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 2024  gennaio 06 Sabato calendario

Panchine incerte


L’estate scorsa solo una delle prime quattordici squadre in classifica – la migliore di tutte, il Napoli – cambiò l’allenatore. La prossima potrebbero invece farlo (come minimo) la metà e la fisionomia della serie A, dopo tre anni di sostanziale stabilità tecnica, ne uscirà stravolta. Mourinho è in scadenza, e non solo da un mero punto di vista contrattuale. Pioli è in bilico, ogni settimana e da settimane. Allegri è in sospeso tra la stanchezza e l’entusiasmo che gli stanno trasmettendo i ragazzi ai quali s’è messo a capo. Dando per scontato che il Napoli cambierà di nuovo e che Simone Inzaghi è l’unico tra i grandi a godere di posizione solida (anche Sarri lo è abbastanza, ma non completamente), sono i 3 vincitori di 9 degli ultimi 15 scudetti a cominciare un semestre senza una destinazione.
Sono situazioni fumose. Mourinho adesso vuole restare, però i Friedkin, abituati a stare zitti di fronte al mondo, ora lo sono pure con lui e hanno lasciato cadere nel silenzio le avances dello SpecialOne. Pioli è legato ai risultati, che a giorni alterni lo allontanano o lo riavvicinano al Milan, ma soprattutto alle indicazioni che Ibrahimovic darà: se la fiducia della proprietà si sta irreversibilmente assottigliando, il parere del nuovo super consulente, che per il tecnico nutre affetto e stima, può rigirare la frittata. Alla Juve la situazione è ferma alla parola che s’erano dati sei mesi fa Allegri ed Elkann: Max, in quel momento in discussione da una parte della dirigenza e dalla maggioranza della tifoseria, aveva patteggiato un altro anno di lavoro, promettendo che si sarebbe fatto da parte (da vincitore, nelle sue convinzioni) nel 2024. Nel frattempo, però, s’è stabilito un buon rapporto con Giuntoli, in principio non un allegriano di stretta osservanza, e il progetto legato ai giovani sta stuzzicando Max che, dopo anni a gestire dei mammasantissima, si sta divertendo ad incoraggiare la fioritura di talenti diversi. E la società ora pensa che affidarne la crescita a lui sia una buona idea. Se ne discuterà tra marzo e aprile.
Su ogni panchina occupabile incombe la figura di Conte, che piacemolto al Milan, a cui piace sempre tanto la Juve (ma il decennale veto di Elkann non sarebbe caduto), che la Roma ha corteggiato e che De Laurentiis prenderebbe di corsa: ma l’ex ct accetterebbe di ridimensionare drasticamente le sue pretese economiche (al Tottenham guadagnava 15 milioni l’anno) e soprattutto a ricalibrare le sue ambizioni e specialmente le sue esosissime richieste di mercato sulle ristrettezze della Serie A, dove tutti oramai comprano pensando al futuro? All’idea di lavorare con i giovani si sono pubblicamente adattati Allegri, Mourinho, Pioli e anche Sarri, ma l’eterno insoddisfatto Antonio? Perciò i club guardano ad allenatori diversi: De Zerbi è il sogno di tutti, ma il suo destino sembra in qualche modo già scritto perché Guardiola lo ha indicato come sue erede per il giorno in cui lascerà il City. La Roma ci ha provato con Xabi Alonso, che però continuerà a Leverkusen ancora un anno (per lui ci sarà quindi il Real, prima o poi). Thiago Motta ha conquistato tutti, ma non sono chiare le sue intenzioni: ancora un anno di Bologna o il salto in una grande all’estero? La Juve sta seguendo anche Farioli, che al Nizza sta facendo benissimo mescolando idee all’avanguardia e un pragmatismo vecchio stile, tanto da ricordare il primo Allegri. Di sicuro, dopo anni di stabilità (Pioli è alla 5ª stagione sulla stessa panchina, Allegri, Inzaghi, Mourinho, Sarri e Italiano alla 3ª), ci sarà un bel rimescolamento: godiamoci questi sei mesi di puro presente.