Corriere della Sera, 13 gennaio 2024
La storia di Francesca che non trova casa per via del suo bovaro bernese gigante
L’amore è arrivato al primo sguardo. E dopo sei anni complicati («Lui me ne ha fatte di tutti i colori e adesso sto rischiando persino di non trovare una casa») non si è affievolito neppure un po’. Così, quando il cronista cerca di far confessare a Francesca l’inconfessabile («Dica la verità, ha mai pensato di mollarlo quel Lui così ingombrante?»), la ragazza spalanca gli occhi, allarga le braccia e risponde che mai e poi mai lascerà il suo compagno a quattro zampe. Dogo pesa una sessantina di chili ma con quella pelliccia tricolore (nera, bianca e marrone) sembra superare il quintale. È un bovaro del bernese, uno di quei cani imponenti che in città fanno girare la testa a tutti gli umani. Anche quelli che, purtroppo, non lo amano e, nonostante la sua natura docile, lo guardano in «cagnesco».
«E infatti da mesi sto cercando una stanza in affitto a Siena, dove studio all’università – racconta Francesca Rizzi, 25 anni, bergamasca, una laurea in Lingue all’università di Torino e tra poco un’altra in dietistica all’ateneo della città del Palio —. Mi accolgono volentieri ma poi quando vedono Dogo mi chiudono la porta in faccia».
La convivenza con il magnifico quattrozampe a volte somiglia a un percorso a ostacoli. Con negozianti terrorizzati dalla presenza del pur pacifico Dogo e situazioni non sempre agevoli anche in casa. «È quasi riuscito a rovinarci il Natale – racconta la studentessa —. Eravamo da parenti, a tavola, sereni e contenti. E lui si è arrampicato su un mobile della cucina e ha divorato l’intero panettone. Poi, ovviamente, gli è venuto il mal di pancia con le conseguenze che vi potete immaginare».
Al peloso cagnolone è anche difficile fare il regalo giusto. «Gli avevamo comprato una bellissima cuccia – ricorda Francesca – di quelle super comode, protettive che tutti i cani vorrebbero. Non ci ha dormito neppure un minuto. D’estate preferisce il pavimento, d’inverno il letto».
E il fidanzato che dice? «Ama gli animali per fortuna, anche se a volte è un po’ geloso – sorride Francesca —. Pure Dogo, a dire il vero, è geloso di lui. Ma non finirà mai con un duello rusticano».
E in viaggio? «Sul treno Frecciarossa una signora iniziò a guardare il cane indispettita – ricorda la studentessa —. Mi rimproverò sostenendo che non lo avrei mai potuto portare su quel treno. Le dissi che Dogo aveva un regolare biglietto. Niente da fare. “Adesso chiamo il controllore”, rispose. Ma quando arrivò, non ascoltò neppure la signora e si mise ad accarezzare il cane».
A Siena, in piazza del Campo, Dogo sembra annusare odore di Palio. Si ferma alla Curva di San Martino, la più difficile e rischiosa della corsa, quasi per sfidare i senesi a fornire a lui e alla padrona un alloggio. Che per fortuna sembra essere arrivato. «Sì, forse ci siamo, ci hanno offerto una stanza», conferma Francesca.
Dogo scodinzola con la lingua di fuori. La cuccia non c’è ma un altro lettone lo sta aspettando.