Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 13 Sabato calendario

Periscopio

I migranti stanno avvelenando il sangue del nostro paese. Donald Trump 1.

Dovete capire che se l’Europa fosse sotto attacco non verremo a salvarvi. (…) La Nato è morta e noi ne usciremo. Donald Trump 2.
Estirperemo i comunisti, i marxisti, i fascisti della sinistra radicale, che vivono come parassiti nel nostro paese. Donald Trump 3.
Donald Trump è nel tribunale di Manhattan per l’udienza conclusiva del processo civile per le valutazioni gonfiate sulle sue proprietà. Nel processo l’ex presidente è già stato riconosciuto colpevole di frode insieme ai figli Donald jr ed Eric. Il palazzo di giustizia è transennato e blindato dalla polizia, che ha rafforzato le misure di sicurezza dopo la minaccia bomba a casa del giudice Arthur Engoron. (…) La minaccia è arrivata dopo che l’ex presidente ha attaccato il giudice sui social. lavocedinewyork.com
Nell’età della suggestione di massa la democrazia non si farà scrupoli di fronte alla costituzione. Poveri diritti dell’uomo che sono ancorati a quest’ultima, povera libertà che la democrazia dovrebbe proteggere! Ma dopo tutto la democrazia esiste per la maggioranza, mentre i diritti dell’uomo esistono per i singoli. Quando mai il singolo fu sicuro, nella storia? (…) Quanto alla libertà, essa è la libertà del cosiddetto popolo, non del singolo. (…) Ecco perché la democrazia conduce al suo contrario, alla tirannide. Max Horkheimer, Taccuini 1950-1969, Marietti1820 2023.
Alla televisione di stato russa hanno mandato in onda le immagini dei mentecatti neofascisti di Acca Larentia. Sicché Olga Skabeeva, propagandista e conduttrice tv soprannominata «la bambola di ferro» di Putin, ha commentato quel bosco di braccia tese che da circa quarant’anni si stende a Roma ogni 7 gennaio spiegando che quanto accade oggi in Italia conferma la necessità di denazificare l’Europa. Salvatore Merlo, il Foglio.

A chi abbia ascoltato con attenzione il discorso pronunciato dal ministro della difesa Guido Crosetto in Parlamento mercoledì scorso, sfrondandolo dalla retorica intelligente e accorta, resa ancora più monumentale dallo spettacolo di vergogna e di viltà offerto dal Campo Largo, non può essere sfuggito che il titolare della difesa ha delineato esattamente questa [rovinosa] road map negoziale: che, per il bene di tutti e per porre fine ai sanguinosi massacri di questa guerra, sia il caso di rassegnarsi a fare di uno stato due. Da una parte un’Ucraina europea (…) e dall’altra un’Ucraina russizzata, grosso modo coincidente con il territorio «conquistato» dal 2014 a oggi da Putin. Carmelo Palma, Linkiesta.
Nelle ottantaquattro pagine che il Sudafrica ha inviato alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia per accusare Israele di genocidio contro il popolo palestinese si nota subito una mancanza. Non c’è riferimento alcuno ai motivi per cui Israele è entrato in guerra, non ci sono i crimini di Hamas, non c’è la storia degli abitanti dei kibbutz uccisi, torturati, rapiti il 7 ottobre. (…) Non è l’accusa di genocidio che interessa al Sudafrica, sono le misure provvisorie, perché offrono la possibilità (…) d’imporre giuridicamente a Israele quello che Hamas esige dal primo giorno: non una tregua ma un cessate il fuoco totale che consentirebbe ai terroristi di riorganizzarsi e rimanere al potere a Gaza. (…) Non è l’accusa di genocidio che interessa gli accusatori ma la possibilità di fermare la guerra a favore di Hamas. Micol Flammini, il Foglio.

Con tutte le fabbriche dismesse che ci sono in giro, bisognava proprio essere dei geni del masochismo per organizzare il seminario dei parlamentari del Pd in una spa a cinque stelle. Avessero almeno avuto il coraggio d’andare fino in fondo, cioè a Saint Moritz o a Cortina. Invece hanno affittato il Park Hotel Cappuccini di Gubbio per suggerire l’idea d’una scelta francescana. Pubblicità ingannevole. (…) Scegliendo un centro benessere, i democratici si illudevano forse di trasmettere un segnale di equilibrio e di cura. Passeranno invece per i soliti privilegiati, incomprensibili e lontani, con quella pretesa un po’ grottesca di predicare l’inclusività dal più esclusivo dei pulpiti. Massimo Gramellini, Corriere della Sera.
Aho, ieri è scita ’a notizzia che ’na mezza serqua de querelanti ha presentato alla procura della Repubblica de Roma una denuncia a carico dell’Italia e «degli altri Stati» (qualche centinaio) che hanno sottoscritto la Convenzione di Ginevra sul genocidio. Motivo dell’esposto? Perché l’Italia e tutti gli altri, dall’Afghanistan allo Zimbabwe, passando per Siria, Belize, Giamaica, Cambogia e Capo Verde (la responsabilità di Saturno, dei bastioni di Orione e delle porte di Tannhäuser sono in forse) sarebbero colpevoli di non aver fatto nulla contro l’Entità sionista che ha deliberato e sta attuando il genocidio a Gaza. (…) Non si conosce, per ora, la documentazione posta a sostegno della denuncia. Fonti riservate riferiscono che l’Ordine dei giornalisti di Settembre nero e il Comitato «Eroi del 7 Ottobre» avrebbero garantito piena collaborazione. Lunghissima, pare, pressappoco dal fiume al mare, la lista dei testimoni. Ancora incerta la costituzione di parte civile di Joseph Goebbels. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Siamo certi che una nazione sopravvissuta a due guerre mondiali, al fascismo, a Giulio Andreotti, a Palmiro Togliatti, alle Bierre, al compromesso storico, alla ’ndrangheta, alla Procura di Palermo e a Mani pulite, sopravvivrà anche al ridicolo? Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
C’è nella cultura italiana il convincimento sbagliato che la politica serva a conquistare il Palazzo d’Inverno per trasformarlo non solo in un fortino ma in un organo di conoscenza – una specie di coscienza collettiva: il Principe, direbbe Gramsci – con cui decidere delle vite degli altri, delle vite di tutti. Ahimè, ahinoi, questa visione delle cose appartiene tanto alla destra quanto alla sinistra e la fragilità della nostra democrazia (così piena zeppa di misteri, stragi e terrorismo) dipende proprio da questa cultura dell’egemonia che ha impedito la nascita della cultura della sovranità del diritto in cui, prima di tutto, si fanno i conti con le responsabilità e con i limiti del potere. Giancristiano Desiderio, La Ragione.
Una volta mi lavavo le mani prima di stringerle a un ministro. Oggi, me le lavo dopo. Roberto Gervaso.