il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2024
Così morì Billy the kid
Erano sterminatori di indiani e di bisonti, ladri di bestiame e assassini, pistoleri e sceriffi poco rispettosi della legge, padroni dei pascoli e piccoli allevatori impegnati in una sanguinosa lotta di classe. Eppure alcuni di loro sono entrati nella leggenda, alimentando il mito del vecchio e selvaggio Far West: gente come Wild Bill Hickok, Jesse James, Butch Cassidy e naturalmente Billy the Kid e Pat Garrett, protagonisti di libri, canzoni e film come quello diretto da Sam Peckinpah negli anni Settanta.
Ma chi era il Kid, che all’anagrafe risultava essere Henry McCarty, ma pure William H. Bonney? E chi era Garrett, lo sceriffo Patrick Floyd Jarvis Garrett (1850-1908), che uccise il quasi ventiduenne fuorilegge Kid a Fort Sumner, nel Nuovo Messico, il 14 luglio del 1881, per essere poi ammazzato egli stesso agli inizi del nuovo secolo, quando il West era morto e sepolto? Come andarono le cose fra i due assi della pistola, che, secondo voci non confermate, avevano partecipato assieme a razzie di bestiame? A raccontarlo fu il medesimo Garrett, con l’aiuto del “ghost-writer” Marshall Ashmun (Ash) Upson, giornalista, ufficiale di posta e giudice di pace, un altro personaggio degno dei western di John Ford e di Howard Hawks.
La storia del Kid narrata dal suo uccisore, che fu incoronato dal presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt come uno dei tre “pistoleri della Casa Bianca”, esce per la prima volta in Italia grazie alla casa editrice Lorenzo De’ Medici Press. Il 29 gennaio arriva in libreria L’autentica vita di Billy the Kid di Pat Garrett, tradotta e curata da Aldo Setaioli, il cui titolo originale è anch’esso una concessione alla mitologia: The Authentic Life of Billy, The Kid By Pat F. Garrett Sheriff of Lincoln Co., N.M., By Whom He Was Finally Hunted Down and Captured By Killing Him. A Faithful and Interesting Narrative, pubblicata a Santa Fe, New Mexico, nel 1882.
Perché Garrett si accinse a scrivere la storia del razziatore di bestiame e pluriomicida, che presentò come “il famoso Desperado del Sud-Ovest, le cui imprese d’audacia e di sangue hanno fatto del suo nome motivo di terrore nel Nuovo Messico, in Arizona e nel Messico settentrionale”? Nell’introduzione precisa: “Ho conosciuto personalmente il ‘Kid’ a partire e durante la cosiddetta ‘Guerra della Contea di Lincoln’, fino al momento della sua morte, della quale malauguratamente sono stato l’artefice, nel compimento della mia funzione ufficiale”. E aggiunge che “questa storia documentata delle imprese del ‘Kid’, priva di ogni immaginazione, lo mostra pari a qualsiasi celebrato bandito della tradizione, non uguagliato nel suo disperato coraggio, nella presenza di spirito nel pericolo, nella lealtà verso i suoi alleati, generosità verso i nemici, prodezza”.
Secondo Setaioli, “i motivi che indussero Garrett a pubblicare questa vita di Billy the Kid, indicandola fin dal titolo come ‘autentica’, sono da ricercarsi in parte nel desiderio di sfatare la ricordata aura di leggenda e di sensazionalismo che subito circondò la figura del fuorilegge, ma anche le accuse moralistiche dei predicatori religiosi, riconoscendo gli aspetti positivi della personalità del Kid. In parte anche maggiore, tuttavia, il motivo di Garrett va ricercato nella volontà di difendersi dalle accuse che gli furono rivolte di averlo ucciso a tradimento. Infine, non nega di sperare anche d’integrare in questo modo la ricompensa che aveva ricevuto per l’uccisione del bandito”.
Garrett, che stava inseguendo il Kid e che aveva l’appoggio di potenti allevatori come John Chisum, lo freddò nella casa di un certo Pedro (Pete) Maxwell. Il “nuovo venuto”, cioè Billy, rievoca, “venne vicino a me, appoggiò entrambe le mani sul letto, quasi toccandomi il ginocchio con la destra, e chiese a bassa voce: ‘Chi sono quelli, Pete?’. Nello stesso istante Maxwell mi sussurrò: ‘È lui!’. Simultaneamente il Kid deve aver notato o percepito la presenza di una terza persona al capezzale del letto. Sollevò rapidamente la sua pistola a innesco automatico, a meno di un piede dal mio petto. Retrocedendo rapidamente attraverso la stanza, gridò: ‘Quien es? Quien es?’ (‘Chi è? Chi è?’). Tutto si svolse in un attimo. Più velocemente che potei estrassi la mia pistola e feci fuoco, mi gettai di lato e sparai di nuovo. Il secondo colpo fu inutile; il Kid cadde morto”.
Morì davvero così il Kid? È probabile. Garrett scrisse ancora: “Non si saprà mai se il Kid mi abbia riconosciuto o no. In caso affermativo, sarebbe stata la prima volta, in tutta la sua spericolata esistenza, in cui gli sarebbe venuta meno la presenza di spirito e avrebbe mancato di sparare prima e pensarci dopo”.