Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 14 Domenica calendario

Intervista a Patrizia Pellegrino

La casetta sulla Cassia.
«I miei dirimpettai erano Renzo Arbore e Massimo Troisi. Metà anni Ottanta, la sera stavo sempre lì, era pieno di gente, facevamo mattina a mangiare, cantare e suonare jazz. Renzo non mi ha mai proposto di lavorare con lui, stava già con Mara Venier, magari temeva qualche gelosia. Con Massimo avevo più feeling perché era napoletano come me. Mi corteggiava, ma allora ero un pochino snob e tutta perfettina, mi chiamavano “Panna montata”».
Ecco.
«Figlia di un avvocato, parlavo senza accento, il suo invece era tremendo. “Comm si bell Patrì”, mi diceva, però non mi piaceva proprio. Mi invitò a cena un paio di volte, ci scappò un bacio e niente più, anche perché pensavo a un altro. Era già famosissimo, ma semplice, di cuore. E aveva una dote rara: sapeva ascoltare».
Primo lavoretto in tv con Peppino Di Capri.
«Cantava Champagne, io ero il suo angelo. Doveva sembrare che volassi, perciò mi issarono su una piattaforma sopra la piazzetta. Solo che era dicembre e io, seminuda, morivo di freddo».
Nel 1981 la scelse Corrado.
«Mi affidò Beng!, la sigla di Gran Canal su Raidue, vendette mezzo milione di copie, mi ritrovai con trenta milioni di lire sul conto, quasi non sapevo che farci. Andai da Sarli e spesi tutto per comprarmi degli abiti da vecchia, tailleur che non ho mai messo».
Si beccò una bella lavata di capo.
«Corrado mi fece un cazziatone gigantesco perché entrai in studio con l’atteggiamento da diva, senza rivolgere la parola a nessuno. “Chi ti credi di essere? La prossima volta, prima saluti tutti i tecnici e poi vieni da me”».
Al Sistina con Ombretta Colli.
«All’inizio non mi poteva soffrire, mi trattava male. Dovevamo fare sei mesi di tournée. Perciò entrai nel suo camerino: “Dimmi, perché ti sto tanto sul cavolo?”. Credo che in quel momento mi abbia amato. “Ma no, dai, non è vero, è solo che sei un po’ eccessiva nelle tue manifestazioni, non capisco se sei vera o falsa”. Da allora diventammo amiche. La gente spesso scambia il mio sincero entusiasmo per una recita, anche Simona Ventura all’Isola dei Famosi non mi credeva sincera e mi attaccava, mi difese mio padre».
Sull’atollo fece girare la testa a un altro naufrago, Totò Schillaci.
«Ma dopo pochi giorni senza mangiare era più morto di me, ridotto a una pezza, toccava a me e a Aida Yespica andare a caccia di molluschi. Però mi faceva sentire bella anche se ero un cesso, così struccata e spettinata».
Francesco Facchinetti invece le raccontava fiabe particolari.
«Di notte soffrivo di insonnia e lui si inventava Biancaneve e Cappuccetto Rosso in versione sconcia, faceva ridere, però funzionava».
L’ occasione persa.
«Se non avessi fatto subito tanto teatro forse avrei avuto più successo in tv. Rifiutai persino un grosso show del sabato sera su Raiuno».
Quella che sarebbe stato meglio perdere.
«Posare nuda per Playmen. Mi costò il fidanzamento con il principe Alberto».
Già, sua altezza. Come lo aveva conosciuto?
«Al Festival di Venezia, durante una serata tributo per Ingrid Bergman. Mi ritrovai seduta al tavolo tra lui e Liza Minnelli, ero elettrizzata. Poi, durante un giro in gondola, gli cantai canzoni napoletane. E infine andammo a ballare in discoteca. Scattò la scintilla. Mi diede appuntamento per l’indomani, ma non si presentò, trattenuto da impegni ufficiali. Due giorni dopo lo incrociai ad un party, mi chiese scusa, ci scambiammo i numeri di telefono e mi invitò a Montecarlo».
E lei ci andò.
«Venne a prendermi a Nizza, caricò le valigie e mi aprì la portiera. Cominciò una relazione a distanza, con lunghe telefonate. Alberto era simpaticissimo, per niente imbalsamato. Balbettava leggermente, io ridevo e senza accorgermene, per l’emozione, balbettavo pure io. Era preso, io invece non ero innamorata davvero di lui, ma dell’idea romantica del principe. Una sera a Parigi mi portò a cena in un ristorante stellato all’Arc de triomphe, fu magico».
Fino allo scandalo.
«Tutto il mondo parlava di me. Non c’era momento migliore per pubblicare le mie foto di nudo. Ero nella vasca da bagno quando Alberto mi telefonò. Serio, freddo. “Ho visto il servizio su Playmen”. “Sono pose artistiche”. “Però mi creano un grande imbarazzo”. “Capisco”. Ci siamo risentiti ancora qualche volta, ma poi è finita. Magari, chissà, potevo diventare principessa».
Diego Armando Maradona la tampinò.
«Aveva appena vinto lo scudetto con il Napoli, lo premiai insieme a Gianni Minà. Cominciò a chiamarmi ad ogni ora del giorno per invitarmi a uscire, un martello. Un paio di volte ci sono andata, sperava nel dopocena, invece gli ho dato buca. Mi attirano gli uomini alti, eleganti, di classe e lui non lo era».
