Corriere della Sera, 20 gennaio 2024
Domande e risposte sul Mes
1 Cosa è il Mes?
Il Meccanismo europeo di stabilità, chiamato anche Fondo salva Stati, è un fondo dotato di ingenti risorse che serve a sostenere i Paesi dell’euro in temporanea difficoltà, a fronte di precisi impegni sulla politica economica e di bilancio. È l’evoluzione del vecchio Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fsfe), creato nel 2010. L’Italia ha il 17,7% del capitale del Mes – 704 miliardi di euro – di cui 80 sottoscritti ed il resto in caso di necessità, e finora ha versato 14,3 miliardi.
2 Chi lo ha approvato?
Il Meccanismo nasce nel 2012 con un Trattato tra tutti i Paesi Ue che adottano l’euro, dopo l’intesa – un anno prima – tra i capi di Stato e di governo europei (a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi). A firmare la prima versione fu il ministro Giulio Tremonti. Dopo una modifica il trattato istitutivo arrivò nell’ottobre 2012 (premier Mario Monti). Nel 2018 (Conte I) si avvia la riforma, la firma del trattato arriva a gennaio 2021, ma il Parlamento italiano nega la ratifica.
3 Cosa prevedeva la riforma?
L’uso di parte dei fondi, circa 70 miliardi, come «paracadute» del fondo che soccorre le grandi banche in crisi, finanziato dalle banche stesse. Ma anche un rafforzamento del ruolo del Mes nel valutare i suoi membri sul piano economico, compresa la sostenibilità del debito. Oltre a una norma per semplificare la ristrutturazione del debito pubblico.
4 Il Mes usa soldi dei contribuenti Ue?
No. Il Mes presta soldi ai Paesi in difficoltà a lunghissimo termine e a basso interesse. La forte dotazione patrimoniale del Mes gli consente di raccogliere i fondi emettendo titoli con rating alto, AAA di Moody’s, perciò a condizioni vantaggiose.
5 Quanti interventi ha fatto il Mes?
Cinque, con l’impiego di 295 miliardi di euro. Il «Salva stati» aiutò l’Irlanda nel 2010, con 18 miliardi, poi il Portogallo, che ne ha avuti 26, quindi la Spagna (ed era già il Mes) che ne ha avuti 41, poi Cipro nel 2013 (6 miliardi) ed infine la Grecia (204 miliardi più i prestiti bilaterali).