mi baceresti?», lei replica: «Bisogna sentirsi vicini, anche in un mondo digitale – scrive lei – quindi considerati virtualmente baciato». Sally non esiste. È una delle tante “ragazze” che promettono amore e compagnia su ChatGpt, l’intelligenza artificiale che solitamente viene usata per scrivere testi e generare immagini. Come “Sexy Sally” ce ne sono a decine. Tiffany, per esempio, si presenta come una «fidanzata» con cui chiacchierare «a cuore aperto». Lexi, capelli fucsia e tatuaggi sul collo, avverte: «Fai attenzione: potresti innamorarti». Proprio come accade al protagonista di Her,il film di Spike Jonze sul rapporto tra un uomo e una macchina.
ChatGpt, l’IA capace di comprendere il linguaggio naturale e di imitare la creatività umana, minacciava di rubarci il lavoro. Com’è possibile che si sia trasformata in un flirt? È colpa del nuovo Gpt Store di OpenAI, l’azienda di San Francisco che ha creato ChatGpt. Il Gpt Store, lanciato il 10 gennaio, è la vetrina virtuale delle Gpt, le intelligenze artificiali personalizzate che gli utenti possono creare in pochi minuti. Basta scegliere un nome per la propria IA, associare un’immagine e fornire istruzioni sui compiti che deve svolgere. Ce ne sono alcune che dispensano ricette o danno suggerimenti su come dimagrire. E altre, appunto, che offrono “compagnia” oppure consigli su rapporti intimi. È il caso di “Sexy Advisor”, una IA «amichevole e spiritosa» che punta al «benessere sessuale» di chi la utilizza. Il suo linguaggio non è mai scurrile o volgare, ma sa comunque affrontare argomenti espliciti. E se le si chiede di generare un’immagine – per spiegare meglio ciò che ha scritto – “Sexy Advisor” ne produce una. Facendo attenzione a non eccedere. «Questa è solo una rappresentazione astratta, incentrata sulla connessione emotiva e non sui dettagli» scrivel’IA dopo aver creato, in pochi secondi, l’illustrazione di una tecnica sessuale.
In teoria, intelligenze artificiali come questa, sul Gpt Store, sono illegali. OpenAI vieta ai suoi utenti di creare strumenti che offrono «compagnia romantica» e che possono generare «contenuti sessualmenteespliciti». Ma due settimane dopo il lancio del suo negozio virtuale, dove chiunque può creare la sua IA e guadagnare in base all’utilizzo che ne fanno gli altri, OpenAI ha già perso la sua battaglia contro le “fidanzatine virtuali”. C’è l’imbarazzo della scelta. Basta cercare “Girlfriend”, oppure “Sexy” o ancora “Love”. E poi scegliere uno dei tanti profili con cui conversare. I nomi inglesi, oppure orientali, non devono trarre in inganno. Si può conversare anche nella nostra lingua. Se chiedete a Tiffany: «Possiamo parlare in italiano?», «Certo, amore!», risponde l’IA. Chi soffre di solitudine o isolamento si sentirà ascoltato, apprezzato, coccolato. Ma è una doppia illusione. L’IA non comprende veramente il significato di ciò che sta scrivendo. Soprattutto non ha la capacità di “ricordare”. Desideri, confessioni, fantasie. Tutto finisce sulla “nuvola”, nei potenti server che permettono all’intelligenza artificiale di funzionare. E di progredire. L’utente consegna all’IA le chiavi del suo cuore e, così facendo, anche quelle della sua privacy. Perché a una “compagna” – seppur virtuale – viene più facile affidare informazioni personali e pensieri intimi.
Preoccupato da questa deriva, e dalle ripercussioni che le “sexy IA” potrebbero avere sui minori, il Garante della privacy ha disposto, un anno fa, il blocco in Italia di Replika, forse l’esempio più famoso di intelligenza artificiale incentrata sulle “relazioni romantiche”. Ma il mercato dell’IA come compagna di vita è in crescita. Negli Stati Uniti, per esempio, diverse app tra quelle più scaricate nel 2023 nella sezione “IA” riguardavano amici o fidanzate virtuali (dati data.ai). Forse è anche per questo che OpenAI, alla fine, getterà la spugna. Anzi, chiuderà un occhio.