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 2024  gennaio 06 Sabato calendario

Breve storia dei duelli tra leader


Dopo Sandra&Raimondo è l’ora di Thelma&Louise, malignano fuori dai confini di Fratelli d’Italia e Partito democratico, ovviamente prescindendo dal finale tragico del road movie sulla fuga delle due donne americane interpretate da Susan Sarandon e Geena Davis, dove sono tutti furibondi per il cantiere del duello televisivo proposto tempo fa da Elly Schein («Sono sempre pronta a un confronto nel merito con Meloni, di persona») e accettato ieri l’altro dalla presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa di Montecitorio («Volentieri»). Già perché fuori dalla grammatica del bipolarismo, quando si è tutti contro tutti come all’alba della campagna per le Europee, il confronto in tv è come il potere della celebre massima andreottiana: logora chi non ce l’ha. Schiumano di rabbia la sinistra di Fratoianni, i renziani, i calendiani e i Cinque Stelle, di qua; si mangiano il cappello silenziosamente salviniani e berlusconiani, di là. Tutti, insomma, consapevoli che un duello televisivo prima di una sfida col metodo proporzionale possa favorire chi ne prende parte, aiutando ciascuno a fare incetta di consensi nel proprio campo. E così, a un anno e mezzo dal tormentone Sandra&Raimondo che accompagnò Meloni ed Enrico Letta all’epoca della campagna elettorale per le elezioni politiche – alla fine il duello si tenne nella redazione del Corriere della Sera e fu arbitrato dal direttore Luciano Fontana, qualche mese prima c’era stato un gustoso antipasto alla presentazione del libro Razza poltrona di Fabrizio Roncone – ci si torna a esercitare sul senso di Meloni per i duelli televisivi. Prova di forza, come sostengono i suoi? O astutissima mossa di mutuo soccorso con l’avversaria, come nella celebre borraccia di Fausto Coppi e Gino Bartali al Tour del France del 1952, tra l’altro sperimentata in tempi recenti da Matteo Salvini e Matteo Renzi, quando nel 2019 avevano tentato fuori tempo massimo di ridefinirsi un bipolarismo a loro immagine e somiglianza (l’arbitro, allora, era stato Bruno Vespa)? Chissà. Nel frattempo, seppur col robustissimo paracadute di chi sa di non giocarsi la poltrona di Palazzo Chigi, Meloni potrebbe entrare nella piccolissima lista di leader che si prestano a un duello tv partendo da una posizione di vantaggio nei sondaggi. Piccolissima nel senso che, in Italia, vi figura un nome soltanto: quello di Romano Prodi. Il Professore si concesse a una serie di confronti tv con Berlusconi pur sapendo di aver tutto da perdere. E nel 2006, parte della rimonta berlusconiana arenatasi al fotofinish fu scritta proprio nei confronti televisivi, durante i quali il Cavaliere arrivò a tirare fuori anche la famosa seduta spiritica all’epoca del sequestro Moro (a cui aveva partecipato il suo rivale, certo, ma anche un candidato del suo schieramento, Mario Baldassarri). Da lepre nei sondaggi mai, neanche una volta, Berlusconi ha concesso al rivale il privilegio di un duello televisivo. Nel 2001, quando il candidato del centrosinistra era Francesco Rutelli, al suo spin doctor Michele Anzaldi venne l’idea di comprare un maxicostume da coniglio e di farlo indossare a Roberto Giachetti, che così travestito si presentava in tutti i luoghi pubblici dov’era prevista la presenza di Berlusconi per chiedergli di «non scappare» dal duello tv. Inutilmente. Dall’archetipo italiano dei duelli tra leader (quello arbitrato nel 1994 da Enrico Mentana che consegnò alle pagine più tristi della sinistra italiana il completo marrone di Achille Occhetto) a oggi, la magia del confronto tv è come svanita, soffocata non tanto o non solo dalla latitanza dei big, quanto dall’esasperata regolamentazione che ha reso di una noia mortale i confronti a più voci, come nei duelli interni ai candidati alle primarie del Pd. Stessi tempi, stesse domande, stesso numero di repliche e sempre la stessa maniacale attenzione al cronometro, col timer che sistematicamente diventava più interessante dei contenuti. A Meloni e Schlein il compito di risollevare le sorti di un genere decisamente fuori moda. Come Thelma&Louise, per una volta, stanno per salire a bordo della stessa macchina.