Corriere della Sera, 13 gennaio 2024
Gualtieri, tra i divi di Hollywood e gli spazzini di Stoccolma
Se non avete mai visto un uomo felice, guardate qui: Roberto Gualtieri, immortalato ai Golden Globes in smoking, papillon e sorriso da imbucato. Accanto alla divina Meryl Streep, ma soprattutto lontano, lontanissimo da crateri e cantieri stradali, e dalle muraglie d’immondizia che tanto lo deprimono quando capita a Roma, la città di cui è involontariamente sindaco.
La vulgata ufficiale sostiene che Gualtieri è andato a Hollywood per attrarre investimenti, ma sfogliando i suoi selfie con Dua Lipa e William Dafoe, si capisce che a essere attratto era lui: da quell’inebriante luccichio. Va capito, gli è toccato in sorte un mestiere che proprio lo annoia. Lo avessero almeno fatto sindaco di Sanremo, una settimana all’anno si sarebbe divertito a cantare con la chitarra in mano davanti all’Ariston, magari anche dentro. Invece Roma, oltre che di sorrisi e canzoni, ha bisogno di amministratori prosaici e un po’ pedanti che si concentrino da mattina a sera sulle piccole cose di cui a nessuno piace occuparsi, ma che rappresentano la base della convivenza civile. Strade lisce, trasporti agili, parchi puliti, cassonetti vuoti e svuotati a mezzanotte o all’alba, essendo quella italiana l’unica capitale del mondo conosciuto in cui i camion della spazzatura passano, quando passano, nelle ore di punta, creando ingorghi onirici. Più che con gli attori di Hollywood, servirebbe un sindaco che facesse amicizia con gli spazzini di Stoccolma.