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 2024  gennaio 18 Giovedì calendario

L’archivio di Cossiga

“Cossiga non è stato un collezionista di segreti”, scrive Pasquale Chessa, giornalista e suo grande amico, nell’introdurre l’Inventario del Fondo Francesco Cossiga presentato alla Camera in una cerimonia cui ha presenziato il presidente Lorenzo Fontana. L’affermazione di Chessa cozza con la prima fila formata da nomi come Gianni De Gennaro, Elisabetta Belloni, Marco Minniti, Luigi Zanda, Mario Segni, Giuliano Amato, Arturo Parisi o Lorenzo Guerini del Pd. Una costellazione di personalità che con i segreti – fossero i servizi o le stanze più segrete delle istituzioni – hanno sempre avuto a che fare. “Non aspettatevi segreti”, dice Chessa e anche lo storico Miguel Gotor, oggi assessore alla Cultura di Roma, chiamato con Giuliano Ferrara a dare una testimonianza, ribadisce di non aspettarsi chissà cosa da questo archivio.
Il solo Inventario, però, è composto di 800 pagine, figuriamoci le carte vere e proprie, raccolte in 308 buste e circa 3500 fascicoli. L’archivio, conservato alla Camera e lì fisicamente consultabile, come spiega la figlia Anna Maria, è diviso in due sezioni, la prima relativa agli anni tra il 1965 – data dell’insediamento, giovanissimo, al Sottosegretariato alla Difesa – e il 1985, data di elezione al Quirinale. La seconda sezione è però quella più varia e ricca, composta da ben 43 serie, interessante soprattutto per le corrispondenze. Al caso Moro, ad esempio, sono dedicati 92 fascicoli. “Sarà curiosa – dice Gotor – la corrispondenza con le Br, ma anche un rapporto dell’ammiraglio Fulvio Martini sui legami tra Br e Raf tedesca”. Gotor sostiene che “come storico non mi aspetto di più” anche se le serie prevedono documenti su Ustica e, ovviamente, su Gladio.
Scorrendo l’Inventario, alla Serie 6 sul “caso Moro” si trovano “documenti riservati in copia e appunti manoscritti di Cossiga su episodi particolari, accaduti in precedenza al sequestro Moro ed eventualmente a questo riconducibili”. Oppure il “memorandum dell’ambasciata americana” con le proposte e “suggerimenti” per fronteggiare la situazione. Il caso Moro percorre gran parte dell’archivio mentre sembra più contenuta la parte relativa a Gladio in cui figura un fascicolo relativo alle “corrispondenze di interesse” con diverse personalità tra cui, ovviamente, Giulio Andreotti, e poi Paolo Emilio Taviani, Marco Boato, il giudice Gustavo Zagrebelsky, Paolo Mieli, l’ambasciatore Usa Peter Secchia. Più limitata appare la serie dedicata a Ustica. L’archivio andrà quindi consultato nel dettaglio per capirne la portata.
Restano gli aneddoti riferiti ieri in una giornata che è stata soprattutto un grande omaggio all’ex presidente. La petizione perché Tommaso Moro fosse il “protettore dei governanti” fatta di corsa “per paura che lo diventasse Giorgio La Pira” (Giuliano Ferrara). Indicativa, anche della sua sardità, la lettera ad Andreotti alla vigilia del processo di Palermo. La cita Gotor: “Caro Andreotti, avevo un cugino di 2° grado per cui nutrivo grande ammirazione e affetto: vi era qualcosa che ogni tanto interferiva nei nostri rapporti, una incomprensione di fondo sulle motivazioni dei nostri giudizi e sentimenti. Non ci frequentammo più neanche nelle riunioni di famiglia. Ma nei tre o quattro momenti di dolore che fanno della vita una cosa non banale, qualche parola mi fece comprendere che ci capivamo nelle cose essenziali, pur che non ricercassimo la comprensione nelle cose banali. Capii che avevo perso un’amicizia, ma non un amico. Questo penso di te. Ti auguro lunga vita”.
Racconta poi Minniti che, nel momento di formazione del governo D’Alema, nel 1998, sostenuto da Cossiga, questi, in disaccordo sulle caselle dei vari ministeri, scompare per tre giorni. Riappare con una telefonata del centralinista del Quirinale che riferisce a Minniti un messaggio di Cossiga: “Il presidente si raccomanda che i punti siano molto curati in particolare il ministero della Difesa. Il presidente dice che lei sa qual è la sua proposta” (sarà Carlo Scognamiglio). Quel governo condurrà la guerra Nato nella ex Jugoslavia. Cossiga si preparava già.