La Stampa, 13 gennaio 2024
Non c’è più religione
La Valle d’Aosta è la regione più laica a scuola, ha il più alto tasso di studenti che non seguono l’insegnamento della religione cattolica. A uscire dalle aule quando entra il docente di religione nell’anno scolastico 2022-2023 è stato quasi uno studente su tre, il 30,74% del totale. In cifre assolute si tratta di 4.783 alunni su 15.558.
Sono i dati diffusi dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) che hanno deciso di effettuare una richiesta di accesso civico ai dati presentata al ministero dell’Istruzione scoprendo che nella scuola pubblica italiana è in ulteriore calo il numero di studenti che prendono parte alle lezioni di religione mentre cresce di oltre 82mila unità (l’1,5% in più) rispetto allo scorso anno quello di coloro che dicono no a questo insegnamento.
Nell’anno scolastico 2022/23 non si sono avvalsi delle lezioni 1.096.846 studentesse e studenti mentre nel 2020/21 erano pari a 1.014.841. I dati sono stati diffusi nelle stesse ore in cui il ministero dell’Istruzione ha firmato con la Cei l’intesa per un concorso ordinario destinato a coprire il 30% dei posti vacanti mente il 70% sarà assicurato attraverso una procedura straordinaria destinata a chi è già in servizio da 36 mesi.
Dopo la Valle d’Aosta figurano l’Emilia Romagna (27,48%) e la Toscana (27,12%). In Piemonte circa uno studente su quattro non frequenta le lezioni di religione cattolica (il 24,13%). Molto diverso l’atteggiamento al Sud, dove chi non frequenta rappresenta un’eccezione. Le regioni con la più bassa percentuale di studenti che non partecipano alle lezioni di religione sono Basilicata (2,98%),Campania (3,11%) e Calabria (3,41%). Tra le province guidano la graduatoria Firenze (37,92%), Bologna (36,31%) e Trieste (33,37%).
Sono gli istituti professionali i più laici, con il 25,52% di studentesse e studenti contrari alle lezioni di religione cattolica. Seguono gli istituti tecnici (23,87%) e infine i licei (17,51%). La religione cattolica viene scelta ancora soprattutto fra i più piccoli. Nella scuola secondaria di primo grado sono il 14,67% degli studenti a non frequentare, nella scuola primaria l’11,74%, nella scuola dell’infanzia l’11,3%.
«I numeri sarebbero ancora più alti se avessimo utilizzato i dati ministeriali così come forniti, ma abbiamo prudenzialmente escluso circa il 6% delle scuole perché mostravano fluttuazioni anomale nelle percentuali di non avvalentisi da un anno all’altro – spiega il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene -. Una importante novità – aggiunge – è rappresentata dal fatto che, per ciascuna provincia, sono ora disponibili i dati relativi alle singole scuole. Pensiamo che possa essere utile ai genitori alle prese con le iscrizioni che spesso nutrono il timore che i propri figli siano gli unici a non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica rischiando dunque di ritrovarsi soli».
L’istituto più laico è il Professionale Statale per l’industria e l’artigianato Massimo Olivetti di Ivrea (Torino), con 86 non avvalentisi su 95 (90,53%). Per i licei in vetta alla classifica c’è l’Enriques Agnoletti di Sesto Fiorentino, con l’80,41% di studenti che sceglie di non avere l’insegnamento di religione cattolica, e per la categoria degli istituti tecnici il Sassetti-Peruzzi (tecnico per il turismo) di Firenze: 209 su 244 studenti (l’85,66%). Tra le scuole primarie il record di non frequentanti spetta alla Leonardo da Vinci di Ancona (83,50%). A Torre Pellice (Torino) c’è invece la secondaria di primo grado I.C. Torre Pellice – Rodari, con record di no all’Irc: 148 su 175, l’84,57%. Tra le scuole d’infanzia al primo posto, con l’87,50% di non avvalentisi, è la scuola Idria di Comiso (Ragusa).