MowMag, 8 gennaio 2024
Nello store deserto di Chiara Ferragni
Non c’è pace per Chiara Ferragni. Dopo l’incredibile scandalo del pandoro-gate Balocco e la presunta finta beneficenza ai bambini dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, la gogna mediatica e il lagnosissimo video di scuse con la tutina grigia della vergogna, nonché l’avvio delle indagini per pubblicità ingannevole sulle uova di Pasqua, è arrivata nel giorno della Befana, la notizia che ora anche la campagna pubblicitaria della bambolina della Trudi Limited-edition, personalizzata e brandizzata col marchio Ferragni, sarebbe sotto indagine dei Pm di Milano. Nel caso della bambolina bionda, fatta a immagine e somiglianza della celebre influencer, i sospetti sarebbero sorti poiché, come negli altri casi, nel corso della campagna pubblicitaria svoltasi nel maggio 2019, Chiara Ferragni aveva dichiarato che i ricavati delle vendite dei giocattoli sarebbero stati devoluti a un’organizzazione benefica no profit contro il cyberbullismo (un tema che pare starle molto a cuore, almeno da ciò che diceva), se non fosse che da quanto sta emergendo, anche in questo caso l’influencer avrebbe utilizzato lo stesso modus operandi dei già menzionati casi del pandoro e delle uova di Pasqua, motivo che ha spinto gli inquirenti a vederci chiaro.
E dunque, fra un’indagine e l’altra, e soprattutto uno scandalo e l’altro, sono poi sempre di più anche i marchi e le aziende che stanno lentamente prendendo le distanze dall’influencer, annullando collaborazioni e spot che la vedevano come testimonial, per non rischiare di rovinarsi l’immagine. La prima fu l’azienda di occhiali Safilo, con cui la Ferragni collaborava dal 2021, cui nelle ultime ore si è aggiunta anche la Coca-Cola Company, che aveva in programma uno spot che vedeva la Ferragni protagonista, previsto proprio per gennaio 2024, ma che non andrà mai in onda. Insomma, terra bruciata. In tutto ciò, dal 5 gennaio sono iniziati i saldi, e come vanno allora le cose nel Chiara Ferragni Store col mitico logo dell’occhio? Dopo aver visto le immagini del negozio di Roma, che era stato vandalizzato con le scritte “bandita” e “truffatrice”, ho deciso di vedere come fosse la situazione al negozio nella sede di Milano. Ebbene… Forse complice la shitstorm senza fine, o forse il buongusto in fatto di moda dei milanesi (almeno a quanto si dice) la situazione in negozio è apparsa estremamente tranquilla, ma così tanto tranquilla da sembrare senza vita, e quasi quasi un po’ dispiace.
Sabato 6 gennaio, nonostante il weekend e tutti i prodotti scontati, il negozio appariva infatti deserto. Niente atti vandalici in questo caso, ma solo le commesse gentili, apprensive, e forse anche un po’ a disagio, che hanno cercato in tutti i modi di propinarmi le mille borse e borsine color rosa maialino. “Mi aspettavo di trovare coda, ora che ci sono i saldi…” ho detto loro, per sentirmi rispondere con un ironico imbarazzo che no, ci mancherebbe, “ti sei fatta spazio tra la folla”, ha risposto una di loro, dove allora ho immaginato si riferisse a una folla immaginaria. La cosa che mi ha colpito di più, non è stato però solo il deserto dei tartari, quanto il fatto che quasi ogni singolo prodotto fosse scontato del 50%, cosa piuttosto inusuale per qualsiasi brand pur in periodo di saldi, quasi a indicare che avevano disperatamente bisogno di vendere qualcosa, almeno qualcosa, fra la tanta, e oserei dire pacchiana, merce esposta sulle vetrine.
Il pezzo forte che più volevano spingermi a comprare è stata la EyeLike bag, che a quanto si dice è la borsa più iconica e simbolica del brand Ferragni, in una slavata tonalità lilla opaco. La borsa in questione, che di elegante e chic, almeno per la mia percezione, aveva ben poco, costerebbe la bellezza di 250 euro, ma in quest’occasione speciale era scontata addirittura del 50% e a dire della commessa era un’occasione assolutamente unica e irripetibile da cogliere al volo, visto che solitamente “non è mai così scontata, al massimo arriviamo al 20-30%” (e chissà come mai?), cui infatti ho risposto: “Eh, magari è per quello che sta succedendo in questo periodo, che (la borsa) è così scontata…”, La commessa ha annuito imbarazzata. Insomma, un’occasione imperdibile, come non approfittare? Hanno cercato di convincermi in tutti i modi a prenderla, nella versione piccina, grande, nera, lilla slavata… Vien da dire quasi che te la tirano dietro, solo bisogna vedere se una cosa così kitsch può ancora convincere qualcuno.
Ho provato poi a cercare la mitica (si fa per dire) borsina anche nello store online, per scoprire con grande meraviglia che esiste anche nelle tonalità di blu, bianco, marroncino, multicolore… Ma se la ordinassi oggi, arriverebbe mai? La domanda giunge a proposito visto che, anche sulla vendita online, Chiara non era stata molto corretta e trasparente con alcuni consumatori. Solo una settimana fa era diventato infatti virale il video TikTok di due ragazze che si scambiavano dei regali di Natale immaginari, dato che, dopo aver acquistato sul sito dell’influencer, erano rimaste deluse e a mani vuote, già che i regali non erano mai arrivati in tempo utile per la festa; e a leggere i commenti online, pare non sia affatto l’unico caso di consegna in ritardo, o addirittura non pervenuta. Insomma, un’altra figuraccia. Chissà se questa volta un video di scuse in tutina grigia e lacrime di coccodrillo basterà per risollevare l’immagine di fronte ai follower (in calo), e recuperare un po’ di credibilità con i fan e soprattutto con chi l’aveva scelta come proprio modello, fonte d’ispirazione e beniamina. Coraggio Chiara, non mollare!