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 2024  gennaio 14 Domenica calendario

De Luca contro Fitto “Blocca i fondi, lo denuncio” Il ministro non si smuove


Dallo scontro politico al caso giudiziario. Vincenzo De Luca vuole denunciare il ministro Raffaele Fitto. La Campania non riceve fondi da Roma per circa 5,6 miliardi e il governatore è pronto a rivolgersi alla magistratura. Ma il titolare del Sud e delle Politiche di coesione non intende farsi trascinare sul ring. Da un anno è il terminale delle accuse del governatore campano: non ha mai replicato, non lo farà ora. Contro di lui, De Luca ipotizza il reato di omissione d’atti d’ufficio. E lo Sceriffo di Salerno ha già dato l’ultimatum: in una diffida del 20 dicembre ha fissato in 30 giorni il tempo massimo per chiudere la querelle. Sabato 20 gennaio scadono i termini.
«Se non avremo risposte – promette – lunedì 22 gennaio parte la denuncia alla giustizia ammini-strativa, contabile, penale». Intanto invoca le dimissioni di Fitto, lo sfida a un confronto pubblico. E in una conferenza stampa convocata di sabato mattina inun Palazzo della Regione quasi deserto, tratteggia così il ritratto del ministro: «Inconcludente, incompetente, una sciagura per il Mezzogiorno, una calamità nazionale». Non ha dubbi, De Luca: «L’intenzione del governo è un ricatto nei confronti del Sud. Così cerchiamo di difendere anche i nostri confratelli del Regno delle due Sicilie».
Sono sette le lettere inviate dalla Regione a Roma nell’arco del 2023 per conoscere il destino dell’Fsc. «Nessuna risposta – spiega il governatore – anzi il 12 dicembre Fitto ci ha replicato con dati falsisulla nostra spesa del precedente ciclo Fsc 2014-2020». Per la Regione a fine agosto la Campania era al «56 per cento degli impegni di spesa» e nel frattempo «a fine dicembre – sottolinea De Luca – siamo arrivati addirittura all’80 per cento di impegno del vecchio ciclo Fsc. E poi che facciamo: visto che il programma 2014-2020 si conclude nel 2025, teniamo bloccati i fondi per altri due anni? Si fa un danno alla nostra economia, ci sono opere urgenti come per i Campi Flegrei. E c’è una responsabilità contabile perché, se gli interventi partono con un anno e mezzo di ritardo, scatta un aumento dei costi del 30 per cento». Non solo. C’è un altro capitolo di finanziamenti che fa imbestialire De Luca: 1,3 miliardi in Campania di risorse complementari ai fondi europei, i Poc. Anche questi bloccati. «Avevamo accantonato 400 milioni – spiega il presidente – per i Comuni che entro dicembre non riuscivano a concludere i progetti europei. Ora andranno in dissesto finanziario o bloccheranno i lavori. E abbiamo investito i Poc anche per la cultura: dal teatro San Carlo al museo Madre.Su quei fondi avevamo siglato un accordo con l’Europa 2-3 anni fa, il ministero non dovrebbe aprire bocca. Siamo alla delinquenza politica». Lunga ed articolata, l’arringa dello Sceriffo. Ma il governo ha in mano altri numeri. L’ultimo report della Ragioneria sull’Fsc, datato 31 ottobre, dice che la Campania ha speso solo 3,5 dei 9,3 miliardi (il 37%) della programmazione 2014-2020. Per questo – è il ragionamento che si fa nell’esecutivo serve una rimodulazione. Quindi tempo. In più, è la critica aggiuntiva a De Luca, il governatore non ha presentato progetti in linea con i requisiti della programmazione 2021-2027. Elementi che rinviano la firma dell’accordo per sbloccare i nuovi fondi. Precedenza ad altri: dopo la firma di 6 intese con altrettante Regioni, mercoledì toccherà all’Emilia-Romagna. Altri 6-7 governatori potranno festeggiare a breve. De Luca, invece, no.