Corriere della Sera, 17 gennaio 2024
La lezione di Bondi nell’hotel a 3 stelle
Ventidue alberghi a 4 stelle ci sono oggi, dice booking.com, a Parma. Vent’anni fa, forse, qualcuno di meno. Ma i più importanti e lussuosi c’erano già e per avere come ospite fisso per anni il nuovo «Duca di Parma» chiamato a risanare la Parmalat che stava sprofondando in una voragine di almeno 13 miliardi di euro (19 di oggi) a causa degli errori, della megalomania e degli imbrogli di Calisto Tanzi arrestato agli sgoccioli del 2003, gli avrebbero fatto ponti d’oro e prezzi stracciati. Enrico Bondi, però, una cosa aveva chiara in testa: bisognava assolutamente dare un segnale chiaro, inequivocabile, visibile alla città, alla politica, ai clienti ma più ancora ai dipendenti dell’industria alimentare. E andò a installarsi all’hotel-residence Pineta, un albergo a 3 stelle pulito, decoroso ma senza troppe pretese su uno stradone di Collecchio a due chilometri dagli uffici e dagli stabilimenti dell’impresa. E dopo essersi presentato ai cancelli al volante di una Fiat Punto, dopo aver dismesso il jet da 45 milioni di dollari in leasing (invitando i piloti a riportarlo ai proprietari in Svizzera e tornare da lì in treno), dopo essersi fatto consegnare dai dirigenti le chiavi di tutte le auto di grossa cilindrata e cancellato con un tratto di penna tutte le spese eccessive, perseguì cocciuto nel risanamento mangiando alla mensa aziendale e dormendo lì, al Pineta, senza farsene vanto. Quanto risparmiò, con questi tagli personali: venti o trentamila euro? Meno ancora? Briciole, in confronto a quei tredici miliardi di buco. Briciole. (E lo stesso avrebbe fatto all’Ilva, dove dormiva nella foresteria delle acciaierie.) Perché lo fece, allora? Per darsi una spruzzata di francescanesimo pauperista e imbrogliare il proletariato fingendo di non essere un risanatore capace, in caso di necessità, di tagliare le teste che riteneva superflue? Più semplicemente, dopo gli anni delle smargiassate, dei voli blu, delle auto blu, delle vacanze blu di Parmatour il messaggio era: l’aria è cambiata e per primi devono dare l’esempio i vertici. Ogni riferimento a Elly Schlein e alla conventicola piddina di domani nell’ex convento dei Cappuccini deluxe di Gubbio nella scia di Silvio Berlusconi che nel settembre 2008 andò a farsi un massaggio da Mességué con l’elicottero di Stato, s’intende, è puramente casuale...