Robinson, 14 gennaio 2024
Don Backy racconta sé stesso e Celentano
Per Don Backy Sanremo è stato croce e delizia: deve al Festival il successo mondiale diL’immensità ma l’annodopo, era il 1968, per problemi di regolamento partecipò con due brani senza poterli cantare: conquistarono il secondo e il terzo posto ma lui ne uscì come il vincitore morale. Oggi, a 84 anni, il cantautore di Santa Croce sull’Arno, fisico da ex vogatore, uno dei fantastici quattro dell’allora nascente Clan Celentano, tiene ancora concerti, segue il Festival da lontano ma ha smesso di proporre le sue canzoni: «Le ho presentate per trent’anni ma me le hanno sempre respinte, altro che i Jalisse».Perché dal 1971 non è più tornato al Festival?«Perché non mi hanno più preso. Ho smesso di candidarmi al secondo anno da direttore artistico di Baglioni. Nel 2018 Claudio mi aveva mandato un messaggio in cui mi esprimeva il suo dispiacere per l’esclusione.L’anno dopo, messaggio simile, solo che io quella volta lì la canzone non l’avevo presentata: “Anche quest’anno non ce l’abbiamo fatta”.Gli ho scritto: “Caro Claudio, ti ringrazio tanto, mi hai tolto il dubbio:pensavo che le mie canzoni non piacessero, oggi ho capito che vengono escluse per partito preso».Al Festival arrivò grazie al Clan e al Clan come arrivò?«Fu mia sorella Annamaria a mostrarmi un giornale con la pubblicità di Celentano che cercava artisti per una nuova etichetta discografica. In paese mi conoscevano come il ragazzo che dopo aver visto al cinema Bill Haley inRock around the clock, si era messo in testa di fare il cantante. Mandai un 45 giri e misi anche una copia delMusichiere con una mia foto a petto nudo: il fisico aiutava, a Santa Croce sull’Arno c’era una lunga tradizione di canottieri. La canzone piacque a Milena Cantù, fidanzata di Adriano».Diventaste subito amici.«Non avevo molti soldi in tasca e a Milano non potevo permettermi un albergo, così Adriano mi invitò a stare a casa sua in via Zuretti, a due passi da via Gluck, nel nuovo appartamento che aveva acquistato e dove viveva con la madre. Dormivo sul divano».Con l’ingresso nel Clan arrivarono anche i primi film.«Nel 1964 andammo a Capri a girareUno strano tipo,lì Adriano si innamorò di Claudia Mori. Ebbe una crisi mistica: il fatto è che con Mori ebbe i suoi primi contatti sessuali, con Milena Cantù erano ancora i fidanzatini di Peynet».I rapporti con lui andavano avanti tranquillamente.«Dopo sposato, Celentano aveva rallentato molto la frequentazione, andavamo a trovarlo a casa sua. Si era preso questa fissa per la religione, i santi, le madonne: andavamo e lui leggeva il Vangelo. Una volta venne anche il nostro impresario Novello Della Bona, un genovese, un socialista vecchio stampo, un omone alto e grosso che ascoltando l’idea di incidere laBibbia su discodella guida spirituale di Adriano, frate Ugolino Vagnozzi, sbottò con la sua voce da boscaiolo: “Ma porc… son duemila anni che ci prendete per il culo, ma andate a cagare”».Nel 1967 partecipò al suo primo Sanremo con “L’immensità”.«Avrei voluto andare con I Camaleonti, che avevano già provinato il pezzo con me: sembravamo Eric Burdon and the Animals, ma alla Cgd proposero Johnny Dorelli. L’anno prima Celentano era stato eliminato a Sanremo con ilRagazzo della via Gluck.La partecipazione conL’immensità fu una sorta di risarcimento e rivincita del Clan».Ne esistono versioni anche jazz.«Ho centinaia di dischi di artisti di tutto il mondo che l’hanno cantata».Nel 1968 lei pensò di portare una delle due canzoni che aveva scritto ma non la poté cantare, al suo posto andò Celentano.«Quell’anno avevo scritto la musica di due canzoni, cosa vietata dal regolamento. La Vanoni, alla quale avevo proposto di cantare insiemeCanzone, preferì il lato B,Casa Bianca.Le dissi che non potevo presentarla, avendone già una in gara, e allora inventarono l’escamotage diaccreditare la musica a un prestanome, la mia firma la falsificò Detto Mariano. Celentano mi fece buttare fuori da Ravera, mandò in gara anche Casa Bianca e così io rimasi a casa».Dopo il Festival fece la sua versione di “Canzone”.«E schizzò prima in classifica. Fu la mia rivincita, ero primo senza aver partecipato al Festival: la gente avverte dove sta la ragione e la verità. La mia versione era la più bella perché era la più sentita».Non deve essere stata una bella esperienza per lei.«Ricordo quell’anno come una voragine nera. Anche Adriano ne ebbe dei problemi, si risollevò solo grazie ad Azzurro di Paolo Conte».Celentano vuole fare un nuovo programma, andrebbe suo ospite?«Non avrei alcun problema, anche se non ci sentiamo da allora».Lei ha scritto anche per Mina.«Un giorno arriva una sua telefonata, aveva inciso L’immensità ma io non la conoscevo, pensavo a uno scherzo: “Ho visto che hai una canzone per me, non so quale ma l’ho visto”. Così mi misi a scrivere. Una notte, tornando da un concerto, ispirato dal brano di BindiNon mi dire chi sei,mi chiesi: “Chi è Mina?”. E composi Nuda: “Ho la tua fotografia”, le dissi l’indomani: in effetti descrive senza volerlo il ritiro dalle scene che avrebbe deciso dopo qualche mese. Mi invitò a registrarla nel suo studio alla Basilica di Milano, dove provinai anche Sognando fumo,più che un pezzo una tragedia, anticipava la legge Basaglia di sette anni. Mina con mia sorpresa la scelse, la chiamò solo Sognando».Ha avuto la soddisfazione di incontrare Mattarella al Quirinale.«A bassa voce mi ha detto: “Io qualche volta ho canticchiato la sua canzone”.Mi ha fatto piacere».