La Stampa, 7 gennaio 2024
Senza Pino Insegno rifiata TeleMeloni "L’eredità" di Liorni svetta al 26% di share
Una settimana di ascolti. Pochissimo, sulla carta. Eppure questa manciata di share, inanellati l’uno dopo l’altro, è sufficiente per far intravedere l’alba di una nuova Rai. O meglio, di una nuova TeleMeloni: quella, in ottima salute, senza Pino Insegno. Come tutti sanno, il conduttore doveva avere un posto in prima fila tra i volti Rai che contano. L’accordo prevedeva il ritorno in tv del quiz Mercante in fiera, da lui condotto quest’autunno su Rai Due prima del Tg2 delle 20.30, e poi il passaggio a gennaio su Rai Uno, alla guida de L’Eredità. Questo, appunto, sulla carta. Nei fatti, il destino ha poi preso un altro corso: pur arrivando a mangiare il panettone a fine anno, Viale Mazzini ha preferito affidare a Marco Liorni la guida de L’Eredità, probabilmente spaventata dai bassi ascolti ottenuti dal Mercante in fiera. Così, il famoso panettone è rimasto sullo stomaco a Pino Insegno, che con il nuovo anno si è trovato, anche se solo temporaneamente, fermo ai box. Il nostro tornerà infatti in tv a giugno, alla guida di Reazione a catena: un format storicamente associato al suo nome, visto che lo condusse dal 2010 al 2013. Un baratto, dunque, sensato: Liorni ha ceduto a Insegno Reazione a catena, e a sua volta l’attore ha abdicato consegnandogli la propria Eredità. Tutti felici. Forse. A insinuare il dubbio sono infatti i dati di share, a dir poco strabilianti. A gennaio, con Marco Liorni alla guida, L’Eredità ha debuttato con oltre 4, 6 milioni di spettatori registrando il 26, 5% di share. Per dare un termine di paragone: nel 2022, l’esordio stagionale si era invece fermato a 4, 2 milioni di spettatori e il 26,1% di share. Liorni è dunque riuscito a fare meglio dello storico padrone di casa Flavio Insinna e questo pur andando in onda in un diverso periodo dell’anno. Solitamente, infatti, L’Eredità è programmata in autunno, tra settembre e ottobre, non all’indomani di Capodanno. In questo momento chiunque vorrebbe quindi essere al posto di Liorni. In lui sembra di rivedere un Amadeus bis: l’uomo forte dei quiz, come è stato in passato anche Carlo Conti. Per inciso, entrambi furono poi premiati con la conduzione del Festival di Sanremo e chissà che non possa succedere lo stesso, per Liorni, l’anno prossimo. Tuttavia secondo il manager di Pino Insegno, dietro al defenestramento del suo assistito non ci sarebbe alcun problema di ascolti bensì la volontà di «non voler far misurare Pino Insegno con Liorni o Amadeus», come ha dichiarato l’agente. «Stanno mascherando questa verità dietro gli attacchi fatti a Pino per il suo legame con il presidente del Consiglio». In Rai qualsiasi scenario è plausibile ma, di sicuro, il pubblico ha gradito il cambio di passo: L’Eredità continua a veleggiare sopra il 26% di share e, come segnalato su Twitter da Giuseppe Candela, ha incrementato il suo zoccolo duro di spettatori di 400 mila teste (+1, 5% in share). È parecchio per un format che non è certo una novità e che ogni sera deve battere Avanti un altro! di Paolo Bonolis.
Ma c’è di più. La vera doccia fredda arriva infatti direttamente da Rai Due che, senza Pino Insegno, sta rifiatando. Dopo essere stata inchiodata al 2% di share per quattro, lunghissimi, mesi, la seconda rete del servizio pubblico ha già riguadagnato terreno e ora lo share sfiora spesso e volentieri il 4%. Il Mercante in fiera non funzionava. Magari con uno show più nelle sue corde come potrebbe essere Reazione a catena, Insegno avrebbe potuto regalare altissimi ascolti. Intanto però il nuovo anno riparte senza di lui e, Auditel alla mano, non se ne sente la mancanza. —