il Giornale, 14 gennaio 2024
La tassa sui paradisi
L’altra faccia del turismo, schizzato alle stelle dopo la pausa Covid, è l’overtourism, un fenomeno che ha ormai contagiato tutte le nazioni dove si possono visitare luoghi ameni in cambio di tasse di soggiorno che lievitano sempre di più per sostenere costi inaspettati e a volte limitare gli accessi.
Come tenta di fare Venezia, dove il mordi e fuggi di solo qualche ora è diventato insostenibile e quindi sarà semi-bandito nei week end di primavera ed estate. Da martedì prossimo, infatti, i cosiddetti escursionisti potranno prenotare on line il diritto di accesso e conquistarsi il ticket dietro compenso di 5 euro. La scelta è sperimentale (sono 29 in tutto le giornate contingentate) e unica al mondo. Ma è anche unica al mondo Venezia, un museo a cielo aperto che tutto il mondo ci invidia e che merita un’attenzione particolare, costi quel che costi. E del resto, basta fare un giro virtuale del pianeta per scoprire che i turisti pagano tasse inaspettate che molti amministratori ritengono necessarie per migliorare l’accoglienza: se la quantità di turisti in circolazione è eccessiva e concentrata solo determinati periodi l’accoglienza comincia a mostrare crepe. Dunque – dicono in molti amministratori – oltre il vitto e l’alloggio e legittimo un contributo per i servizi comuni, tipo la spazzatura.
Le tasse turistiche, però, non superano quasi mai i 20 euro (in Nuova Zelanda 21 euro). Fatta eccezione del Bhutan, piccolo stato incastonato tra Cina e India, detto il Paese del Drago Volante, alle pendici dell’Himalaya. Qui fino all’anno scorso la tariffa giornaliera minima per la maggior parte degli stranieri è 250 dollari a persona al giorno durante l’alta stagione. Da quest’anno, però, le autorità hanno deciso di dimezzare la tariffa a chi si ferma per almeno quattro notti.
Nell’elenco dei più costosi vengono segnalate le isole dei Caraibi dove, al costo dell’hotel o alla partenza vengono aggiunte anche 45 euro a notte. Anche nella maggior parte degli Stati Uniti viene addebitata una tassa di soggiorno. La tariffa più alta viene pagata a Houston, con una tassa del 17% sul conto dell’hotel. Anche Bali si è arresa alle necessità di arginare la massa dei turisti. E dal 14 febbraio 2024, gli arrivi nazionali e internazionali dovranno pagare una tassa di circa 9 euro a favore di progetti che «preservano l’ambiente, la natura e la cultura, oltre a migliorare la qualità» di Bali. Anche la Thailandia – una delle destinazioni più frequentate al mondo – sembra orientata a far parare i turisti a partire da quest’anno.
Per restare in Europa, in Francia la «taxe de séjour», che viene aggiunto al conto dell’hotel e varia a seconda della città in cui ti trovi, da questo mese è schizzata alle stelle. Anche in vista delle Olimpiadi, da gennaio 2024 la tassa di soggiorno sulle camere d’albergo è aumentata del 200%. A seconda della tipologia di alloggio, la tariffa varia da 0,75 a 15 a notte. In Grecia si arriva fino a 4 per camera. A Vienna o Salisburgo si paga un extra del 3,02% sul conto dell’hotel a persona, mentre quest’anno Barcellona alzerà (ancora) la tassa, che invece sarà introdotta a Valencia. Le tasse turistiche in Italia, invece, dipendono da dove ti trovi. In Sicilia le tariffe vanno da 1 a 3 a notte. A Roma, invece, la tariffa varia dai 3 ai 7 euro a notte a seconda del tipo di camera.