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 2024  gennaio 13 Sabato calendario

Terzo mandato. Una strana alleanza


Chissà come sarebbe andata se la legge sul terzo mandato fosse stata approvata nella scorsa legislatura: la prima conseguenza sarebbe stata che l’intero stato maggiore dei 5 stelle – liquidato da Grillo, che si era sentito abbandonato da un gruppo di giovani che sosteneva di aver miracolato, e da Conte, che non vedeva l’ora di impadronirsi del Movimento, e costruirselo a sua immagine e somiglianza – avrebbe avuto qualche argomento in più a propria difesa. Adesso che a riproporre l’argomento è Salvini, per salvare i governatori di Veneto e Lombardia, e con il sostegno di una maggioranza silenziosa e trasversale in cui spiccano i presidenti Pd della Campania De Luca e della Puglia Emiliano, la fila dei candidati ad approfittarne ovviamente si allunga. A partire dai sindaci, che una volta stabilito il principio difficilmente potrebbero essere esclusi, e sarebbero molto più numerosi dei capi-regione.
Se il divieto era stato introdotto, e tardivamente recepito in alcuni casi (tal che, se adesso fosse introdotto il terzo mandato, Zaia, il più votato dei governatori, andrebbe verso il quarto), una ragione esisteva. Era un modo di limitare lo strapotere locale che l’elezione diretta aveva favorito, trasformando gli eletti in “cacicchi”, come diceva D’Alema: personaggi che sommavano potere istituzionale e politico all’interno dei partiti. Altri tempi. Oggi per Salvini privarsi dei voti di Zaia vorrebbe dire rassegnarsi ad assottigliare il già magro patrimonio elettorale del Carroccio. Lo stesso per Schlein, che tuttavia continua a condurre una battaglia personale contro De Luca, rinunciare all’appoggio del governatore della Campania.
E tuttavia, l’idea che la legge sul terzo mandato possa passare con una maggioranza trasversale composta da Salvini e da pezzi di Pd e 5 stelle è abbastanza fuori dalla realtà. Meloni non l’accetterebbe. Schlein nemmeno. Conte neanche a parlarne. Ed è soprattutto la premier che ha urgenza di concretizzare i risultati di Fratelli d’Italia al Nord, a cominciare dal Veneto dove alle politiche di settembre 2022 è riuscita per la prima volta ad intaccare il monte consensi del governatore che sembrava inscalfibile. Non a caso ha già un candidato pronto per il 2025: il “suo” Luca De Carlo, da Belluno, che sta scaldando il motore. —