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 2024  gennaio 14 Domenica calendario

Ritratto di Abdelmalik, leader dei ribelli Houthi



Abdelmalik al Houthi non è solo il capo politico del movimento ma è la Guida, alla quale si deve obbedienza assoluta e rispetto religioso. Una doppia investitura per un personaggio diventato oggi l’antagonista perfetto. Originario del nord dello Yemen, 45 anni, membro della setta minoritaria degli zaidi, Abdelmalik è cresciuto in una famiglia numerosa votata all’Islam sciita. Il padre lo ha introdotto al Corano, il fratello Hussein gli ha indicato la via militante creando il «cuore» della fazione, passata da una formazione guerrigliera ad un’organizzazione addestrata. E nel 2005 ne ha ereditato il comando, affiancato da altri tre fratelli, responsabili di un apparato sempre più tenace. Il vincolo del clan aiuta nelle decisioni, previene sorprese dall’interno, rende più omogeneo il potere in una scena instabile. Abdelmalik ha diretto i suoi uomini attraverso molte sfide, contro tanti nemici. I governativi, i sauditi, gli emiratini, adesso le navi israeliane e gli Usa. Costante l’appoggio alla causa palestinese, accompagnato da un odio profondo verso Israele e dal progressivo avvicinamento all’Iran, un’amicizia dovuta ad una visione comune diventata però alleanza solo nell’ultimo decennio con l’inasprirsi del conflitto civile. Prima c’erano relazioni ma non il rapporto di collaborazione usato dagli ayatollah per armare i miliziani e mettere piede stabilmente sulle sponde del Mar Rosso. In questi anni gli avversari hanno provato ad eliminare Abdelmalik. Nel 2009 lo hanno dato per morto in un raid, notizia rivelatasi infondata, poi, un paio di anni fa altre informazioni (ancora false) sulla sua fine prematura. Pericoli evitati che hanno imposto regole di sicurezza e discrezione.

È la quarta città dello Yemen, con una popolazione che si avvicina al mezzo milione, capoluogo dell’omonimo governatorato.
La città, che sorge sulle rive del Mar Rosso, era conosciuta nei secoli XVIII e XIX come uno dei maggiori porti dello Yemen, famosa per il commercio del caffè e delle perle. È ancora strategica per i ribelli Houthi. Durante il conflitto, la coalizione a guida saudita bloccò il porto impedendo l’arrivo degli aiuti provocando una crisi umanitaria