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 2024  gennaio 07 Domenica calendario

Le mille e una vita dell’antitutto Dibba

Attivista politico, deputato, barman estivo, poi opinionista nei talk tv, giornalista-reporter-giramondo, poi di nuovo attivista con forti accenti pro Palestina. E poi? Attore. Perché il prossimo 10 gennaio salirà sul palco del Teatro Duse di Bologna, con un monologo il cui titolo dice tutto: Assange: colpirne uno per educarne cento. Alessandro Di Battista, 45 anni, ha quasi più eteronimi di Fernando Pessoa, che nelle sue opere si calava in numerosi alter ego, a seconda delle situazioni. «Dibba», che il suo pubblico di «antitutto» se l’è coltivato con sapienza, lo ami o lo odi. I toni pacati non sono il suo forte. Una volta attacca tizio lancia in resta, un’altra strizza in video più d’un occhio al «protocomplottista» prof. Alessandro Orsini, che a sentirlo Zelensky pare l’aggressore e Putin un agnellino. Confronti di un certo tipo, via YouTube (con tagli poi viralizzabili sui social), perché in fondo, in quelli «mainstream» con un moderatore, non ti fanno dire le cose come stanno per davvero. Discutibile su molti fronti, Di Battista può però vantare un punto forte: la coerenza. Salito alla ribalta nazionale grazie alla politica, non lo si può certo attaccare con l’accusa di poltronismo. Qualche mese prima delle Politiche del 2018, erano i tempi d’oro di quando Beppe (inteso come Grillo) filava, «Dibba» annuncia che non si sarebbe ricandidato in Parlamento, ma che avrebbe continuato a fare il militante di base del M5S. Un colpo nemmeno troppo a sorpresa, perché tanto, a uno come lui, la grisaglia da ministro faceva venire l’orticaria. Meglio continuare a fare il «guastafeste», tenendosi le mani libere. A farne le spese è stato più volte il fu amico per la pelle Luigi Di Maio (poi diventato «il traditore»). Poi è toccato al successore: Giuseppe Conte. E quando l’ex premier, dopo la sua medesima defenestrazione, avalla l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, «Dibba» manda al diavolo tutti i Cinque stelle. Addio, dopo 11 anni «vaffa» e qualche (rara) mano tesa. Meglio ripartire dalle origini. C0sì nasce Schierarsi, l’associazione politica che Di Battista sta portando in tour per l’Italia, magari in vista delle prossime elezioni, anche perché al momento pare che di tempo ve ne sia in abbondanza. Grazie all’ultima iniziativa, Schierarsi ha raccolto fondi per Medici senza Frontiere, impegnati a Gaza. Israele? «Pratica questo orrore e riesce persino (grazie ad un sistema mediatico in occidente sempre più eticamente corrotto) a passare da vittima – afferma «Dibba» —. Continuiamo a denunciare i crimini contro l’umanità e l’intento genocidario delle autorità israeliane. È un nostro dovere!».