Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 21 Domenica calendario

Barbero va in pensione

A dare la notizia sono stati i suoi Vassalli: «Alessandro Barbero va in pensione». Anche se bisognerebbe dire il Primo Vassallo, un certo Francesco Delogu, 36 anni, una laurea in Scienze naturali e un lavoro che non ha nulla a che fare con la storia, che dalla sua casa di Guspini, nel Sud Sardegna, quattro anni fa in pieno Covid ha creato di sua iniziativa il primo «contenitore» delle videoconferenze del professore torinese di Storia medievale, docente, ancora per poco, all’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Da quel primo canale su YouTube, Delogu ha poi aperto un blog, una pagina Facebook, un profilo TikTok, Instagram e, buon ultimo, Threads, per un tesoretto complessivo di 1,3 milioni di follower, tutti vassalli del «Dominus Alessandro Barbero», influencer a sua insaputa.
L’ultima lezione si è svolta giovedì a Vercelli sulle «Cronache della IV Crociata», in una classe «sovraffollata» rispetto al normale, poiché da settimane girava voce che Barbero avrebbe smesso di insegnare e ai suoi studenti spesso si aggiungevano anche quelli di Giurisprudenza. In Rete circola il video di pochi secondi con l’applauso dei ragazzi al loro mentore: si vede il docente che alza le braccia schivo, mentre gli allievi commossi gli rendono omaggio.
Barbero, 64 anni, non ama stare al centro dell’attenzione, anche se gli viene naturalissimo, come dimostrano le aule, le sale conferenze e i teatri che riempie. A Milano, per dire, il 15 gennaio è riuscito a fare il tutto esaurito al Carcano (990 posti) raccontando San Francesco (anche) come il leader di una multinazionale del Medioevo.
Coppie sposate lo ascoltano a letto, di notte, mentre discetta sulla seconda guerra mondiale o sugli anni di piombo (notizia verificata). La sua capacità affabulatoria è trasversale. Sui social circola perfino una sua versione in stile Big Jim (sull’onda del successo di Barbie, il film).
I rumors
Da settimane girava voce che avrebbe smesso e le aule erano sempre più affollate
Lui in realtà non fa altro che divulgare la storia in un modo che piace a tutti, e che arriva da lontano. Maturità classica al Cavour di Torino, laurea in Lettere con una tesi sul mito angioino, dottorato alla Normale di Pisa, concorso da ricercatore vinto a Tor Vergata a Roma. Nel 1998 diventa professore associato all’Università del Piemonte Orientale e poi, nel 2002, ordinario.
Riservatissimo, è sposato con una professoressa e ha un figlio giornalista a Parigi. Ormai si affida all’agenzia di comunicazione Sosia&Pistoia per districarsi tra gli inviti da tutta Italia (sull’email dell’università, a chi non è un interno compare il messaggio automatico: «Mi spiace, non riesco più a rispondere (...)»).
Autore prolifico, nel 1996 ha perfino vinto il Premio Strega con Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo. Ha fatto anche tivù, esordendo come ospite di Piero Angela nel 2005. L’ultimo impegno, su La7, è In viaggio con Barbero. I suoi podcast sono seguiti da milioni di persone. Ma «Chiedilo a Barbero» non funziona se la domanda riguarda la notizia della pensione. A gentile richiesta, la sua risposta è laconica: «È vera, ma non mi pare che ci sia una storia!». (All’ateneo, comunque, non hanno ancora ricevuto la comunicazione ufficiale).