il Giornale, 14 gennaio 2024
Misseri presto libero
Per Michele Misseri si avvicina il giorno della libertà. L’uomo, che l’Italia intera ha conosciuto nelle fasi acute del caso di Sarah Scazzi, uscirà dal carcere alla fine del mese di febbraio. Misseri era stato condannato a otto anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote. E la pena adesso è stata quasi scontata del tutto.
La moglie Cosima e la figlia Sabrina sono state invece condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah. La piccola è stata uccisa mentre aveva soltanto quindici anni, il 26 agosto del 2010. Nello specifico, Sabrina è in carcere per omicidio volontario, mentre sua madre Cosima è stata arrestata, qualche mese dopo la figlia, per concorso in omicidio e sequestro di persona. Entrambe le donne, che si professano innocenti, resteranno all’interno della casa circondariale di Taranto, dove si trovano rispettivamente dal 2010 e dal 2011. E dove, nel corso della pandemia da Covid-19, si sono dedicate alla cucitura di mascherine.
Misseri, com’è noto, aveva quasi subito confessato la propria colpevolezza per la morte della nipote. Gli inquirenti non gli hanno però creduto. E la versione dell’uomo di Avetrana è cambiata tre volte in questi otto anni. Il contadino, in un primo momento, si era detto responsabile della morte di Sarah. Ai tempi, Misseri aveva anche condotto le forze dell’ordine nel luogo dell’occultamento di cadavere: un pozzo sperduto in campagna. Il tutto dopo aver consegnato il cellulare di Sarah. Rintracciato bruciato nelle campagne, dirà.
Poi, in seconda battuta, nel 2010, era stato proprio l’uomo originario della Puglia a fare il nome della figlia Sabrina, in relazione a un litigio con la nipote. Un coinvolgimento che non era stato segnalato in prima istanza che ha contribuito a cambiare le sorti delle indagini. Ma adesso siamo tornati alla prima versione rilasciata da Misseri, ossia quella che verte sulla sua esclusiva responsabilità per l’omicidio di sua nipote Sarah.
In questi anni, il quasi settantenne ha ottenuto una riduzione di pena pari a 400 giorni circa. In parte grazie alla buona condotta. È noto che Michele Misseri in carcere abbia lavorato nella falegnameria e si sia dedicato al giardinaggio. Per questo sconto di pena, però, ha influito anche il decreto svuota-carceri. Il contadino di Avetrana, per la giustizia, ha svolto un’unica funzione nel delitto di Avetrana, trasportando e occultando il cadavere di Sarh. Ora Michele Misseri sta per uscire dal carcere e potrà reinserirsi nella società italiana.