Il Messaggero, 11 gennaio 2024
Biografia di Cristina di Svezia
Mentre si approssima l’inverno, in Scandinavia la notte si allunga a dismisura, tanto che nelle zone a Nord si arriva al buio pressocché perenne. Nelle isole Svalbard il sole non si leva da metà ottobre a metà febbraio. Allora nelle città, nei paesi e nelle case vi è una suggestiva abitudine: alle finestre vengono messe luci e candele che restano sempre accese. Le tende sono aperte, dietro si scorgono stanze accoglienti. È un’usanza antica che dà un senso di calore e benvenuto. Come dire a chi cammina nella notte gelida e nevosa: “Non sei solo”.
INTROSPEZIONE
Quella lunga notte è un’occasione di introspezione, ma forse anche di malinconia. E se molti sono coloro che dal grande Nord sono rimasti affascinati, c’è stato pure chi lo ha lasciato per luoghi diversi. Certo, non solo per ragioni meteorologiche. Un esempio è quello di una sovrana celebre che il 20 dicembre 1655 fa il suo ingresso, applauditissimo, a Roma. A ricordarlo vi è ancor oggi una scritta a Porta del Popolo. Felici faustoque ingressui. La dama si dirige poi in Vaticano su una lettiga che ha disegnato per lei lo scultore Gian Lorenzo Bernini. Si tratta di Cristina Augusta di Svezia, che diventa Cristina Alessandra Maria una volta abbracciato il cattolicesimo.
Nata a Stoccolma il 18 dicembre 1626, figlia di Adolfo II di Svezia e Maria Eleonora del Brandeburgo, la bambina sulle prime viene scambiata per un maschio. E poi allevata come tale – non c’è solo Lady Oscar, il cui padre “voleva un maschietto” – ma comunque molto amata da questi, che tutela i suoi diritti a succedergli. La dinastia dei Vasa siede infatti sul trono. «Diventerà intelligentissima, ci sta rendendo tutti pazzi di lei» vaticina Adolfo II. Educata da grandi precettori – studierà 10 ore al giorno, imparando il francese, l’italiano, il tedesco e l’olandese, il greco, il latino, la filosofia, la letteratura – Cristina rimane orfana di padre durante la Guerra dei Trent’Anni, nel 1633. Viene detta “la Regina Bambina”.
Durante la sua minore età il paese è governato dal cancelliere (e suo precettore) Axel Oxenstierna e da un governo di reggenza. Nel 1644 la giovane sale al trono – verrà incoronata nell’ottobre 1650 – e impone la pace. Entra in possesso della collezione d’arte di Rodolfo II d’Asburgo, che è stata requisita da Praga. Trasforma quindi Stoccolma nella “Atene del Nord”, invitando grandi artisti e intellettuali fra cui Cartesio (che a causa del gelo di palazzo reale si prende una polmonite e muore nel 1650). Lavoratrice indefessa, assolutista e anticonformista, la regina non intende sposarsi. Al Senato replica: «Il matrimonio implica delle soggezioni alle quali non mi sento in grado di sottostare». Ha una relazione segreta con il cugino Carlo e una – pare – con una dama di corte, Ebba Spare.
LA DECISIONE
Decide quindi di dichiarare principe ereditario il cugino Carlo X Gustavo. Fortemente legata al luteranesimo, rimane però colpita dal gesuita Antonio Macedo e si avvicina al cattolicesimo, che abbraccerà successivamente. Provata nel fisico, abdica a favore di Carlo Gustavo nel febbraio 1654 al castello di Uppsala. Quindi attraversa tutto il paese abbigliata da uomo, sotto falso nome e con un piccolo seguito, per dirigersi prima nei Paesi Bassi (a Bruxelles compie la prima professione di cattolicesimo), poi in Italia. Passa per Mantova, Ferrara, Bologna e altre città, quindi giunge a Roma, di cui diviene idealmente la regina. Il Natale 1655 riceve i sacramenti da papa Alessandro VII. Va ad abitare a palazzo Farnese, fonda quindi lì nel 1656 l’Accademia Reale. Fra i suoi membri c’è il francescano Francesco Negri, che arriverà per primo a Capo Nord in una spedizione voluta dalla regina. Costei ha dunque anche il merito di aver radunato intellettuali e letterati, dando il la alla nascita del movimento letterario settecentesco noto come Accademia dell’Arcadia.
In seguito la sovrana ha dei problemi economici, non sempre le vengono elargiti i suoi appannaggi. Si lega al cardinale Dario Azzolino, tanto che il papa chiede a questi di non esagerare con gli incontri.
MAZZARINO
Per un periodo va in Francia da Luigi XIV, Mazzarino le propone il trono di Napoli, ma la manovra non riesce. Dopodiché Cristina fa uccidere il marchese Gian Rinaldo Monaldeschi, che fa parte del suo seguito, perché trama contro di lei. Il gesto, però, le aliena parte del mondo cattolico.
Tornata a Roma, per un periodo abita a villa Farnesina alla Lungara, poi nell’adiacente palazzo Corsini (oggi Accademia dei Lincei, dove si dice aleggi ancora il suo fantasma). Alla morte di Carlo X Gustavo la sovrana va in Svezia, ma non può tornare sul trono. È ancora la volta di Roma, dove si distingue per la tolleranza e la protezione esplicita che garantisce agli ebrei. Morirà il 19 aprile 1689. Viene sepolta nelle Grotte Vaticane, dove riposano anche Matilde di Canossa e Carlotta di Cipro. Le Grotte, sotto la navata centrale di San Pietro, sono molto ambite perché ospitano la tomba di Pietro. Ed è lì che giace ancora oggi la “regina delle nevi”, circondata da ventitré pontefici fra cui Giovanni Paolo I e Benedetto XVI.