Corriere della Sera, 23 gennaio 2024
Il vino è un dono di Dio
«Il vino è un dono di Dio, porta gioia al cuore di ogni uomo». Parola di papa Francesco. Una consacrazione forte e inaspettata, in un momento in cui il settore si sente sotto attacco, soprattutto dall’Europa per la minaccia di etichette anti cancro sulle bottiglie.
Dall’inizio del Pontificato, ogni volta che Francesco parla di vino c’è un richiamo a un mondo agricolo che lavora duro e si riunisce festante a tavola, come quello dei suoi avi vignaioli di Portacomaro, nell’Astigiano, terra di Grignolino. Ieri ne ha parlato nel Palazzo Apostolico, accogliendo un centinaio tra grandi produttori e presidenti del vino italiano, portati in Vaticano da VeronaFiere-Vinitaly, grazie a monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona.
Francesco ha richiamato i testi sacri per raccontare come dagli albori del Cristianesimo il vino accompagni liturgia e parabole. Ma ha anche parlato dell’importanza del lavoro dei vignaioli nella cura dell’ambiente. Ha invitato a riflettere «sugli aspetti etici e sulle responsabilità morali» del lavoro nei vigneti, «ispirandosi al Poverello di Assisi». E poi ha insistito sulla virtù della pazienza, in un mondo che ha fretta di produrre e consumare. «Per un prodotto di qualità, infatti, non basta l’applicazione di tecniche industriali e di logiche commerciali; la terra, la vite, i processi di coltivazione, fermentazione e stagionatura richiedono costanza, richiedono attenzione e richiedono pazienza». Una delle citazioni viene dalla Lettera di Giacomo: «Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge». Anche Gesù, il quale, «nell’ultima immagine che lascia ai suoi discepoli, parla del Padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite, potandola e facendo così in modo che porti buon frutto». Francesco ha richiamato al «rispetto e all’umanità che valgono nell’uso della terra, e sono ancora più decisivi nella gestione del lavoro, nella tutela delle persone e nel consumo dei prodotti, per far maturare, a livello di singoli e di aziende».
Il pontefice
Anche Gesù
parla del padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite perché diventi un buon frutto
Negli ultimi 50 anni il consumo di vino si è ridotto di due terzi. Le parole di Francesco sono quindi suonate agli imprenditori come un riscatto dopo le prese di posizione no-alcol di medici e dietologi. «Cari amici – ha detto il Papa ai produttori – il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per il cuore dell’uomo e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità.
«Non c’è festa senza vino», ha detto più volte Francesco in passato ricordando il miracolo alle nozze di Cana. La chiave è la moderazione, anche secondo il vescovo di Verona: «Lo diceva San Paolo, va bene un bicchiere per tirarsi su, ma con misura».
Federico Bricolo, presidente di VeronaFiere, ex parlamentare della Lega, è raggiante: «Dal Papa un grande omaggio al vino come simbolo di tradizione e di un sistema economico sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale». Bricolo ha portato al Papa una formella con una scena di vendemmia dalla Basilica veronese di San Zeno. Francesco ha apprezzato anche altri due doni: un Barolo della Marchesi di Barolo e un Marsala Florio entrambi del 1936, l’anno della nascita di Bergoglio.