Altri calciatori tra gli ex spasimanti?
«Sì, ma è una categoria orrida, con loro non si parla che di calcio, auto, sport, io cerco la cultura, il ragionamento».
Nel curriculum manca un cinepanettone.
«Con Carlo e Enrico Vanzina eravamo molto amici, ci si frequentava, però non mi filavano proprio. Sceglievano sempre Sabrina Ferilli o Nancy Brilli. “Perché invece non prendete me?”. Forse mi hanno visto come attrice di serie B e mi hanno sottovalutato, non so perché».
La cattiveria ricevuta.
«Avevo perso mio figlio Riccardo, appena nato. Ero distrutta dal dolore. Sperai che Gino Bramieri mi riprendesse a lavorare con lui in teatro, mi avrebbe salvato. Non lo fece, preferì tenersi la mia sostituta, fu una coltellata al cuore».
La cattiveria fatta.
«Nessuna, sono estremamente buona, non porto nemmeno rancore».
Qualcuno con cui ha litigato di brutto.
«Con Nancy Brilli. Eravamo amiche del cuore, dormivamo insieme. Mi raccontò che un lui e una lei si erano lasciati, dovevo mantenere il segreto, invece l’ho raccontato ad un’altra persona che, a sua volta, lo ha riferito all’interessata che se l’è presa con lei. Nancy si è arrabbiata e non mi ha più voluto vedere. Fu colpa mia, ho il difetto che parlo troppo, ora ho imparato a farmi i fatti miei».
Ha provato a fare pace?
«Sì, ma lei non mi permette più di avvicinarmi, non è una che perdona».
Una figuraccia in tv.
«Giocavo con Magalli a rubabandiera, sono scivolata e ho dato una testata sul pavimento. “Meno male che ho le corna e mi hanno protetta!”, ho esclamato per togliermi dall’imbarazzo. Al Gf Vip invece, quando Adriana Volpe mi ha nominato per farmi uscire, ho capito che mi volesse salvare e l’ho ringraziata, che scema».
I l principe no, però in prime nozze ha sposato un conte, Pietro Antisari Vittori.
«Lo conobbi un paio d’anni dopo la storia con Alberto, a una cena in casa di amici. Ero in anticipo e avevo una fame tremenda. Sgattaiolai in cucina in cerca di un pezzo di pane. Nel forno trovai una teglia di patate, ne rubai una. In quel momento entrò lui, bello e affascinante. “Ho fame anch’io”. E si mise a mangiare con me. Dopo qualche mese, a Verona, mi chiese di sposarlo».
Il suo secondo marito, Stefano Todini, la tradì con una donna di 20 anni più giovane.
«Fu scioccante, non me lo aspettavo, avevo lasciato Pietro per lui. Siamo stati felici, poi abbiamo deciso di sposarci e sono cominciati i problemi. Stefano sbarellava, non era adatto al matrimonio. Dopo 13 anni abbiamo chiuso. Sono andata in depressione, ho sempre sognato un amore che durasse tutta la vita».
Come l’ha scoperto?
«Partiva per Miami. “Vengo con te”. “No, meglio di no, vado per lavoro”. Mi sono insospettita. Poi ho visto le loro foto sui giornali. Lei era una massaggiatrice moldava che gli avevo fatto assumere nel suo albergo a Todi. Mi aveva chiesto aiuto, mi ero impietosita».
E lei ha mai tradito?
«L’ho fatto con Pietro, quando mi sono innamorata di Stefano. Imbranata, mi sono fatta scoprire. Parlavo al telefono con una mia amica per raccontarle tutto. La governante mi diede una gomitata, poi due, ma io niente, continuai. Senza accorgermi che mio marito era dietro di me».
E adesso?
«Ho un compagno da sei anni, di Napoli, più giovane di me, di cui non rivelo il nome, lo chiamo Mister X. Un mio vecchio amore di quando ne avevo 21. Ci siamo rivisti per caso e via, abbiamo ripreso come se niente fosse».
La si vede poco.
«Ma che dice? Ho girato due film con Pupi Avati, sto preparando un programma tv sul vino, ho intervistato Bruno Vespa, Al Bano, Francesco Moser e Gianmarco Tognazzi, vedrete».
Colleziona provini per «Ballando» e «Tale e quale».
«Per Ballando nemmeno quello. Milly è affettuosa ma è convinta che io non sia adatta perché ho fatto i reality, spero che cambi idea».
Ha scritto il libro: «Ho scelto di sorridere».
«Sorridere non è sempre facile. Succede che nel momento più drammatico, decidi di respirare. Quando mia figlia Arianna stava per morire appena nata, ho invocato Padre Pio. “Mi hai già preso un figlio, non farlo di nuovo”. Pochi minuti dopo è entrata l’infermiera a dirmi che la piccola ce l’aveva fatta, anche se pesava 700 grammi. Ditemi voi se non è stato un miracolo. Purtroppo ha un’emiparesi, è disabile, ma intelligente, piena di vita. Se la cavicchia, anche se ha sofferto molto».
Più sorrisi o più lacrime?
«Metà e metà. La vita mi ha molto picchiata, però ho avuto tante cose belle. Due anni fa ho avuto un tumore al rene, temevo di non farcela, invece sono qui. Mi considero molto fortunata. Mi trovo simpatica e mi voglio bene».