La Stampa, 16 gennaio 2024
Tutti i lemmi dell’anno passato vissuto sul ciglio di una guerra mondiale
Introduzione al Libro dell’anno 2023 di Marcello Sorgi
I lettori del Libro dell’anno troveranno fin dalle prime pagine, in questa pubblicazione di ormai lunga tradizione, qualcosa di diverso. Si tratta, infatti, di un’edizione straordinaria, come si chiamavano una volta quelle confezionate ogni morte di papa e che adesso quasi non si vedono più, perché il ritmo delle notizie è divenuto tale che bisognerebbe stamparne almeno una alla settimana. Alla fine di un anno terribile, vissuto pericolosamente sul ciglio di una guerra mondiale, ci voleva qualcosa di più di un semplice, puntuale resoconto dell’accaduto, accompagnato, nella parte finale del volume, da una ricca sezione di dati ordinati scientificamente. E per questa ragione s’è pensato di rivolgersi al fior fiore del giornalismo italiano scritto e parlato, e non solo: scrittori, scienziati, giuristi, medici, storici, economisti, per cercare di riflettere su quanto ci sta capitando intorno, e sul rischio di una drammatica assuefazione al crescendo del flusso inarrestabile dei fatti.
Se solo si considera il periodo dal primo novembre 2022 al 31 ottobre 2023, l’arco di tempo al centro di questo annuario, si rimane meravigliati dal numero di eventi che hanno avuto una risonanza mondiale: la rivolta delle donne in Iran con la sanguinosa – oltre che vergognosa – repressione che ne è seguita; la morte di Papa Benedetto, il mistico, sofferto interprete della dottrina che anche dopo aver lasciato, clamorosamente, il suo incarico, era rimasto ad affiancare il successore, contribuendo alla decennale eccezione di una “Chiesa dei due Papi”; il primo anno della guerra in Ucraina con le conseguenze di destabilizzazione degli assetti globali; l’attacco terroristico di Hamas contro Israele, che ha portato alle soglie di un nuovo conflitto anche oltre i confini del Medio Oriente; il ritorno del Covid, il virus riapparso – fortunatamente in forma meno grave – poco dopo essere stato dichiarato sconfitto; un’estate caldissima, più di ogni accurata previsione e percezione, che mai come questa volta ci ha fatto temere l’accelerarsi del processo di cambiamento climatico; l’eco del consumo eccessivo dell’ambiente e della natura, risuonata in terremoti, alluvioni, inondazioni, in Emilia e Toscana, da Nord a Sud, con violenza inaudita; il boom dell’immigrazione clandestina – masse di disperati che premono ai nostri confini, muoiono annegati in naufragi, si accalcano sull’isola di Lampedusa – connesso con il calo delle nascite che sta trasformando l’Italia in uno strano Paese affollato di adulti e anziani.
Meno male che non è stato solo un anno di disastri. E che in Italia, una serie di anniversari accuratamente ricostruiti in questo numero del Libro dell’anno, ci ha spinto a rimeditare l’importanza della storia recente e contemporanea. La Costituzione italiana ha celebrato i suoi 75 anni, motivando per questa e molte altre ragioni la scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come “personaggio dell’anno”; dopo anni e anni di emarginazione, la destra ha vinto le elezioni ed è arrivata alla guida del governo, con la novità della prima premier donna, Giorgia Meloni; anche per questo, il 25 aprile, Festa della Liberazione, è diventato l’occasione per riflettere sulle origini antifasciste della Repubblica. Anno di importanti ricorrenze, il 2023, a ottant’anni da quel 1943 che segnò la fine del Fascismo e l’inizio della fase più crudele della Seconda guerra mondiale. Con due date da non cancellare, il 25 luglio del Gran Consiglio e della caduta del Duce e del regime e l’8 settembre dell’armistizio, con l’ignominiosa fuga del re dalla Capitale.
Su ciascuno di questi eventi, ma anche su quelli apparentemente minori, i lettori troveranno, accanto all’abituale, accurata e precisa nei dettagli cronologia del giorno per giorno, una serie di formidabili articoli, analisi e servizi firmati. La galleria degli autori si apre con il saggio sulla Costituzione di Giuliano Amato, il ritratto dell’"uomo italiano senza nome” di Giuseppe De Rita e un “cameo” di Indro Montanelli, il resoconto del palpitante incontro con Grandi, l’uomo che fece cadere Mussolini, pubblicato per gentile concessione della nipote, Letizia Moizzi. Prosegue con pezzi di Ezio Mauro, Ferruccio de Bortoli, Giuliano Ferrara. E con Aldo Cazzullo, Annalisa Cuzzocrea, Maurizio De Giovanni, Carlo Bastasin, Pierluigi Battista, Massimo Gramellini, Claudio Cerasa, Paolo Garimberti, Enrico Mentana, Giovanni Minoli, Mimmo Gangemi, Francesco La Licata. E con Antonio Polito, Annalena Benini, Roberto Burioni, Monica Maggioni, Alessandra Ghisleri, Giovanni De Luna, Francesca Sforza, Paolo Franchi, Maria Corbi, Franco Foresta Martin, Francesca Paci, Maria Teresa Meli, Federico Fubini, Cecilia Sala, Iman Sabbah, Anna Zafesova, Alberto Simoni, Alessandro Barbera. Pubblicare tutto l’elenco sarebbe troppo lungo, e fin d’ora ci si scusa con chi non è stato citato in questa introduzione: un’ottantina di preziosi collaboratori, tra cui Silverio Novelli, curatore dell’originale sezione delle nuove parole, tra cui “armocromia” e “underdog”, che sono entrate nel linguaggio comune. Inoltre: Cynthia Sgarallino, che ha curato il progetto grafico, Monica Trecca, Lulli Bertini e gli infaticabili redattori di Treccani. Tutti idealmente riuniti in qualcosa a metà tra le più invidiabili redazioni di giornale e compagnie di teatro. L’anno appena concluso rivive nel loro racconto corale. Somiglia a quando, alla fine dello spettacolo, gli attori si riaffacciano sul palcoscenico tenendosi per mano e s’inchinano al pubblico. —