Corriere della Sera, 8 gennaio 2024
Il murale di Maradona verrà buttato giù
Napoli «Ovviamente mi dispiace, ma non dimentichiamo che l’opera serviva proprio ad accendere i riflettori sul Bronx, e a dare voce alle persone che ci vivono». Il «Bronx» di cui parla lo street artist italo-olandese Jorit Agoch, al secolo Ciro Cerullo, è un’area di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, così soprannominata per via del disagio sociale che si mescola alla criminalità, dove nel 2017 su una palazzina di via Taverna del Ferro ha realizzato il più grande murale al mondo di Diego Armando Maradona, alto 40 metri, accompagnato dalla scritta «Dios umano». Un anno dopo, sulla facciata della palazzina accanto, lo stesso artista ha dipinto il volto di un bambino autistico del quartiere, Niccolò, ritratto con gli occhi bassi e lo sguardo sfuggente, e la scritta «Essere umani». E sull’altro lato dei due palazzoni gemelli è spuntato invece un ritratto di Ernesto Che Guevara.
Sia il murale del Pibe de oro che quello di Niccolò saranno cancellati con la demolizione delle case del «Bronx», 360 alloggi di edilizia popolare e 84 box, realizzati come soluzione temporanea dopo il sisma del 1980, per permettere l’avvio il prossimo 2 febbraio degli interventi di riqualificazione stabiliti dal Comune, che qui investe 106 milioni di euro di fondi del Pnrr. «La cosa importante – riprende Jorit – è che le persone abbiano case confortevoli in cui vivere. Detto questo – aggiunge – mi stanno scrivendo in tantissimi, dispiaciuti che l’opera venga buttata giù. Io non so che dire, non sono scelte che mi competono». Poi azzarda un’ipotesi: «Si potrebbero tenere in piedi i primi 20 metri dell’opera in cui c’è Diego, e magari in quella scala su ogni piano realizzare studi per artisti emergenti, scuole d’arte per ragazzi di strada o le sedi di tutte le associazioni e le realtà sociali che ci sono sul territorio: teatro, danza doposcuola, uffici comunali. Un po’ come si farà a Scampia con le Vele: una resterà in piedi, per avere anche la testimonianza storica di un simbolo del quartiere».
La cosa fondamentale, conclude lo street artist, «è il grande risultato, per nulla scontato, che finalmente verranno date delle case migliori alle persone che vivono nel “Bronx”. E sono sicuro che Diego sarebbe felice di questo. È una sorta di ennesimo miracolo che Diego ha compiuto». L’opera che ritrae Maradona fu completata grazie ai fondi avuti dall’allora capitano del Napoli Marek Hamsik e dal contributo di associazioni del territorio. Negli anni il murale dell’indimenticato fuoriclasse argentino ha attirato visitatori e turisti.