Corriere della Sera, 21 gennaio 2024
Tutte le mosse contro gli Houthi
Gli Usa, insieme alla Gran Bretagna, valutano nuove opzioni per contenere la minaccia Houthi: tra le ipotesi considerate vi sono operazioni più aggressive sulle forniture via mare iraniane. Uno scenario fatto trapelare sulle pagine di Bloomberg in concomitanza con due strikes preventivi su lanciatori di missili pronti al tiro dei miliziani. Washington vuole evitare un conflitto aperto ed è convinta che anche Teheran sia su questa posizione. Il Pentagono ritiene però che sia possibile incidere sulla filiera degli armamenti dipendente dalla Repubblica islamica. L’Iran ha alimentato e continua a farlo l’arsenale degli sciiti yemeniti, un «lavoro» che ricade su una flottiglia di piccoli cargo, i tradizionali dhow. Uno di questi battelli è stato intercettato una decina di giorni fa: a bordo aveva componenti missilistiche. Il piano potrebbe essere quello di accentuare i controlli (in atto da anni in modo più sporadico) e condurre azioni che neutralizzano i carichi. Il modello ricalca quello condotto da Israele nei confronti degli Hezbollah e degli iraniani in Siria, con centinaia di blitz (l’ultimo ieri) che hanno incenerito i target ma hanno solo rallentato il flusso. Un secondo elemento della strategia è già in corso. Gli americani puntano alla prevenzione distruggendo i missili anti-nave degli Houthi poco prima del lancio: è quanto avvenuto venerdì e sabato con l’intervento dei caccia della portaerei Eisenhower. È una missione che richiede un pattuglia-mento continuo su una zona estesa, con un incrocio di intelligence, anche satellitare, e ricognizione. I combattenti alleati di Teheran sono, però, addestrati. All’inizio della crisi hanno abbattuto un drone Reaper, contano su sistemi mobili, dispongono di numerosi ordigni balistici e cruise. Gli esperti non hanno certezze sulle scorte, tuttavia è presumibile che abbiano ottenuto dall’Iran una quota ampia. Il modus operandi degli ayatollah con altre fazioni amiche ha seguito linee costanti: la prima, con l’invio del materiale; la seconda, con l’assistenza per realizzare in loco gli armamenti; la terza, il dispiegamento di «consiglieri». Indiscrezioni sostengono che un ruolo importante sarebbe svolto dai pasdaran agli ordini del generale Abdul Reza Shahlai che ha creato un avamposto a Sanaa del quale fanno parte gli Hezbollah e ufficiali della Divisione Qods. La struttura di comando ha curato il training di elementi yemeniti nell’Iran centrale, un corso – ha scritto la Reuters – dedicato all’impiego di missili poi utilizzati, sempre con l’aiuto diretto in loco dei pasdaran, negli attacchi in Mar Rosso. E, probabilmente, non solo qui: sabato i miliziani sciiti iracheni hanno bombardato una base statunitense in Iraq.