ItaliaOggi, 10 gennaio 2024
I tedeschi non sanno più contare
Anni fa, mi trovavo alla cassa di un supermercato quando si bloccarono i computer. La giovane cassiera, disperata, cercò di far di conto: 8 e 50 più 4 e 30? Dodici e 80 le suggerii, lei mi guardò meravigliata come se fossi un mago. I computer tornarono a funzionare, e la ragazza esclamò: è giusto, come ha fatto? Era prima dell’epoca dei cellulari, oggi oltre che telefonare e fotografare, con i cellulari si svolgono operazioni di matematica, perfino radici quadrate. Forse è anche colpa loro se i tedeschi non sanno più contare.
In uno degli ultimi numeri, Der Spiegel è uscito con in copertina semplicemente dei numeri: 2+2X2=8. Giusto o sbagliato? La rivista confessa che perfino in redazione molti erano in dubbio. Nel 1997, Einaudi pubblicò Il mago dei numeri di Hans Magnus Enzensberger, una favola che vedeva il piccolo protagonista, che si chiamava Robert come me, alle prese con un malefico professore di matematica. Il titolo originale era “Der Zahlenteufel”, il diavolo dei numeri. Un bestseller. Andai a intervistare Enzensberger e per un paio d’ore ci divertimmo: i numeri hanno un colore, il tre è verde, il sei rosa? E hanno un sesso, il quattro è femminile, il nove è maschile?
Sono trascorsi 27 anni, una generazione, temo che oggi il libro venderebbe poche copie. Non è solo colpa dei computer. La matematica si insegna male. Io ero bravo finché non affrontai l’algebra. Perché meno due per meno due fa più quattro? È così e basta, mi mise a tacere la professoressa. Non lo sapeva neppure lei. E io mi bloccai.
Secondo gli ultimi controlli, nella classifica internazionale Pisa, gli studenti tedeschi sono precipitati al quindicesimo posto su 83 paesi, niente affatto confortante, mai così male. Il 30% al liceo non sa compiere una semplice operazione di aritmetica, e sono un anno indietro rispetto ai liceali nel 2018. Anche il Covid ha le sue colpe, ma non è un alibi, scrive Der Spiegel.
In matematica i ragazzi hanno perso 25 punti, un quarto non sa calcolare il cambio dell’euro in un’altra valuta. Vanno male anche nella lettura, meno 18 punti. Riescono a leggere parola per parola ma il 25 per cento non capisce il senso di una frase, e appena l’otto per cento riesce a leggere un testo lungo una pagina e a distinguere i commenti dai fatti. I loro padri alle elementari scrivevano meglio. Pessimi i risultati anche in scienze naturali: meno del dieci per cento raggiunge la sufficienza, il 23 per cento non conosce la differenza tra un mammifero e un mollusco.
Obbligare i bambini a imparare a memoria è oggi considerato un errore, devono essere lasciati liberi secondo un malinteso sistema Montessori. Alle elementari, imparammo le tabelline a memoria, e in classe si faceva a gara a chi rispondeva per primo alle domande della maestra. Era un gioco, non una tortura e, tanto per sfatare un altro pregiudizio, erano più brave le bambine.
In Germania, i cattivi risultati vengono giustificati con la presenza di molti studenti stranieri, che in certe classi sono perfino in maggioranza. Potrà essere vero per la scrittura, ma in matematica sono più bravi i ragazzi arabi, o del Pakistan e del Bangladesh. Nella classifica Pisa, gli studenti di Singapore, Cina e Corea del Sud, in tutte le categorie sono di gran lunga migliori dei coetanei tedeschi. A Singapore, il 41 per cento non compie quasi errori in matematica, e sa svolgere operazioni abbastanza complesse. Battono i tedeschi anche gli studenti di Canada, Svizzera e Estonia. e quelli di Austria, Polonia, e Slovenia.
I professori consentono l’uso dei cellulari in classe, che sono dei minicomputer, e i ragazzi non compiono più operazioni, e per scrivere li salva il correttore automatico. Si giunge al diploma ignoranti, poi vanno incontro a problemi al lavoro.
Un artigiano, un operaio, un cassiere, un impiegato di banca non può sempre affidarsi al computer. È entrato nella storia il messaggio, mezzo secolo fa, degli astronauti di Apollo 13: «Houston abbiamo un problema». I computer di bordo non funzionavano, ma riuscirono a tornare a terra compiendo i calcoli a mano. Oggi, i giovani tedeschi credono che sia meglio avere il serbatoio della loro auto pieno al 25 per cento, che vuoto al 50.