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 2024  gennaio 12 Venerdì calendario

Curve nere

Negli ultimi trenta-quarant’anni le curve italiane si sono tinte di nero facendo saltare i riferimenti di un tempo, con poche granitiche certezze rimaste immutate dagli anni Settanta: Nord interista, curva veronese e Nord laziale – teatro dell’ultima parata di mani tese – sono saldamente a destra, dove sono state raggiunte dalla sud romanista (erano i Novanta e in entrambe le curve capitoline fiorivano le celtiche). Allo stesso tempo, una migrazione costante ha portato nell’orbita fascistoide decine di tifoserie grandi e piccole, un tempo di tutt’altra tendenza. Intanto, i grandi gruppi si sono sciolti o polverizzati in cani sciolti, che a loro volta hanno dato vita a micro-bande, use a viaggiare in van nelle trasferte: «Gruppuscoli di decine di persone fuori controllo rispetto a un tempo», dice il sociologo Pippo Russo.
I saluti romani nella curva laziale all’ultimo derby di Coppa Italia sono solo l’ultima conferma di una simpatia antica, che si è espressa con le stesse modalità all’ultima commemorazione dei morti di Acca Larentia, dove il cerchio si è chiuso: fra gli identificati ci sono decine di ultras biancoazzurri. Un legame antico, questo fra laziali ed estrema destra, che cinquant’anni fa si sfogava nelle piazze e allo stadio, contro i romanisti “compagni”, quando il derby era anche un prolungamento dell’odio fra neri e rossi. Negli anni Ottanta tutto questo sbiadì, anche se nella curva interista nascevano gli Skins e si consolidava il potere dei Boys San, Squadre d’azione nerazzurre, dove il richiamo alle Squadre d’azione Mussolini era ben più forte di una suggestione.
I Boys si sono sciolti nella Curva nord Milano dopo la morte violenta di Vittorio Boiocchi, il capo storico e pluripregiudicato del gruppo ammazzato per vicende estranee allo stadio, ma niente è veramente cambiato nella geografia politica della Nord, così come nel gemellaggio coi laziali. Un patto d’acciaio, saldato in nome del cuore nero che batte in petto alle due tifoserie e dei comuni omaggi al “Diablo”, Fabrizio Piscicelli, ex capo degli Irriducibili ucciso a Roma in un regolamento di conti criminale. Quanto a presunti scopi eversivi, a tutt’oggi si è registrata una sola grave infiltrazione neofascista: Brescia-Roma 1994, scoppiano gravi incidenti a opera dei romanisti in trasferta che sfociano nell’accoltellamento di un vicequestore di polizia, Giovanni Selmin. Quel giorno allo stadio c’è anche Maurizio Boccacci, leader del Movimento politico occidentale, gruppuscolo di estrema destra dov’erano confluiti ex di Avanguardia nazionale. Arrestato, viene condannato per reati compiuti a Brescia, compresa la manifestazione fascista. A Verona, altra storica roccaforte dei fascio-ultrà, relazioni pericolose sono emerse fra ultras scaligeri ed estremisti neri, dal momento che chi dirigeva il canto «siamo una squadra fantastica fatta a forma di svastica», Luca Castellini, dirigeva anche Forza Nuova. Lo definì goliardia, la stessa che regala il verso della scimmia ai giocatori di pelle nera in campo al “Bentegodi”.
Comportamenti raramente puniti coi Daspo, l’allontanamento dagli stadi, per la difficoltà di identificare gli autori dei cori. Due stagioni fa l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del Viminale ha censito 50 episodi di discriminazione razziale, cinque dei quali di natura antisemita, e otto violazioni riguardanti l’ostentazione di simbologie vietate, il che ha portato alla denuncia di 19 tifosi, una goccia nel mare. Non è detto che questi comportamenti coincidano con un orientamento fascistoide, ma spesso i due elementi coincidono.
Il fascio-tifo si estende a nord-est, contagia gli ultras di Treviso, Padova e Vicenza, ma a Torino, fra gli juventini, la musica non è molto diversa. La curva atalantina non ha resistito alle sirene leghiste, quella milanista è apolitica da rossa che era, come quella di Fiorentina e Napoli, mentre quella bolognese è divisa in due. Sul fronte curve “di sinistra” resistono Livorno, Pisa e le due genovesi, eccezioni che confermano la regola generale: l’egemonia fra gli ultras italiani è di color nero.